Forme di formaggio fontina in stagionatura su scaffali di legno

Ancora un caso di infezione alimentare legato al consumo di formaggi a base di latte crudo. Questa volta è stato colpito un bambino di 9 anni, che per fortuna non è mai stato in pericolo di vita ed è stato ricoverato solo un paio di giorni. Lo ha reso noto con una breve nota il 12 gennaio il Dipartimento di prevenzione dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (Apss) di Trento.

Le indagine epidemiologiche condotte dalle autorità competenti per identificare la fonte dell’infezione hanno infatti individuato una probabile correlazione tra il caso e il consumo di un formaggio a latte crudo, il Puzzone di Moena. Si tratta dello stesso formaggio richiamato alla fine di novembre 2024, per la presenza di Escherichia coli STEC. L’allerta allora aveva coinvolto oltre 50 lotti di formaggio, tra cui quello responsabile dell’infezione che ha colpito il bambino di 9 anni. Tutti i dettagli sul richiamo e la lista dei lotti interessati si trovano in questo articolo.

Puzzone di Moena, formaggio a latte crudo
Un caso di infezione alimentare ha colpito un bambino di 9 anni, probabilmente dopo aver consumato un formaggio a latte crudo

I rischi dei formaggi a latte crudo

Com’è possibile allora che il formaggio contaminato fosse ancora in commercio? L’Aspp di Trento ha spiegato a Il Fatto Alimentare che cinque forme erano risultate negative alle controanalisi ed erano stati rimessi in vendita alcuni lotti, per un totale di una cinquantina di forme. Purtroppo, però, l’Escherichia coli STEC può distribuirsi in maniera disomogenea all’interno di uno stesso lotto, o addirittura una stessa forma, e ‘sfuggire’ alle analisi. Anche per questo motivo è fondamentale che i bambini, le donne incinte e le persone fragili non consumino latte crudo e formaggi a base di latte crudo. Queste categorie, infatti, possono sviluppare sintomi gravi, anche potenzialmente letali o con effetti negativi sulla salute a lungo termine.

Tra le conseguenze più gravi dell’infezione da Escherichia coli STEC c’è la sindrome emolitico-uremica (SEU), che colpisce soprattutto i bambini sotto i 5 anni di età. Si tratta di una patologia caratterizzata da danno renale acuto, anemia emolitica causata dalla rottura dei globuli rossi e un basso numero di piastrine nel sangue (piastrinopenia). In alcuni casi la SEU può portare alla morte. Lo scorso novembre aveva fatto notizia un caso di sindrome emolitico-uremica, che aveva colpito una bambina di un anno di Cortina d’Ampezzo. In quel caso, il prodotto coinvolto era il formaggio Saporito della Val di Fassa, anch’esso prodotto con latte crudo.

Avvertenze in etichetta?

I casi di sindrome emolitico uremica in Italia non sono poi così rari: tra il 1° luglio 2023 e il 30 giugno 2024 l’Istituto Superiore di Sanità ha registrato infatti 68 casi di SEU, 67 dei quali in età pediatrica. Anche per questo pare imminente l’obbligo di riportare sulle etichette dei formaggi prodotti con latte crudo l’indicazione del rischio legato al loro consumo. Come riportano testate locali, il Caseificio sociale di Predazzo e Moena, che ha prodotto il Puzzone, si è già portato avanti, aggiornando le etichette del formaggio venduto in zona con l’indicazione “Non adatto a bambini con meno di dieci anni, donne in gravidanza e persone immunodepresse”.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

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