Ieri ho comprato un’insalata in busta con fiori freschi da Esselunga. Guardando la confezione, due cose mi hanno lasciato perplessa. La prima è il marchio Vegan ok: ce n’è bisogno? È un’insalata, mi sembra scontato che sia vegana! L’altra criticità è che non ho trovato la data di scadenza. È regolare? Gabriella
Di seguito la risposta dell’azienda produttrice, L’Insalata dell’orto Srl.
Il marchio Vegan OK garantisce che il prodotto non contenga ingredienti di origine animale in nessuna fase della filiera produttiva. Per quanto riguarda la data di scadenza, per i prodotti di I gamma, non trasformati (come il caso del prodotto da Lei acquistato) non è obbligatorio l’inserimento di questo dato.
Di seguito la risposta di Esselunga.
“Misticanza e fiori” è un’insalata da lavare, così come riportato in etichetta. Rientra pertanto nella categoria dei prodotti ortofrutticoli per i quali non è richiesta l’indicazione del termine minimo di conservazione, secondo quanto previsto dal Reg. UE 1169/11.
“Vegan Ok” è un marchio che il fornitore L’Insalata dell’Orto Srl ha scelto di apporre sul suo prodotto. Tale marchio indica che durante tutto il processo (coltivazione della materia prima e confezionamento) non sono stati utilizzati prodotti di origine animale.
Per maggiori informazioni sulla scelta e i contenuti, è necessario rivolgersi all’azienda produttrice.
Di diverso parere l’avvocato Dario Dongo, esperto in diritto alimentare.
L’insalata in busta si qualifica come “alimento preimballato”, definito in quanto “unità di vendita destinata a essere presentata come tale al consumatore finale e alle collettività, costituita da un alimento e dall’imballaggio in cui è stato confezionato prima di essere messo in vendita” (reg. 1169/11, articolo 2.2.e). Tale prodotto è soggetto all’indicazione obbligatoria in etichetta della data di scadenza. La data è infatti doverosa “nel caso di alimenti molto deperibili dal punto di vista microbiologico che potrebbero pertanto costituire, dopo un breve periodo, un pericolo immediato per la salute umana” (reg. 1169/11, art. 24. Si veda questo l’articolo).
Le deroghe all’indicazione in etichetta del TMC (termine minimo di conservazione) – che non valgono, si noti bene, per la data di scadenza – sono previste per alcune categorie di alimenti. Tra i quali figurano gli “ortofrutticoli freschi, comprese le patate, che non sono stati sbucciati o tagliati o che non hanno subito trattamenti analoghi” (reg. 1169/11, Allegato X.d).
L’anzidetta deroga non può peraltro applicarsi a insalate in busta che, com’è evidente, hanno subito quantomeno una fase di taglio (per la separazione delle foglie dalle radici). A prescindere dal loro livello di pulizia e lavaggio. Né tantomeno per un alimento “ready to eat” che comprende i fiori. I quali non appartengono alla categoria dell’ortofrutta e sono a loro volta derivati da un’operazione di taglio dei relativi steli.
Vale la pena aggiungere che la cosiddetta data di confezionamento – al pari della “data di preincarto” – non è in alcun modo prevista dal regolamento UE 1169/11. Né tra le informazioni obbligatorie, né tra le notizie facoltative che possono accompagnare gli alimenti. E deve perciò ritenersi inammissibile, poiché non idonea a fornire al consumatore informazioni utili ai fini dell’utilizzo del prodotto in condizioni di sicurezza, a seguito dell’acquisto.
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[sostieni]
In tutti gli alimenti precotti preconfezionati e preparati per il consumo pronto di Esselunga, trovo sia la data di preparazione, sia quella di consumo entro..
Probabilmente considerano questa misticanza alla stessa stregua di una referenza sfusa dell’ortofrutta, ma essendo preconfezionata all’origine, la mancanza della data di scadenza è sicuramente una carenza da rimediare.
Perché la valutazione qualitativa sulla conservazione dell’imballo non può essere lasciata al consumatore e non è paragonabile alle referenze vendute sfuse.
Personalmente trovo giusta ed utile l’indicazione della data di preparazione/confezionamento dell’alimento, perché permette di valutarne la freschezza.
Naturalmente vale soprattutto per il pronto ed il fresco, perché per tutto il resto può essere un’indicazione molto critica per la shelf life dei prodotti a scaffale, ma non certo per i consumatori.
Buongiorno, a parte la discussione in merito alla scadenza, mi chiedo se un prodotto contenente fiori sia da considerarsi un alimento oppure rientri nella normativa dei Novel Food.
Anche alla COOP ho trovato buste di insalatina bio senza scadenza. Ho chiesto spiegazioni al repartista ma non ha saputo rispondermi. Non l’acquisto più.