Trattore su campo spruzza erbicidi o pesticidi; concept: glifosato

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha rivelato i contenuti di un nuovo documento, che si conclude in una parziale assoluzione del glifosato, l’erbicida sviluppato dalla Monsanto (che nel 2018 è stata acquisita da Bayer) presente in decine se non centinaia di prodotti e che secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità è un probabile cancerogeno. La valutazione è stata effettuata a supporto alla decisione definitiva attesa per la fine dell’anno, con la quale l’Unione Europea dovrà rinnovare o meno l’autorizzazione all’utilizzo dell’erbicida, già severamente regolato in numerosi stati membri e in scadenza il 15 dicembre.

Il documento merita di essere analizzato nel dettaglio, perché contiene diverse frasi critiche o ambigue, che fanno capire quanto resti ancora da studiare e da comprendere, e quanto, in diversi ambiti, la valutazione sia tutt’altro che definitiva. Che sia così, del resto, lo si capisce già dal titolo del comunicato dell’Autorità, che include i due aspetti emersi nella valutazione: “Glifosato: Nessuna area di preoccupazione critica; lacune nei dati identificate”.

Primo piano di un erogatore di pesticidi o fertilizzanti di un trattore
L’Efsa si appresta a pubblicare una nuova valutazione sul glifosato, di cui ha anticipato i contenuti

Per quanto riguarda la prima parte, va ricordato che “una preoccupazione è definita critica quando riguarda tutti gli usi proposti della sostanza attiva oggetto di valutazione (per esempio, impiego in pre-semina o post-raccolto, ecc), impedendone così l’approvazione o il rinnovo”. Pertanto, non stupisce che vi sia una quasi assoluzione: per molti degli ambiti di interesse, semplicemente mancano dati definitivi, pur essendoci ormai migliaia di lavori. Ciò consente all’agenzia di affermare che “l’Efsa non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente”. Forse sarebbe stato meglio esprimersi in modo più dubitativo e non interpretare alla lettera la definizione di ‘critico’, destinata a non essere pienamente soddisfatta, visti i numerosi utilizzi del glifosato e la mancanza di dati per molti di essi.

Del resto, gli esperti dei quattro stati membri che hanno lavorato sull’argomento per tre anni, hanno basato le conclusioni su quanto già affermato dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa), la quale nel 2022 aveva detto che la sostanza non soddisfava i criteri scientifici necessari per essere catalogata come cancerogena, mutagena (cioè capace di provocare anomalie genetiche) o reprotossica (cioè tossica per il feto e in generale per la riproduzione). Tuttavia, si sono anche trovati nell’impossibilità di trarre tutte le necessarie conclusioni per l’assenza o la cattiva qualità dei dati pubblicati, come accaduto nel caso degli effetti sulle possibili impurità presenti nei prodotti, in particolar modo sulle piante acquatiche e, soprattutto, sul rischio alimentare per i consumatori.

Greenpeace, azione dimostrativa contro il glifosato davanti alla commissione europea, 2019
Greenpeace tema che la valutazione potrebbe portare al rinnovo dell’autorizzazione del glifosato

Inoltre, per quanto riguarda la biodiversità, gli esperti hanno riconosciuto che “i rischi associati sono complessi e dipendono da molteplici fattori”. Il che sicuramente è vero, anche ci si potrebbe aspettare che siano proprio le valutazioni complesse quelle per le quali enti come l’Efsa dovrebbero aiutare a fare chiarezza. Ma l’agenzia, che ha come scopo la valutazione della letteratura e solo marginalmente la conduzione di studi in proprio, fa ricadere la responsabilità, anche in questo caso, su chi non ha condotto ricerche adeguate, scrivendo: “si rileva la mancanza di metodologie armonizzate e di specifici obiettivi di protezione concordati. Nel complesso, le informazioni disponibili non consentono di trarre conclusioni definitive su questo aspetto e i gestori del rischio possono prendere in considerazione misure di mitigazione”. In altre parole, ogni stato può decidere autonomamente, perché non ci sono gli elementi per dare indicazioni precise. Infine, una voce è dedicata all’ecotossicologia, cioè ai danni per l’ambiente, e in questo caso il giudizio è tutt’altro che assolutorio, visto che è stato identificato un rischio elevato a lungo termine per i mammiferi in 12 dei 23 usi proposti del glifosato.

