La lista dei frutti di bosco contaminati dal virus dell’epatite A è destinata ad allungarsi nei prossimi giorni. Sappiamo che sono in corso altre analisi condotte dalla procura di Torino e che presto dovrebbero essere divulgati i risultati.
Il Fatto Alimentare da mesi segue con attenzione questa allerta per la quale ormai si contano oltre 400 consumatori di epatite A causa dell’ingestione di frutti di bosco congelati.
Riteniamo opportuno diffondere la foto di un altro campione di frutti di bosco dell’azienda Green Ice contaminato. Si tratta della confezione da 300 grammi che è stata ritirata dall’azienda da alcuni mesi ma che potrebbe ancora essere nel freezer di alcuni cittadini ignari del pericolo, visto che il termine minimo di conservazione indica come data febbraio 2015 (lotto è 13079).
La foto è stata diffusa dalla catena di supermercati Simply, che dal mese di settembre 2013 insieme ad Auchan hanno deciso di pubblicare sul proprio sito l’elenco dei prodotti richiamati e ritirati dagli scaffali. Questa iniziativa non rientra nelle abitudini del Ministero della salute che non ha mai pubblicato le fotografie dei frutti di bosco contaminati e questo è poco comprensibile.
C’è di più: la società Erica, anch’essa coinvolta nell’allerta, non ha mai diffuso le fotografie. I 400 supermercati che oltre ad Auchan e Simply hanno venduto le confezioni di frutti di bosco contaminate (una parte dei quali ha trattato anche quelli della Erica Spa) non hanno mai pubblicato sui propri siti le notizie dell’allerta o le foto dei prodotti.
Fare un richiamo dei prodotti senza diffondere le foto e senza pubblicare sul sito aziendale l’avviso è una cattiva abitudine dei produttori italiani. In questa triste storia un intervento serio dei produttori, dei supermercati e del Ministero della salute avrebbe sicuramente dimezzato il numero di persone colpite da epatite A. Tutti parlano di tutela dei consumatori e di sicurezza alimentare, ma poi quando bisogna mettere un avviso sul sito per evitare che i propri clienti si ammalino di epatite, pochi traducono le parole in fatti. Chiediamo al ministro Beatrice Lorenzin perchè l’informazione del Ministero su questi temi sia così lacunosa e poco tempestiva. In fondo basta poco.
Roberto La Pira
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Foto: Simplymarket.it
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Non ho mai capito perché non vengano pubblicati nome e cognome, localita’ ed indirizzo, delle imprese che registrano qualche problema sui prodotti in vendita . Bene ha fatto Simply, (confermo la mia fiducia) a pubblicare foto e nome della ditta dei frutti di bosco inquinati e contaminatori.