

Il Comitato di Controllo del Giurì di autodisciplina pubblicitaria ha censurato il manifesto proposto nel mese di dicembre 2013 dai supermercati Esselunga che offriva “10 euro di buono sconto ogni 60 euro di spesa”. Lo sconto esiste e i milanesi sanno bene che ogni 60 euro di spesa fatta dal 12 al 31 dicembre si ha diritto ad un buono sconto di 10 euro da utilizzare dal 2 al 29 gennaio 2014 su ogni 50 euro di spesa.
La campagna viene ripetuta da qualche anno e riscontra un grande successo. C’è però un particolare che secondo il Giurì inficia l’iniziativa: la scarsa chiarezza del messaggio. Il manifesto dice che lo sconto è riservato solo ai possessori della carta fedeltà e quindi non a tutti i clienti, ma la frase è proposta con caratteri tipografici piccoli non facili a leggere. L’articolo 2 del Codice di autodisciplina pubblicitaria (*) prevede la censura per i messaggi realizzati in modo da “agganciare” i consumatori senza fornire tutti i necessari elementi per valutare l’offerta.
Siamo d’accordo con la posizione del Giurì, va detto però che a Milano la stragrande maggioranza dei clienti Esselunga possiede la tessera fedeltà e quindi ha usufruito dello sconto. Per contro è lecito chiedersi quale sia l’effettiva utilità di un provvedimento che giunge quando la campagna è finita.
(*) Articolo 2: la comunicazione commerciale deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche e gli effetti del prodotto, il prezzo, la gratuità, le condizioni di vendita, la diffusione, l’identità delle persone rappresentate, i premi o riconoscimenti.
Roberto La Pira
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Roberto La Pira - 14 Gennaio 2014
Sarebbe bello sapere quanto e’ costata alla comunita'(cioe’ tutti noi) la sentenza pressoche inutile ed come sottolineato nell’articolo in ritardo.
Essendo una decisione presa da un’istituzione privata i costi per la comunità non ci sono.
Prendo atto di cio’ che e’ nella sua risposta,ma chi li finanzia ?
Grazie !
Il Giurì della pubblicità è finanziato dalle aziende che fanno pubblicità
Insomma si autocontrollano,ecco forse l’arcano del ritardo,un bel organismo veramente autonomo avrebbe forse fatto la differenza.
Per Maurizio G. Tra le aziende che fanno pubblicità ci saranno anche quelle concorrenti di Esselunga quindi ben attente affinché l’errore non si ripeta. Per me un organismo veramente autonomo (=statale) finirebbe per diventare nel lungo periodo il solito carrozzone pigro e facilmente corruttibile. L’unica attenzione che lo Stato deve mettere è controllare che non si mettano a far cartello.
In realtà l’Autodisciplina svolge un ruolo non primario. Oggi è l’Antitrust che decide e soprattutto sanziona le imprese che fanno pubblicità ingannevole
Per essere onesti il GIURI dovrebbe controllare pure quelli della concorrenza
E poi, la carta fedelta’ si fa IN TEMPO REALE. Chi vuole lo sconto, puo’ farsela fare al momento.
Dov’e’ la pubblicita’ ingannevole ???