L’Efsa pubblicherà integralmente le proprie conclusioni insieme a tutti i documenti di riferimento; la pubblicazione delle conclusioni è prevista per la fine di luglio 2023 e quella dei documenti di riferimento, che ammontano a diverse migliaia di pagine, tra la fine di agosto e la metà di ottobre 2023.

Greenpeace, secondo quanto dichiarato a FoodNavigator, ha subito fatto notare che la valutazione potrebbe prolungare l’approvazione all’impiego del glifosato oltre il dicembre 2023. La sua rappresentante esperta di pesticidi ha infatti sottolineato: “Da anni si accumulano prove sempre sulla tossicità del glifosato per le persone e per l’ambiente, ma l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha deciso ancora una volta di nascondere la polvere sotto il tappeto. La Commissione e i governi hanno il dovere di proteggere la salute e l’ambiente: devono rifiutare la ri-autorizzazione e mettere l’agricoltura europea su una strada sostenibile”. Sempre Greenpeace ha ricordato che, nel 2017, sono state presentate alla Commissione oltre un milione di firme per chiedere il bando del glifosato e lo stesso Parlamento europeo si era impegnato a vietarlo gradualmente dopo il 2022, anche per i suoi effetti devastanti sulle api. Anche l’associazione di consumatori Foodwatch International ha commentato negativamente il documento, sottolineando che la possibile cancerogenicità dichiarata dall’Oms resta e che l’Efsa non ha fornito alcuna risposta chiara. Per tale motivo, la Commissione ha il dovere di vietare il glifosato, in base al principio di tutela della salute e dell’ambiente e a quello di precauzione. Infine, anche l’associazione Corporate Europe Observatory, che vigila sulle aziende, ha lamentato la scarsa qualità del pronunciamento, che trascura una quantità di studi indipendenti pubblicati su riviste peer review, che dimostrano, senza tema di smentite, come il glifosato sia neurotossico e genotossico, e provochi danni al microbiota intestinale così come al suolo, alle acque e alla biodiversità. Difficile negare che sia così.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock, Depositphotos, Greenpeace

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Mirko
Mirko
10 Luglio 2023 13:52

Caspita cara EFSA, chi l’avrebbe mai detto che l’olio di palma fosse più tossico del glifosato.

Beti PIOTTO
Beti PIOTTO
Reply to  Mirko
13 Luglio 2023 19:44

quasi quasi, viste le temperature, ci prepariamo una bibita rinfrescante al glifo-fresco

luigiR
luigiR
10 Luglio 2023 14:12

è possibile che un domani vengano svelate, quali retroscena alla non decisione presa dall’EFSA, le solite pressioni esercitate dalla potente lobby delle multinazionali della chimica, al fine di prolungare il commercio dei loro prodotti, come il glifosate, e proteggere i loro preziosi introiti…la storia si ripete (cit. G.B.Vico)

Francesco
Francesco
11 Luglio 2023 13:33

Dovrebbero questi risultati di non tossicità del glifosate supportati da adeguata bibliografia cosa che manca o è molto scarsa

Riccardo
Riccardo
Reply to  Francesco
12 Luglio 2023 12:51

Ma anche quelli di tossicità. Se lo iarc non lo ha inserito nei cancerogeni certi (insieme agli insaccati) , ma in quella probabili (insieme alla carne rossa), significa che i dati a supporto sono scarsi in entrambi i sensi. Infatti lo iarc non classifica in base ad una classifica di cancerogeneità , ma valuta le prove , ovvero gli studi che dimostrano una tesi e l’altra. E’ da tenere presente che, facendo il parallelo con la carne rossa, le linee guida se pur ammettendo la possibile cancerogeneità , consiglia un massimo di 100g a settimana (..se non sbaglio) ; quindi per ogni cosa c’è una dose tollerata. Considerando che i residui nei prodotti quando ci sono sono minimi (leggevo che nel 50% dei prodotti controllati non ce ne sono e nel 49 virgola qualcosa % sono ampiamente sotto il limite di legge) , direi che possiamo stare vigili ma tranquilli. Semmai il problema è per chi lavora nei campi, e per gli insetti e terreni.

