Alcuni giorni fa al supermercato ho acquistato un frullato Valfrutta in brik da un litro. Ho letto l’elenco degli ingredienti, e non mi tornano i calcoli relativa alla percentuale di frutta. Sulla confezione c’è scritto “100% da frutta e verdura”, ma facendo la somma dei valori si evince che manca il 10% di frutta. Il totale degli ingredienti dà 90%… Com’è possibile?
Ecco la risposta dell’azienda Conserve Italia
Vogliamo chiarire i dubbi dal lettore che ipotizza una percentuale pari al 10% di frutta “mancante” nel prodotto 100% Frullato Veggie Frutti di bosco, barbabietola e carota nera, Valfrutta. È vero che le percentuali degli ingredienti, lì dove sono indicate, se vengono sommate, danno come risultato – come è stato evidenziato – una quota pari a 90%. Ma ciò non vuol dire che ci sia una parte residuale non composta da frutta, ma soltanto che ci si attiene alla normativa vigente, che obbliga a precisare la percentuale di un determinato ingrediente rispetto al peso del prodotto finale, solo ed esclusivamente per gli ingredienti evidenziati sul fronte della confezione.
Insieme alla frutta per la quale è indicata la percentuale, nel prodotto in questione sono presenti anche uva e succo di limone che portano il totale della frutta alla percentuale del 100%, esattamente come indicato nel packaging del prodotto. Più tecnicamente, come da normativa in vigore, l’indicazione quantitativa (QUID, Quantity of Ingredients Declaration) ossia la quantità media di un ingrediente, espressa come percentuale in peso, va indicata solo per gli ingredienti che figurano nella denominazione di vendita, o che sono messi in evidenza con immagini, parole o rappresentazioni grafiche, oppure che sono associati alla denominazione di vendita o che sono essenziali per caratterizzare un determinato prodotto alimentare.
Assicurazione qualità Conserve Italia
In aggiunta a quanto detto da Conserve Italia, pubblichiamo il Nutri Score, ovvero l’etichetta semaforo relativa al succo “100% Frullato Veggie Frutti di bosco, barbabietola e carota nera” Valfrutta, che evidenzia un’interessante valore B verde, a riprova della validità del prodotto dal punto di vista nutrizionale. Il Nutri-Score è il modello di etichettatura a semaforo sviluppato in Francia, che dà un punteggio agli alimenti sulla base dei nutrienti presenti, considerando sia quelli che hanno un effetto benefico per la salute, sia quelli da limitare. L’etichetta prevede una gamma di cinque colori (dal verde intenso al rosso, passando per l’arancione) abbinata alle prime cinque lettere dell’alfabeto (dalla “A” alla “E”). Le lettere esprimono il livello di salubrità (ottimo per la “A”, minimo nella “E”). Il sistema è adottato volontariamente da centinaia di aziende francesi. In Italia, per motivi incomprensibili, i produttori non sono orientati ad usare questo sistema che permette al consumatore di capire in pochissimo tempo che tipo di alimento che sta comprando.
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[sostieni]
Forse non ho capito bene, ma nemmeno la mela (50%) è rappresentata in confezione!
non mi convince,intanto l’ingrediente principale è la mela,di cui non vedo alcun riferimento ne sulla foto dove è completamente assente, ne nelal dicitura dove si indica “frutti di bosco” come primo sulla lista,c’è ne sono circa il 5 % del totale, la mela rappresenta il 50%.
Antonio
Sarà anche a norma di legge, ma a me pare che dovrei sapere cosa bevo, se ho reflesso gastroesofageo e mi consigliano di evitare il succo di limone la sera prima di coricarmi, come la mettiamo? Il 10% sconosciuto non sono “tracce”.
il limone è tra il 3 e 4 %. In modo evidente non è come bere succo di limone al 100%, per capire il grado di acidità andrebbero assaggiati, anche se sembra essere piuttosto dolce, ed appunto il limone serve a dare sapidità.
La mela non è nella denominazione ma si può comunque dichiararne la quantità nel retro, che comunque si evincerebbe, essendo poi l’ingrediente base, come sottrazione dagli altri.
