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Pesce fresco le insidie dell’istamina, l’Efsa raccomanda di indicare la temperatura di 0° C per la conservazione del pesce fresco confezionato
Pesce fresco le insidie dell’istamina, l’Efsa raccomanda di indicare la temperatura di 0° C per la conservazione del pesce fresco confezionato
Beniamino Bonardi 8 Luglio 2015![pesce istamina](https://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2013/03/152991149-300x200.jpg)
L’Efsa, Autorità europea per la sicurezza alimentare, ha pubblicato una valutazione scientifica sui fattori che favoriscono la formazione dell’istamina nel pesce, in particolare quello refrigerato confezionato in vendita nei supermercati. L’istamina è una sostanza che si forma quando alcune specie non vengono adeguatamente refrigerate prima della cottura o della trasformazione a livello industriale. Stiamo parlando soprattutto di tonno, sardine, sgombri e acciughe perché la presenza ad alti livelli di istamina non è individuabile, perché non è collegata al brutto aspetto o al cattivo odore del pesce. Una volta che questa tossina si è formata, non può essere distrutta né con la cottura, né con il congelamento o l’inscatolamento.
Nell’Unione europea, l’intossicazione da istamina è una delle malattie più comuni causate dai prodotti della pesca; nel 2013 si sono verificati 42 focolai d’intossicazione, che hanno coinvolto 231 persone. Ma il numero effettivo, afferma la stessa Efsa, è probabilmente superiore a quello segnalato. I sintomi dell’intossicazione di solito compaiono un’ora dopo il pasto e sono caratterizzati da formicolio o bruciore della bocca o della gola, eruzioni cutanee, mal di testa e diarrea.
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La temperatura di conservazione insieme alla durata è il principale fattore che favorisce la formazione dell’istamina, ma le norme europee in vigore non indicano la temperatura da rispettare durante il trasporto e la conservazione nei luoghi di vendita. Il Regolamento europeo 853/2004, dice che il pesce fresco deve essere tenuto a contatto del ghiaccio e, nel caso di pesce fresco confezionato, a una “temperatura vicina a quella del ghiaccio fondente”, quindi con una certa tolleranza, non specificata, rispetto agli 0°C. L’Efsa raccomanda che le future normative indichino chiaramente la temperatura a cui conservare il pesce fresco, che deve essere 0°C, evitando formule generiche e indicazioni empiriche.
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L’istamina NON è una tossina.
Il trattamento termico basta e avanza per la sua degradazione.
L’inscatolamento non può essere considerata pratica di contenimento.
Grazie, comunque, dell’informazione.
Proponiamo una scheda realizzata Giuseppe Arcangeli dell’Istituto sperimentale zooprofilattico delle Venezie.
L’istamina è un composto azotato che rientra nel gruppo delle “ammine biogene”. Il nostro corpo è in grado di produrla per contrastare le infiammazioni, ed è particolarmente abbondante in caso di allergie (tanto da farci assumere i cosiddetti anti-istaminici). La presenza negli alimenti può essere dovuta alla trasformazione dell’amminoacido istidina – presente nella muscolatura dei pesci – in istamina oppure è dovuta all’azione di alcuni enzimi presenti in batteri patogeni Gram negativi (generi: Morganella, Klebsiella, Proteus , Hafnia, Enterobacter, Citrobacter, Vibrio, Photobacterium), che hanno contaminato le carni del pesce dopo la morte. L’istamina è stabile alle alte temperature e non subisce variazioni in seguito alla cottura e all’inscatolamento del pesce: per una completa inattivazione è necessario un trattamento di 90 minuti a 116°C.