L’Associazione Nazionale Dietisti (ANDID) ha recentemente lanciato una campagna contro l’abusivismo professionale per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla pletora di disinformazioni nutrizionali che l’industria della dieta produce ogni giorno: personal coach, sedicenti nutrizionisti, palestre, centri di estetica, nullafacenti che avvisano, suggeriscono, consigliano prodotti o nuove filosofie dietetiche.
Come tutte le discipline anche la nutrizione ha i suoi esperti: tra questi, i dietisti sono gli unici professionisti ad avere nel loro curriculum una specifica formazione tecnica nel gestire la nutrizione e la dietetica nel sano e nel malato. Poi ci sono altre figure che sono i medici dietologi (specialisti in scienza dell’alimentazione) e i biologi che hanno fatto degli studi nel campo della nutrizione (corsi universitari, specializzazioni o master universitari post laurea) e a buon titolo possono essere indicati come “nutrizionisti”. In realtà oggi il termine “nutrizionista” è molto abusato, tanto che basta scrivere un libro o parlare di nutrizione per rientrare nella categoria, almeno a livello mediatico.
Sui giornali si leggono spesso articoli e interviste di esperti che non sono né dietologi né nutrizionisti, anche se hanno scritto diversi libri di successo sull’alimentazione. Oggi TV, radio, riviste e internet sono in grado di creare dal nulla “esperti in nutrizione”, recensendo libri sull’argomento molto gettonati in libreria, ma scritti da illustri sconosciuti. Lo ha capito molto bene un altro personaggio, Adriano Panzironi, che dopo aver pubblicato il libro “Vivere sino a 120 anni” si è fatto intervistare su argomenti di cui non ha competenze certificate: la nutrizione e la medicina. Un esempio di domanda è questa: “qual è l’alimentazione adatta per la rettocolite ulcerosa?” E Panzironi risponde dicendo cose senza senso, ma che molti italiani ascoltano. Chi è questo personaggio? È un medico? Quali titoli di studio ha?
La televisione ha una grossa responsabilità perché genera personaggi in grado di avere un grande impatto mediatico, che però non hanno adeguate qualifiche per dissertare su temi delicati. Il pubblico pensa che chiunque appaia sullo schermo sia un luminare e spesso si dimostra disponibile a seguirne i consigli. Così si spiega il successo di personaggi come il farmacista di Desio, Alberico Lemme che propone dotte disquisizioni sulla nutrizione e sulle diete.
Anche la sovraesposizione dei cittadini a informazioni dietetiche veicolate da veri nutrizionisti alla TV/radio o giornali può avere degli effetti deleteri. È risaputo che troppi dettagli tecnici possono rendere meno efficaci i messaggi semplici che andrebbero ripetuti spesso, come ad esempio l’invito a “non bere bevande zuccherate” o a “ridurre la quantità di sale”.
Andava meglio quando in passato c’erano solo quattro medici dietologi a divulgare la nutrizione alla TV? Forse. Anche se in presenza di pochi opinion leader, c’è il rischio che l’industria alimentare possa condizionare in qualche modo gli esperti con premi, riconoscimenti, sponsorizzazioni o rimborsi per conferenze… È singolare che per oltre 20 anni i media abbiano continuato a raccontare quanto faccia bene bere un bicchiere di vino rosso al giorno e, allo stesso tempo, si siano “dimenticati” di precisare che l’alcol è una sostanza cancerogena. Eppure questo concetto in campo scientifico è noto da almeno 30 anni. Inoltre, ci hanno decantato per anni le virtù delle merendine tralasciando il fatto che sono alimenti ad alta densità calorica, ricche di zuccheri aggiunti (che favoriscono la carie) e di grassi, un tempo idrogenati (trans) e poi saturi da olio di palma.
In conclusione, non è sufficiente essere dei nutrizionisti preparati ma è necessario anche essere liberi da conflitti di interesse. Anche se molti si fregiano del titolo di dietologo o nutrizionista, pochi sono quelli che hanno veramente i titoli formali in materia. Purtroppo non tutti i medici e i biologi sono esperti in nutrizione, ma sicuramente tutti i dietisti lo sono.
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medico nutrizionista
GRAZIE!!