luigiR
luigiR
Reply to  Riccardo
12 Luglio 2023 15:18

io, da consumatore, non starei affatto tranquillo, perché non so cosa possa produrre nel mio organismo quella minima percentuale di pesticida, erbicida, fungicida o qualunque altra sostanza chimica, che sarebbe entro i limiti di legge, dato che non ci sono ancora studi che provino la loro innocuità, considerandoli singolarmente o, peggio, in situazioni “cocktail”.

shadok
shadok
Reply to  luigiR
12 Luglio 2023 23:11

Beh, tenga presente che se l’obiettivo è la “tranquillità assoluta” dovrebbe eliminare dalla sua dieta carni rosse, salumi e carni processate, alcool, aloe vera, qualsiasi cibo esposto a fuoco o brace di legno, cibi fritti (si sa mai a che temperatura), ecc, ecc

giuseppe altieri
Reply to  Riccardo
13 Luglio 2023 09:45

Ogni prodotto è sempre cancerogeno “probabile” in quanto non è detto che a tutti venga il cancro…
…e in ogni caso tra i due pareri scientifici va sempre applicato quello di Precauzione nei confronti della salute ciò vale per tutti i pesticidi e non solo per il glifosate
che oltretutto dovrebbe essere già vietato dal 2014 in quanto vige l’obbligo di produzione integrata in tutta Europa e il glifosate è incompatibile con la produzione integrata in quanto viene sostituito dai mezzi meccanici prioritari e obbligatori. …lavorazioni del terreno e taglio delle erbe sotto le colture arboree

shadok
shadok
Reply to  giuseppe altieri
13 Luglio 2023 17:56

No, non è questo il significato di “probabile cancerogenicità”. E non è nemmeno vero che, in generale, il glifosate è incompatibile con la produzione integrata.

Alberto Mantovani
Alberto Mantovani
13 Luglio 2023 09:39

EFSA ASSOLVE IL GLIFOSATO?
NO, ANCHE SE NON E’ “IL VELENO DEL SECOLO” (GIA’SI SAPEVA)
EFSA non “assolve” il Glifosato (né lo condanna), ha valutato i dati disponibili (tanti, pure troppi) e trae delle conclusioni dai dati stessi che verranno utilizzate dai legislatori per decidere se rinnovare l’autorizzazione all’uso agricolo del Glifosato per tutti gli usi proposti o solo per una parte di essi. E ricordiamo che:
EFSA ha il compito di valutare il principio attivo, non i prodotti: sappiamo che almeno alcuni dei prodotti commercializzati da Monsanto sono più tossici del principio attivo, ad esempio per quanto riguarda l’interferenza endocrina (come ha mostrato lo studio -2019- coordinato dall’Istituto Ramazzini di Bologna, v. il link sotto).
EFSA valuta il rischio (esseri umani, animali, ambiente) utilizzando scenari di esposizione derivati dagli usi proposti, quindi: colture, quantità, durata, modalità. Ad esempio il pesticida XY non rappresenta un rischio per le api per l’uso proposto nella coltivazione delle fragola, mentre lo rappresenta per la vite.
Cosa dice, quindi EFSA sul principio attivo Glifosato utilizzato secondo le modalità proposte?
– Non ci sono “critical areas of concern”, vale a dire non ci sono aspetti che ne raccomandino il divieto tout court: non è cancerogeno (e questo già lo si capiva leggendo il documento IARC), non è un interferente endocrino, tossico per la riproduzione o altamente persistente.
Ovviamente non è acqua fresca, si evidenziano soglie da non superare sia per gli esseri umani sia per gli altri animali e le piante, ma almeno alcuni degli usi consentono di non superare tali soglie
Allora nessun problema?
SI che ci sono problemi
– In primis per i mammiferi selvatici o sinantropi (che vivono accanto a noi senza essere domestici): una valutazione cautelativa (“ragionevole caso peggiore”) indica un rischio elevato a seguito di esposizione a lungo termine per 12 su 23 degli usi proposti
– Carenze di dati importanti (e secondo me sorprendenti per una sostanza oramai ampiamente studiata):
a) tossicologia: la possibilità che una impurezza sia genotossica (danneggi il DNA) non è stata chiarita; mancano dati sui possibili effetti sullo sviluppo neurocomportamentale, i quali non possono essere esclusi completamente;
b) per noi consumatori, i residui per colture importanti come carote, lattuga, grano. EFSA non ritiene probabile che ulteriori dati portino ad evidenziare un rischio, e qui sarà importante leggere il parere completo
c) per gli organismi ambientali, la tossicità per le piante acquatiche in seguito a usi con spray
Vi sono poi alcuni aspetti scientificamente complessi per i quali i modelli e i criteri sono ancora in evoluzione: gli effetti sulla biodiversità, quindi a livello ecosistemico più che di singole specie (ad es., equilibrio prede-predatori) e gli effetti sul microbioma, che per il Glifosato potrebbero essere di un certo significato. Su questi aspetti EFSA suggerisce ai legislatori -nell’incertezza- di considerare misure di riduzione del rischio. Sarà molto interessante leggere il documento completo.
Due conclusioni personali: c’è ampio spazio per la ricerca, vale a dire per produrre dati validi sulle attuali lacune conoscitive, nonché per produrre modelli innovativi
Soprattutto c’ampio spazio per il legislatore europeo, considerando sia le evidenze disponibili, sia le incertezze (importanti), sia le possibili alternative (a me risulta ci siano e che il Glifosato non sia affatto insostituibile, ma qui cedo la parola ai competenti). Come cittadino italiano ed europeo, qualche misura di riduzione del rischio me l’attendo.

