Primo piano di un erogatore di pesticidi o fertilizzanti di un trattore

L’associazione ambientalista francese Générations Futures ha lanciato un appello urgente per il ritiro dal mercato di tutti i prodotti contenenti flufenacet, un erbicida appartenente alla famiglia dei PFAS (Sostanze perfluoro alchiliche), per proteggere la salute pubblica e la qualità delle acque.

Il flufenacet, che è il nono erbicida più utilizzato in Francia, è stato autorizzato a livello europeo fino al 31 dicembre 2013, ma la sua autorizzazione è stata più volte prorogata, nonostante le crescenti evidenze sui rischi derivanti dal suo impiego. Solo recentemente, lo scorso settembre, l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha finalmente reso pubbliche le conclusioni della sua revisione scientifica, rilevando che il flufenacet è un interferente endocrino e, in condizioni normali, provoca concentrazioni inaccettabili di TFA (Acido trifluoroacetico, un metabolita del flufenacet) nelle acque sotterranee, con livelli superiori a 10 µg/L. Nel comunicato si legge: “l’acido trifluoroacetico (TFA) è uno PFAS ultra-breve rilevato nelle acque sotterranee, nell’acqua potabile e persino in fonti idriche incontaminate in tutta Europa”. Questa scoperta sottolinea la necessità urgente di vietare l’uso di questa sostanza.

Il TFA è un inquinante persistente che può contaminare le fonti di acqua potabile, rappresentando una minaccia per la salute pubblica. L’EFSA ha confermato che l’utilizzo di flufenacet, sebbene possa essere limitato in casi particolari, porta a livelli di TFA che superano le soglie di sicurezza nelle acque sotterranee.

Un’azione su più fronti per fermare il flufenacet

Il 7 novembre 2024, Générations Futures insieme a PAN Europe e ad altre 48 associazioni (tra cui 4 italiane) hanno inviato una lettera alla Commissione Europea, chiedendo l’interdizione immediata del flufenacet in tutta l’Unione Europea, sulla base delle conclusioni dell’EFSA. In Francia, l’associazione ha intrapreso un’azione legale, inviando il 5 novembre 2024 una lettera all’ANSES (Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare, Ambientale e del Lavoro) e ai ministeri competenti per chiedere il ritiro di tutti e 80 i prodotti registrati contenenti flufenacet in commercio.

Donna coni guanti preleva un campione d'acqua con una pipetta da un fiume o un lago; concept: inquinamento delle acque
Il TFA è uno PFAS ultra-breve rilevato nelle acque sotterranee, nell’acqua potabile e persino in fonti idriche incontaminate in tutta Europa

La minaccia del TFA e dei PFAS

Il flufenacet non è l’unico pesticida a rappresentare un rischio per la salute e l’ambiente: anche il fluopyram, un fungicida, genera TFA durante la sua degradazione nel suolo. Le evidenze scientifiche suggeriscono che tutti i pesticidi della famiglia degli PFAS hanno il potenziale di rilasciare TFA nell’ambiente, e quindi richiedono un monitoraggio rigoroso. Con il flufenacet classificato come interferente endocrino, la regolamentazione dell’acqua potabile dovrà ora includere il monitoraggio del TFA come metabolita pertinente. Questo comporterà probabilmente un aumento dei casi di non conformità delle acque potabili alle normative sanitarie.

Lentezza nella valutazione dei pesticidi: un problema strutturale

Francois Veillerette, portavoce di Générations Futures, sottolinea che il flufenacet è un simbolo delle gravi lacune nel sistema di autorizzazione dei pesticidi in Europa. Dopo oltre undici anni di ritardi, è ora fondamentale fermare l’uso di questa sostanza e ritirare i prodotti che la contengono dal mercato. “Non possiamo più ignorare questa minaccia per le nostre risorse idriche e per la salute della popolazione,” afferma Veillerette.

Anche Pauline Cervan, tossicologa dell’associazione, avverte che la presenza di TFA nelle acque potabili potrebbe avere conseguenze serie. È quindi fondamentale agire subito per limitare le fonti di emissione di TFA nell’ambiente e proteggere le future generazioni da contaminazioni che potrebbero compromettere la qualità dell’acqua.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, AdobeStock

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Azul98
6 Dicembre 2024 16:18

Ho visto un reportage girato in Belgio, precisamente nel vallone, tutti erano all’oscuro di ciò che le industrie e parlo di multinazionali che da anni riversano in aria, acqua, fiumi, pfas,pfoa,tfa,nessuno ha mai provveduto a far controllare le emissioni o ciò che entrava tramite l’acqua nel sottuosuolo,risultato che le morti di cancro erano altissime vicino agli impianti(si parla di km di terreno agricolo contaminato),tumori alle vie respiratorie, ghiandolari, pancreas, fegato, leucemie, il tutto negato dai dirigenti delle multinazionali che dicevano di aver fatto il possibile,uguale situazione si trova nell’Alberta,la zona più contaminata del Canada, Argentina dove i fiumi sono morti, come in molte altre zone asiatiche e America latina

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