Per correttezza l’ingrediente basa lo si deve evincere dall’etichetta e non solo dalla lista degli ingredienti.
Questo è un evidente caso di merketing furbesco.Pur rimanendo conforme,anche se non ne sarei tanto sicuro,è chiaro che chi ha pensato alla grafica e al claim l’ho a fatto con la consapevolezza che il 99 % delle persone non leggono l’etichetta.
Antonio
La mela è quella dietro la carota, è l’ultimo frutto visibile sulla confezione. E’ citata anche sul lato della confezione, in fondo (6 mele). Non mi sembra una etichetta furbesca.
Gentile Massimiliano,si puo far finta che tutto sia ben descritto come sta facend oLei ma l’evidenza è sotto gli occhi di chi vuol vedere.
Io,utente tipo,vedo sullo scaffale un confezione di frullato veggie,(parola orrenda).
Leggo la parte frontale dove si indica nell’ordine : “frutti di bosco,barbabietola e carota” i quali insieme rappresentano ca. un terzo del totale.
Al mio paese questa si chiama furbizia.Nel paese degli specialisti del Marketing si chiama NeuroMarketing.
Al mio paese invece, è buona abitudine leggersi gli ingredienti. Secondo il suo modo di vedere invece, l’utente è sempre e comunque un minorato facile da abbindolare, vittima predestinata di qualsiasi esperto di marketing in cattiva fede.
Le ricordo che normative sull’etichettatura sono diventate molto precise sia per l’elenco degli ingredienti che per le immagini in etichetta, e (giustamente) restrittive nei confronti dei “claim” promozionali su caratteristiche e benefici di un prodotto. Errori, omissioni e furberie rischiano di costare un occhio della testa alle aziende (sanzioni, ritiro e distruzione dei prodotti), senza contare il danno d’immagine che crea perdite e mancati introiti che si protraggono nel tempo ben oltre il momento della diffusione di informazioni sui giornali o sul web.
A questo punto l’utente non ha scusanti se non fruisce di tutte le informazioni fornite per legge, così come l’eventuale azienda che non dovesse rispettare le suddette regole.
Non mi pare di avere definito l’utente tipo un minorato,ho invece detto che non legge l’etichetta ,cosa che concordo con lei si dovrebbe fare sempre e per qualsiiasi prodotto che si porta a casa non solo alimentare.
Rimango del parere che la descrizione del prodotto è astuta,forse le piace di piu di furbesca.
scusate e se io fossi allergica all’uva? Capisco che non è un allergene e che non ci sia l’obbligo di evidenziarlo ma se io non potessi assumerlo comunque? non mi sembra per niente corretto saltare due ingredienti. A norma di legge… sarà
ma leggete gli articoli ? l’uva è SCRITTA NEGLI INGREDIENTI.
Non vi è l’obbligo di indicarne la QUANTITà ESATTA perché non risulta nella denominazione del prodotto ed è comunque facilmente deducibile ( 6-7%)
io leggo: uva da concentrato insieme al ribes 4%. in totale
Comunque non c’è alcun bisogno di alzare i tonii e scrivere in stampatello.
Si sta ragionando al solo scopo di capire certi meccanismi,
cari saluti
Si ragiona dopo aver letto attentamente: nei primi commenti c’è scritto anche che la mela non figura nelle immagini da ben due utenti e in uno c’è scritto che non è indicato il limone e quindi digerisce male.
Poi tu stesso scrivi: “io leggo uva da concentrato”
Dove?
Capisco che l’etichetta non è chiarissima e scarseggia di punteggiatura ma i succhi da concentrato sono:
Carota nera, barbabietola, uva, ribes nero e limone. Come detto uva e limone non hanno la percentuale perché non sono evidenziati nella confezione: insieme fanno il 10% ma il limone da solo non più del 4% perché è dopo il ribes nero quindi direi da 1 a 4%. L’uva a sua volta potrebbe anche essere 9% non si sa.
Ci vorrebbe un bel punto e virgola dopo limone ma ormai è in disuso… infatti dopo sono elencate le 3 puree di frutta (fragola, lampone e mirtillo).
