Un pericolo si aggira per quelle cucine che, in Europa, hanno fornelli che funzionano a gas, e cioè una su tre, in media (ma in Italia il 60%): la contaminazione da biossido di azoto (NO2), che sarebbe direttamente responsabile di ben 40.000 decessi e un milione di casi di asma all’anno. E l’Italia è, di gran lunga, il Paese con i numeri peggiori in quasi tutti i parametri misurati.
L’allarme arriva da uno degli studi più completi mai condotti, realizzato dai ricercatori dell’Università Jaume I di Valencia, in Spagna, con la collaborazione di altri atenei europei.
La metodologia utilizzata
L’inquinamento da NO2 prodotto dai fornelli si aggiunge a quello presente in atmosfera e l’aria che ne risulta sfora in modo sistematico le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sui livelli di esposizione, e anche quelle europee, più tolleranti (i microgrammi di NO2 per metro cubo in un anno devono essere al massimo 10 per l’OMS e 40 per l’Europa).
Per avere una misurazione effettiva dei contaminanti respirati dai cittadini europei e inglesi, gli autori hanno unito diverse serie di dati: una derivante dall’elaborazione di quanto emerso in dozzine di metanalisi che hanno associato la presenza di NO2 in atmosfera ai danni sulla salute, ai danni economici, alle giornate di lavoro perse e così via, una derivata dai valori attuali dei gas in atmosfera e una proveniente da misurazioni fatte nelle abitazioni da ricercatori olandesi.
In quest’ultimo caso gli investigatori hanno scelto una quarantina di abitazioni in sette paesi (per un totale di circa 280 case) nei quali le persone cucinavano in casa almeno tre giorni alla settimana. Le case non dovevano essere in prossimità di strade molto trafficate o industrie, e i proprietari non dovevano fumare. In totale, l’80% delle case scelte avevano fornelli a gas, il 20% elettrici (per controllo). Tutti i proprietari hanno ricevuto dei sensori di temperatura e gas come l’NO2, il monossido di carbonio e il particolato PM 2,5 da mettere non solo in cucina ma in tutta la casa, avendo cura di piazzarne qualcuno nella camera dei bambini, in caso fossero presenti e anche all’esterno. Inoltre sono stati invitati a compilare alcuni questionari sui pasti cucinati e sulle abitudini quali la ventilazione. Le misurazioni sono state effettuate per 13 giorni, tra gennaio e maggio 2023.
I risultati
Il risultato complessivo è stato che ogni anno poco meno di 40.000 persone perdono la vita prematuramente a causa dei danni provocati dall’NO2 che respirano in casa, che si aggiunge a quello che trovano fuori. In Italia sono circa 12.000, un valore che supera di molto il secondo Paese, la Polonia (con circa 6.400 decessi), e il terzo, la Romania (5.900).
Il costo complessivo dei decessi registrati in Europa e nel Regno Unito è di 160 miliardi di euro all’anno e, anche in questo caso, l’Italia è maglia nera, con 54 miliardi (calcolati tenendo conto dei dati ufficiali OCSE, dell’inflazione e di altri parametri specifici), mentre quello per gli anni di lavoro persi in Europa è 11 miliardi di euro.
Ma la contaminazione da NO2 non provoca solo morti: è anche direttamente responsabile di moltissimi casi di asma: circa un milione all’anno (sempre per Europa più Regno Unito), 726.000 nella sola Europa, 367.000 dei quali tra i bambini, con costi pari a quattro miliardi. Per l’asma, l’Italia è solo, si fa per dire, al secondo posto, con 166.000 casi, preceduta da Gran Bretagna (331.000) e seguita dalla Francia (148.000).
I commenti e i provvedimenti attesi
Come ricorda l’associazione internazionale Medici per l’ambiente ISDE nella sua sessione italiana, secondo la NASA negli ultimi anni l’aria in Europa è migliorata, grazie a tutte le normative introdotte. Tuttavia, ciò che sembra stabile è l’inquinamento cosiddetto persistente, come quello proveniente dai fornelli a gas, per sostituire i quali si fa troppo poco.
