In generale, un alimento con la dicitura ‘da consumare entro…’ non dovrebbe essere mangiato oltre la data indicata in etichetta per motivi di sicurezza, mentre un alimento oltre il termine minimo di conservazione può avere dei difetti organolettici, ma è ancora sicuro da consumare: quindi è ‘spesso buono oltre’. Molti prodotti a lunga conservazione, infatti, come la pasta o la passata di pomodoro, possono essere consumati anche uno o due mesi oltre il Tmc. Altri, invece, subiscono una rapida degradazione della qualità organolettica, come l’olio extravergine e il caffè, e conviene consumarli prima della data indicata in etichetta. In questo articolo trovate tutte le indicazioni per il consumo di alimenti oltre il termine minimo di conservazione.
La dicitura bocciata, però, compare già sull’etichetta di diversi prodotti in Italia. ‘Spesso buono oltre’ infatti è la frase utilizzata sull’Etichetta consapevole di Too Good To Go, introdotta nel nostro Paese nel 2021, e adottata da un gruppo di aziende in continua crescita, tra cui Granarolo, NaturaSì, Cameo ed Eridania (ne abbiamo parlato in questo articolo e in questo articolo). L’etichetta di Too Good To Go, oltre alla scritta ‘Spesso buono oltre’ presenta i disegni stilizzati di un occhio, un naso e una lingua, per invitare i consumatori e le consumatrici a osservare, annusare e assaggiare un prodotto che ha superato il Tmc prima di gettarlo nella spazzatura.
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