giuseppe altieri
13 Luglio 2023 09:46

ogni prodotto è sempre cancerogeno “probabile” il quanto non è detto che a tutti venga il cancro…
…e in ogni caso tra i due pareri scientifici va empre applicato quello di Precauzione nei confronti delal salute
ciò vale per tutti i pesticidie non solo per il glifosate
che oltretutto dovrebbe essere gia vietato dal 2014 in quanto vige l’obbligo di produzione integrata in tutta europa e il glifosate è incompatibile con la produzione integrata in quanto viene sostitutito dai mezzi meccanici prioritari e obbligatori.
…lavorazioni del terreno e taglio delle erbe sotto le colture arboree

Valerio
Valerio
13 Luglio 2023 11:47

Buongiorno, andrebbero chiariti alcuni aspetti. Da altre pubblicazioni avevo inteso che il parere dell’IARC riguardava il formulato nel suo complesso, mentre il parere EFSA riguarderebbe soltanto il principio attivo. Dato che il principio attivo rappresenta solo una parte del formulato (circa il 30%), è evidente che gli effetti complessivi sulla salute umana e l’ambiente sono causati dall’intero formulato che comprende altre sostanze. Questa valutazione parziale riguarda tutti i fitofarmaci, ad esempio nelle analisi multiresiduali sugli alimenti vengono generalmente ricercati solo i principi attivi, e non le altre sostanze che possono avere anch’esse effetti sulla salute e sull’ambiente. Di questa parzialità il glifosato si è particolarmente avvantaggiato, tanto che all’inizio della commercializzazione veniva pubblicizzato come fitofarmaco praticamente biodegradabile, dato che dopo pochi giorni non veniva più rilevata la presenza del principio attivo nell’ambiente. Peccato che dopo alcuni anni sia stato dimostrato che il principio attivo originava diversi metaboliti (sostanze che si generano a partire da una determinata molecola che si degrada nell’ambiente), con effetti dannosi sulla fauna e sulle acque, e che ora troviamo comunemente nelle nostre acque potabili. Chiedo conferma sulla diversa matrice valutata da IARC (formulato complessivo) ed EFSA (principio attivo), se emerge dai pronunciamenti pubblici dei 2 organismi. Inoltre non a tutti è chiaro che questi pareri si basano quasi esclusivamente su una semplice rivalutazione periodica degli studi pubblicati, e che come in altri ambiti (es. farmaceutica, PFAS), gli studi sono eseguiti e pubblicati da chi ha risorse e interesse per farlo, cioè le case produttrici, che naturalmente eseguono e pubblicano gli studi al fine di evidenziare gli aspetti positivi della sostanza, e non certamente quelli negativi o pericolosi. Gli aspetti negativi, come dimostrano innumerevoli esempi (tabacco, amianto, talidomide, decine di fitofarmaci, ecc.), emergono inevitabilmente nel tempo, ma la limitazione all’uso delle sostanze è ritardata dalla potenza di fuoco delle case produttrici, che riescono per anni a screditare qualsiasi ricercatore o studio che sollevi dei dubbi, finanziando una mole di pubblicazioni e studi in senso contrario. Il glifosato è soltanto una delle migliaia di sostanze chimiche che immettiamo nell’ambiente, e per ognuna di esse sarebbe ingenuo dimenticare che le sostanze o i loro effetti ce li ritroveremo ovviamente nell’aria, nel suolo, e negli esseri viventi, compresi i nostri corpi.