Anche lei signor pratesi medico nutrizionista. ..la questione del vino un bicchiere al giorno fa bene visto che contiene il resvatrolo e glielo dice una che beve solo h20 naturale, preferibilmente da rubinetto, quando è possibile. ..le merendine fanno male anzi malissimo perché hanno un alto contenuto di zuccheri che predispone a malattie come il DIABETE E L’INSULINA RESISTENZA OLTRE A MALATTIE CARDIOVASCOLARI;la carie è l’ultimo dei problemi. ..l’olio di palma sign. dottore è un grasso saturo come tanti altri, la campagna fatta da voi e da tanti altri consumatori sensibili ha più un senso per la tutela dell’ambiente. ..il vero problema in fatto di nutrizione è che tutti ne abusano anche i professionisti titolati che spesso dicono cose in contraddizione tra loro. ..io per fortuna visto che sono dotata di un cervello prima di credere e applicare quello che mi dicono anzi che dite voi medici mi documento, al differenza di ciò che fa credere in questo articolo i consumatori sono persone intelligenti, certo non tutti. ..così come i medici non tutti sono preparati allo stesso modo
La risposta “vino un bicchiere al giorno fa bene visto che contiene il resvatrolo” senza citare fonti scientifiche o articoli e’ il classico sistema per non documentarsi e non documentare.
Consiglio alla signora Giuliana l’altro articolo di Antonio Pratesi:
http://www.ilfattoalimentare.it/alcol-nutrizionisti-giornalisti.html
l’articolo di Marco Bella ( e i link correlati):
https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/15/alimentazione-bicchiere-vino-giorno-toglie-davvero-medico-torno/1422660/
e quelli di Dario Bressanini:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/category/vino/page/1/
Buona lettura.
Condivido le conclusioni del Dr. Pratesi, alle quali mi permetto di aggiungerne una mia.
La conoscenza scientifica, tutta ed in particolare medica e dietologica comprese, sono scienze statistiche non assolute e soprattutto in divenire continuo.
Spesso le ultime scoperte in campo medico superano ed alcune volte contraddicono, per scarsa conoscenza passata, le reali cause del malessere.
Ci sono molti esempi di passate ed anche recenti indicazioni che sono contraddette da nuovi studi e nuovi indirizzi sia terapeutici sia nutrizionali (l’esempio del bicchiere di vino è emblematico).
Vorrei attirare l’attenzione in modo particolare all’immenso campo poco esplorato ed ancora oggetto di conflitti d’esistenza, come quello delle intolleranze alimentari.
Campo figlio di pochi ricercatori, considerati a volte stregoni e nelle migliori delle ipotesi pionieri senza prove scientifiche.
Appunto campo medico nutrizionistico tutto in divenire, dove apertura mentale, ricerca ed umiltà dovranno collaborare, pena il prosieguo dell’attuale ignoranza generale.
Il vino contiene resveratrolo solo in MINIME tracce, essendo sintetizzato dall’uva in risposta ad attacchi fungini. E anche se lo contenesse NON e’ biodisponibile (= ne mangi quanto vuole, nel suo sangue ne trova poche molecole). Anche se fosse biodisponibile, anni di studi e centinaia di milioni di dollari dopo hanno dimostrato che non ha attività biologiche degne di nota.
Non prendiamocela con chi dà consigli alimentari senza avere formazione, perchè la stessa cosa viene fatta quotidianamente dai medici e dai pediatri, i quali non hanno assolutamente una formazione in materia. Io rimango dell`idea che nella laurea in medicina dovrebbe essere OBBLIGATORIO almeno un esame in alimentazione, giusto per evitare di dire fesserie a chi pende dalle labbra dei ns bei camici bianchi… cose tipo che il latte fa bene per l`osteoporosi e il vino fa buon sangue…
Concordo in pieno con le sue considerazioni ed aggiungo che finché non si farà chiarezza sulla differenza tra allergie, intolleranze alimentari e diete dimagranti, la confusione imperante è il risultato dei conflitti d’interesse tra molte figure professionali per contendersi i clienti.
Mentre la classe medica di base, salvo rare eccezioni, non ha una formazione adeguata ne aggiornata al ruolo istituzionale che svolge.
