Se le elezioni inglesi, in programma il prossimo 4 luglio, andranno come tutti i sondaggi prevedono, e cioè sanciranno una vittoria schiacciante dei laburisti, poco tempo dopo la vendita di energy drink potrebbe essere vietata a tutti coloro che hanno meno di 16 anni. La misura, insieme ad altre volte a tutelare la salute di bambini e ragazzi, è stata inserita nel programma elettorale, anche in conseguenza di un appello sottoscritto da oltre 40 associazioni di medici ed esperti.

Gli energy drink

Gli energy drink sono sotto accusa da tempo, e la loro vendita ai minorenni è sottoposta a restrizioni anche in altri Paesi come la Lituania, la Lettonia e la Polonia, principalmente per due motivi: l’elevato contenuto in caffeina e in zuccheri. Una porzione da 250 ml contiene in media 80 mg di caffeina (circa 320 mg per litro), cioè quanto una tazza di caffè a filtro da 200 ml, o tre lattine di una bibita alla cola, ma alcuni marchi ne contengono anche di più.

In media, poi, queste bevande hanno una concentrazione di zuccheri che è fino al 65% più alta rispetto a quella dei soft drink non energizzanti, oltre alla taurina, a diversi sali minerali e a ingredienti che variano da un prodotto a un altro. E l’insieme di caffeina e zucchero può essere molto pericoloso per i più giovani, soprattutto se, come accade spesso, si consumano più lattine nell’arco della giornata.

La metanalisi della svolta

energy drink bicchiere lattine ghiaccio
Nell’ultimo anno il mercato inglese degli energy drink è cresciuto del 21,6%

Nello scorso mese di gennaio, la rivista scientifica Public Health ha pubblicato i risultati di una metanalisi che aveva incluso 57 studi, per un totale di 1,2 milioni di ragazzi coinvolti in 21 Paesi. La conclusione principale era stata una forte associazione tra consumo di energy drink e la propensione all’assunzione di alcol, al fumo, a comportamenti alimentari errati (soprattutto binge eating) e alle sostanze d’abuso, e poi insonnia, rischio suicidio, stress, attacchi di panico, deficit di attenzione e scarso rendimento scolastico, reazioni allergiche, carie e altri problemi dentali e resistenza all’insulina.

A quel punto, nel Regno Unito, Paese dove alcune catene della GDO avevano scelto di non vendere questi prodotti, e dove gli avvisi sulle etichette e sulle confezioni si sono rivelati del tutto inefficaci, oltre 40 tra associazioni di consumatori, società scientifiche di pediatria, medicina interna, diabetologia, obesità e nutrizione avevano chiesto misure restrittive alla vendita e alla pubblicità. Anche Jamie Oliver, il famoso cuoco, si era espresso contro gli energy drink, che aveva definito “un incubo”, ma da allora non è successo nulla. Il Labour Party ha quindi deciso di recepire l’invito, inserendolo nel suo Labour’s Child Health Action Plan, e ha proposto di vietare la vendita di tutte le bevande con più di 150 mg di caffeina per litro a tutti gli under 16. I marchi più popolari come Red Bull, Monster, Rockstar e Prime rientrerebbero tutti nel divieto, avendo concentrazioni di caffeina mediamente superiori.

Il mercato degli energy drink in UK

Nell’ultimo anno (fino a settembre 2023), il mercato inglese degli energy drink è cresciuto del 21,6%, raggiungendo i 2,2 miliardi di sterline, secondo i dati pubblicati dal sito The Grocer.

In teoria esisteva già un divieto per gli under 16, approvato nel 2019, ma non è mai entrato in vigore. L’associazione di produttori The British Soft Drinks Association ha introdotto da tempo un codice che impegna gli associati a non realizzare campagne pubblicitarie di energy drink rivolte ai minorenni e a inserire nelle confezioni diciture sul possibile rischio, ma in tutta evidenza questo non basta. In una debole difesa illustrata dal sito Food Navigator, il suo direttore generale Gavin Partington ha affermato che l’EFSA ha promosso i singoli ingredienti, e che iniziative quali quella annunciata devono essere sostenute da prove scientifiche. Come se i dati di 1,2 milioni di ragazzi non lo fossero.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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Franco
Franco
19 Giugno 2024 06:56

Scelta condivisa. E in Italia? Lasciamo perdere!!

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