eva
eva
13 Luglio 2023 12:07

Bell’articolo. Critivco ma puntuale nell’indicare lo stato dell’arte del percorso autorizzativo.

Rosarita Ugolini
Rosarita Ugolini
13 Luglio 2023 14:06

Complimenti, articoli sempre molto interessanti e commenti competenti. Grazie

gianni
gianni
13 Luglio 2023 14:57

https://www.alimenti-salute.it/rassegna-stampa/glifosato-si-conferma-interferente-endocrino
Da socio dell’istituto Ramazzini di Bologna conosco lo sconcerto dei ricercatori sui voltafaccia e sulle decisioni equilibristiche delle autorità.

https://www.greatitalianfoodtrade.it/sicurezza/glifosato-interferenza-endocrina-e-tumori-nuove-evidenze/
—–Gli interferenti endocrini hanno raccolto un consenso scientifico, nel 2020, per quanto attiene alle loro 10 ‘caratteristiche chiave’. (5) E il glifosate ha mostrato ben 8 delle suddette caratteristiche, in vivo e in vitro……….

https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0269749121005844
Maternal urinary levels of glyphosate during pregnancy and anogenital distance in newborns in a US multicenter pregnancy cohort☆

Manca effettivamente l’unanimità degli esperti sugli effetti ecc.ecc. ma credo che il punto di discussione non sia questo, le prove ci sono e vengono da organismi indipendenti certificati.
Dopo decenni di studi ancora ci sono campi inesplorati ma alcuni aspetti sono chiarissimi, altro che controversie……
Ma le decisioni dell’esaminatore odierno sembrano più che altro politiche, comprensibilmente e dannatamente politiche e non precauzionali come dovrebbero suggerire i tanti studi contrari.

Inoltre si dice che il principio attivo singolo non ha motivo di essere vietato, ebbene tutte le varie formulazioni esaminate sono state bocciate perchè pericolose, avanti con le prossime miscele che verranno esaminate nei prossimi decenni…………a proposito di errori circolari.

giuseppe altieri
Reply to  gianni
13 Luglio 2023 18:24

Sembra che tutti abbiano i cervelli un pò bloccati… proviamo a sbloccarli con un pò di ragionamento Etico-forense…
Il Principio di Precauzione “Impone” il divieto del Glifosate, sine die, almeno finchè non ne sia dimostrata l’innocuità… e non l’autorizzazione finche non sia dimostrato il danno!!!
Un aminoacido modificato come il glifosate è un’arma di ditruzione di massa (non biodegradabile) che va a interferire nelle sintesi delle proteine e del dna, con effetti imprevedibili e sicuramente pericolosi per la salute (incremento di allergie, celiachie e alterazioni enzimatiche che si ripercuotono anche sulle mutazioni del dna e sugli effetti epigenetici di mal funzionamento… da cui derivano cancri …come il Linfoma Non hodgkin, un cancro del sangue “CAUSATO DAL GLIFOSATE”, così come hanno stabilito i giudici americani i quali risarciscono ogni parente delle vittime di Linfoma con circa 200 milioni di dollari…
E, se lo stabilisce il Giudice vuol dire che il Glifosate è cancerogeno e non si può discutere !!!
La Bayer deve risarcire almeno 20.000 miliardi alle vittime del linfoma non hodgkin…