Io quando scrivo le etichette e negli ingredienti si cambia tipologia uso sempre ; oppure il punto o meglio ancora le parentesi.
La cosa importante è che nulla sia stato omesso.
l’uva è più del ribes nero 4%, ed indicativamente è del 6% (10% residuo meno 4% del limone). Il maiuscolo serve anche a sottolineare le cose che si scrivono, in presenza ovviamente di persone che non leggono bene gli articoli ma fanno polemica, altroché ragionare. Comunque mi scuso per chi si è sentito offeso dai miei toni alzati
Siiti e/o forum come il fatto alimentare servono proprio per confrontarsi e crescere com consum-attori.
Io sono dell’opinione che non esistono osservazione sciocche o peggio stupide,esistono domande o dubbi che talvolta possono sembrare ingenue o superflue ma che in ogni caso sono foriere di evoluzione come consumatore,la cosa, mi creda,ne parlo per conoscenza diretta,non è ben vista da molti produittori siia grandi che piccoli,persino alcunii produttori artigiianali preferirebbero un consumatore meno consapevole.
Detto cioè la lista ingriedienti in oggetto per me non è molto chiara :
metà e mela nelle forme diverse ok 50%
segue : succo da concentrato : carota nera 20%
barbabietola 10%
uva,ribes nero 4% limone ? quanto?
purea di fragola 3%
lampone 2%
mirtillo 1%
Ora, qualcuno mi aiuta a capire il senso di una lista di questi ingradienti?
Non trascurando il fatto che sulla parte frontale del prodotto quindi quello che si legge al primo impatto sullo scaffale,è scritto : frullat..etc……….
friutti di bosco “presenti all’incirca 8%
barbabietola 10%
carota nera 20%
con l’ordine inversamente proporzionale al contenuto reale.Il tutto suppongo perfettamente aderente alla normativa in vigore,ma è da considerare corretta dal punto di vista della descrizione primaria del prodotto ?
O la possiamo considerare astuta e acchiappa consumatori attenti ai prodotti definiti salutistici,vedi frutti di bosco,carota nera e barbabietola non quanto altrettanto attenti alla lista degli ingredienti,che mi si creda legge non piu di un piccolissima parte di utenti.
mi scuso per essermi dilungato
allora: come già ribadito se il limone è il 4% perché messo vicino al ribes, l’uva non è altro che il 6% punto.
Il prodotto andrebbe assaggiato, ma probabilmente il gusto è caratterizzato maggiormente proprio dagli elementi che compaiono in facciata cioé: dai frutti di bosco (ribes, mirtillo, fragola, lampone) , dalla carota e dalla barbabietola. Questi compongono il 40% del prodotto. Potevano aggiungerci acqua e zucchero e aromi e farla finita lì? Sì potevano, come un qualsiasi succo ACE o mix di frutta.
Invece questi ci mettono il succo di mela (mix di purea, succo concentrato e acqua), uva e limone per arrivare ad avere un succo 100% da frutta.
Ripeto, bisognerebbe provarlo, ma la mela ha un gusto abbastanza delicato, il succo concentrato viene usato anche per dolcificare le “confetture” o bibite dei fan del “solo zuccheri della frutta”, quindi è una valida alternativa all’acqua e zucchero (cosa che in realtà è) e da un po’ di sapore, senza però coprire gli altri; questa è una plausibile motivazione per non metterlo in facciata, ma comunque è di lato.
Potevano mica fare solo i frutti in facciata? Sì potevano, ma invece hanno deciso per questa strada, magari più piacevole al gusto anche per chi non ama l’idea dei centrifugati “detox” tanto di moda, ma vuole un gusto dolce e nuovo.
Tutto ciò è fatto ammiccando sul fatto di mangiare roba fresca dell’orto? Sì, ma risponde ad una fetta di mercato che vuole continuare a bere il classico succo solo con qualche claim salutistico in più; i veri nuovi agguerriti attenti alla salute se ne stanno alla larga, non è fatto per loro il prodotto.