Una delle cause è il fatto che l’Europa non ha ancora standard per l’aria indoor, anche se dovrebbe proporre nuove norme specifiche per i fornelli a gas entro la fine dell’anno, e starebbe valutando nuove restrizioni per l’inquinamento da NO2.
Basta fornelli a gas
Intanto la European Public Health Alliance (EPHA) ha lanciato una campagna per una cucina più pulita, nell’ambito della quale sollecita le Istituzioni europee a eliminare gradualmente i fornelli a gas attraverso limiti alle emissioni abbinati a incentivi finanziari per passare a fornelli elettrici. Inoltre l’associazione chiede che sia obbligatorio apporre sui fornelli etichette per segnalare i rischi di inquinamento, e che siano condotte campagne di sensibilizzazione sui pericoli della combustione di carburanti in ambienti chiusi.
Sara Bertucci, responsabile delle politiche globali di salute pubblica per l’EPHA, ha sottolineato che: “Come per le sigarette, le persone non pensano agli impatti sulla salute ma, come le sigarette, i fornelli a gas sono un piccolo fuoco che riempie le nostre case di inquinamento i cui veri impatti sono probabilmente maggiori di quelli stimati in questo studio. Per questo i governi dovrebbero aiutarci a smettere di usare il gas, come ci hanno aiutato a smettere di fumare.”
Dello stesso tono il commento di ISDE Italia: “Questo studio rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo ignorare, soprattutto in Italia” ha commentato Francesco Romizi, responsabile per le pubbliche relazioni. “L’inquinamento da fornelli a gas è un rischio concreto per la salute pubblica, e i dati rivelano quanto sia grave la situazione nel nostro paese. Dobbiamo promuovere un cambio di paradigma, incoraggiando l’adozione di soluzioni più pulite per proteggere le persone, specialmente le categorie più vulnerabili come bambini e anziani. È fondamentale che le istituzioni nazionali intervengano prontamente, adottando misure per l’elettrificazione delle nostre abitazioni.”
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Giornalista scientifica
Si usano da 100 anni e tutto ciò si scopre adesso?
Spero non sia la solita esagerazione da ipersicurezza che ultimamente affligge un po’ tutti gli aspetti della vita…
Condivido il pensiero: “esagerazione da ipersicurezza”.
Inoltre mi sfugge poi come sia dimostrata la stretta e UNIVOCA correlazione tra decessi ed NO2
Sarò all’antica, ma non riesco a cucinare senza vedere della fiamma sotto al tegame…
Nell’articolo non è scritto: quali sono stati i risultati delle analisi dell’aria?
A pagina 9 del pdf leggo:
«A large study conducted in England in 2004 measured concentrations of NO2 in 1000
randomly selected households. They reported the highest geometric mean concentrations in
households that used natural gas ovens in the kitchen (42.8 µg/m³) and the bedroom (18.2
µg/m³), followed by households that use natural gas for cooking, but not in the oven (kitchen:
22.4 µg/m³, bedroom: 12.8 µg/m³). The lowest concentrations were measured in households
that did not use fossil fuel for cooking kitchen:11.5 µg/m³, bedroom: 7.9 µg/m³)»
Se non ho capito male i fornelli a gas provocano un innalzamento dei NO2 da 11 µg/m³ a 22 in cucina e da 8 a 13 in camera. Dove con 11 e 8 µg/m³ si tratta delle concentrazioni di NO2 se si usano fornelli elettrici.
Questo in Gran Bretagna dove le condizioni meteo non sono il massimo che invogliano ad areare i locali. In Italia è molto più facile dare aria alla casa e diminuire questi numeri portando a valori più bassi i 22.4 µg/m³ per la cucina e i 12.8 µg/m³ per la camera.