E sono peggio ancora i recenti fungicidi Bayer che agiscono sui mitocondri dei funghi e che vengono irrorati massicciamente sui cereali, quando abbiamo alternative molto migliori, come i rameici classici ed evoluti (ad assorbimento) gli zolfi innocui e fertilizzanti, i microrganismi utili antagonisiti, ecc, … Ricordo che l’analisi dei danni mitocondriali al dna di questi organelli cellulari, uguali in tutti gli esseri viventi, sono la base per le diagnosi di cancri e tumori e molte altre malattie genetiche… Qualcuno comincia a sospettare di questi fungicidi: blocchiamoli prima che sia troppo tardi, anzi visto che è già troppo tardi…
Dopo 70 anni di pesticidi irrorati senza raziocinio, con alternative molto più efficienti e oltretutto sovvenzionate dal 1992 dai fondi europei agroclimatico-ambientali, è assurdo ragionare ancora sulla dimostrazione dei danni… prima di vietare i pesticidi.
L’obbligo di produzione integrata sul tutto il territorio europeo impone l’uso prioritario e obbligatorio di tutte le tecniche biologiche e quelle chimiche solo in casi eccezionali in presenza di danni superiori alle soglie di intervento economiche…
Il glifosate viene sosituito da mezzi meccanici, sovvenzionati dai fondi UE, e se proprio volete pulire un piazzale dall’erbaccia potete usare l’aceto… lo si trova anche per uso agricolo, e si decompone rapidamente dopo aver disseccato le piante… magari con un pò di sale, che funziona anche meglio… e ci condite anche l’insalata…
…molto meglio che condirla con il Glifosate cancerogeno “probabile”…
probabile, certamente… e se ti viene il linfoma non hodgkin… la probabilità si è estrinsecata sul tuo corpo.. e, quindi, il giudice americano (e anche italiano se si fanno le cause) vi risarcisce i danni…

Usiamo sempre la Locica, L’Etica e il Diritto… e contestualizziamo sempre ogni intervento tecnico scientifico in questo ambito Costituzionale, altrimenti finiamo come siamo già da tempo… nel Far west (illegale e tollerato, indegno di una repubblica basata sulla Legge) dei Pesticidi e disseccanti, ripeto, non biodegradabili… che si bioaccumulano…
E le statistiche, impietos,e non lasciano scampo: Italia con Record Mondiale dei Tumori infantili e la massima perdita di aspettativa di vita sana negli ultimi 2 decenni…

STOPesticidi e STOPOGM…
L’Agroecologia può sfamare il doppio della popolazione modiale dimezzando il consumo di risorse alimentari… basta chiudere gli allevamenti industriali che consumano almeno come 30 miliardi di esseri umani… per elimentare 3 miiardi di obesi e ammalati per residui di glifosate, pesticidi, medicinali, ogm… Nel contempo ripristinando, in modo agroecologico le foreste primarie e i paesaggi rurali, contro la distruzione dell’Humus dei tereni e prevenendo i dissesti idrogeologici drammatici… che ci ahnno portato letteralmente ad affogare nel Liquame… (drammi dell’Emilia romagna, Senigallia, Prosecco, ecc ecc…).
Non saliamo sui corpi dei nostri padri e dei nostri figli… pur di tirar fuori il naso dal liquame in cui siamo caduti…
BASTA BAYER-MONSANTO, SYNGENTA, BASF… prima di loro c’è il DIRITTO alla salute !!!
Prof. Giuseppe Altieri, Agroecologo

Beti PIOTTO
Beti PIOTTO
13 Luglio 2023 19:33

Secondo me c’è un’abbondantissima documentazione su ricerche condotte che dimostrano la pericolosità del glifosato. Le morie di api non possono essere tutte attribuite all’imperizia degli agricoltori. A questo punto sembrerebbe che ci sono le condizioni per rinnovare/allungare l’impiego di questo pesticida. Sono delusa.