Comunque il problema si pone per chi ha le cappe che non aspirano, tipicamente ci sono le cappe che filtrano i “cattivi odori” e sono fatti di un feltro che fa da filtro. Certamente i NO2 non sono filtrati.
Per chi ha le cappe aspiranti che buttano l’aria fuori di casa, il consiglio che da il costruttore dei fornelli è quello di tenere acceso l’aspiratore per tutta la durata della cottura a gas. Inoltre il ricambio d’aria è indispensabile almeno una volta al giorno con due prese d’aria per avere un ricircolo costante anche se questo porta a un elevato consumo del riscaldamento. In casa mia i ricambi teorici sono pari a 0.38 1/h ma non li rispetto (norma UNI 10339).
Limiti di legge definiti dal D. Lgs. 155/2010: – Valore Limite (VL) annuale per la protezione della salute umana di 40 μg/m3; – Valore Limite (VL) orario per la protezione della salute umana di 200 μg/m3 da non superare più di 18 volte/anno; – Soglia di Allarme (SA) per 3 ore consecutive di 400 μg/m3.
Valora più alto registrato nello studio, episodico (solo in cucina e durante la cottura con più fornelli a gas simultaneamente): 42 μg/m3.
Purtroppo questo è un problema reale, soprattutto d’inverno, ove in posti come la Pianura Padana aprire le finestre vuol dire in molti casi far entrare aria ancora più irrespirabile. Nell’attesa di passare ai fornelli elettrici (poi magari scopriremo che emettono radiazioni altrettanto nocive) io mi sono organizzato cucinando in un ambiente distaccato avendo la fortuna di avere una casa molto grande.
L’articolo ( o gli studi alla base dell’articolo ) non chiarisce se gli ipotetici 40.000 morti l’anno sono da attribuire SOLO all’inquinamento domestico da combustione o genericamente all’inquinamento atmosferico.
Ovvio che le misure correttive da adottare cambiano radicalmente in un caso rispetto all’altro
Puramente ipotetico il calcolo dei danni economici:160 miliardi l’anno?!?!
Calcolati come?
ma nell’articolo non si parla della differenza tra gas ( GPL ) e metano sarebbe interessante vedere la differenza
Si sente sempre più spesso dire che l’aria all’interno delle abitazioni è più inquinata di quella esterna.
A parte il caso della pianura padana, ritengo che la questione sia reale anche per via dei detersivi che vengono spruzzati sulle superfici da pulire e che vengono inalati da chi effettua le pulizie (in maggior parte donne).
Sono anche queste che, nella maggior parte dei casi, preparano i pasti e sono vicine ai fornelli costituendo pertanto le persone più a rischio di respirare gli inquinanti specie se i bruciatori non funzionano in maniera regolare producendo altri inquinanti oltre l’NO2.
Pertanto ritengo personalmente già da tempo e non solo a seguito della lettura del presente articolo, che sarebbe opportuno passare alla cottura dei cibi tramite l’energia elettrica. Tra l’altro, in genere, la cottura a gas viene fatta portando al massimo la potenza dei fuochi e la fiamma spesso va oltre la superficie della base della pentola con inutile spreco di energia e conseguente aumento di inquinanti oltre a quelli strettamente necessari.Il piano di cottura ad induzione si adegua di norma alla superficie della pentola fornendo solo l’energia necessaria.
L’unico problema è che l’energia elettrica in Italia ha un costo molto più elevato che quello di altri paesi e c’è la consuetudine di installare prevalentemente fornelli a gas. Oltre all’inquinamento dell’aria si dovrebbe anche considerare l’incidenza della pericolosità degli scoppi e disastri a seguito delle fughe di gas.
Quante volte all’anno esplodono per disattenzione le bombole del gas e gli impianti di gas metano? Tutte occasioni di lutti e perdite economiche evitabili con impianti ad energia elettrica
Grazie