A Medicina il corso di nutrizione e’ opzionale. Questo dice tutto….
Avete omesso Marco Bianchi. Zero titoli. Impazza in tv e dice cose assurde,oltre a pubblicizzare di tutto.
Sarebbe ora che qualcuno iniziasse a denunciare questi abusi della professione.
Di Marco Bianchi ne abbiamo parlato in questo articolo http://www.ilfattoalimentare.it/alimentazione-tv-berrino-lemme-marco-bianchi.html
Non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che il dietista esca da un corso di studi triennale e il nutrizionista da una laurea magistrale -5 anni- e abbia un ordine professionale cui accedere tramite esame di stato. Quindi il nutrizionista mi sembrerebbe la figura più qualificata visto che non si occupa solo di alimentazione ai fini terapeutici ma anche di alimentazione funzionale alla salute in senso lato (anche in assenza di patologie)?
In realtà non mi risulta ci sia alcuna laurea specifica che dia il il titolo di “nutrizionista”, termine generico che indica uno specialista in nutrizione umana.
Il dietista è ovviamente un nutrizionista: il suo corso di studi di 3 anni è finalizzato allo studio della nutrizione umana con corsi, esami e tirocini specifici per questo scopo.
I dietisti per ora non hanno ordine perché per legge il loro esame di stato abilita all’esercizio della professione e dunque non è richiesta un’iscrizione ad un albo. Hanno tuttavia la possibilità di iscriversi all’associazione di categoria, Andid, riconosciuta dal ministero della salute.
Il dietista “svolge attività didattico – educativa e di informazione finalizzate alla diffusione di principi di alimentazione corretta tale da consentire il recupero e il mantenimento di un buono stato di salute del singolo, di collettività e di gruppi di popolazione” quindi non tratta solo i malati. http://bit.ly/2iYQTyZ
“Laurea magistrale di 5 anni, ordine professionale cui accedere tramite esame di stato”: immagino lei si riferisca ai biologi che scelgono di fare i nutrizionisti dopo aver superato l’esame di stato sezione A cui possono accedere biologi con un curriculum eterogeneo (talora poco attinente alla nutrizione umana).
Chi può accedere all’esame di stato sezione A:
Classe LM 7 (7/S) – Biologie agrarie
Classe LM 8 (8/S) – Biotecnologie industriali
Classe LM 9 (9/S) – Biotecnologie mediche, veterinarie, e farmaceutiche
Classe LM 75 (82/S) – Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio
Classe LM 61 (69/S) – Scienze della nutrizione umana
Esatto, parlo proprio della laurea magistrale in Scienze della Nutrizione LM-61, attiva nella maggiorparte degli atenei Italiani. Questa è una laurea che prepara non solo alla professione di nutrizionista ma anche ad altre più tecniche come il controllo della qualità nella distribuzione alimentare.
Non sto dicendo che è meglio o peggio, stavo solo constatando che il Dietista ha un EQF di 6° livello mentre il Nutrizionista ha un EQF di 7° livello e deve necessariamente iscriversi all’albo come Biologo Nutrizionista per esercitare la professione.
Quindi, niente polemica, mi sembrava solo che l’articolo non fosse proprio completo nel descrivere il Dietista come unica figura di riferimento, inoltre non è corretto non parlare del “nutrizionista” come figura vaga visto che ha un percorso di formazione decisamente più lungo e certificato con esame di stato.
cit. articolo: “Come tutte le discipline anche la nutrizione ha i suoi esperti: tra questi, i dietisti sono gli unici professionisti ad avere nel loro curriculum una specifica formazione tecnica nel gestire la nutrizione e la dietetica nel sano e nel malato. Poi ci sono altre figure che sono i medici dietologi (specialisti in scienza dell’alimentazione) e i biologi che hanno fatto degli studi nel campo della nutrizione (corsi universitari, specializzazioni o master universitari post laurea) e a buon titolo possono essere indicati come “nutrizionisti”.”
Vorrei solo aggiungere, che molti Biologi, al pari di molti Medici, hanno frequentato la Scuola di Specializzazione in Scienza del’Alimentazione presso la Facoltà di Medicina (4 anni, accesso consentito a Medici, Biologi e Farmacisti in possesso della laurea magistrale), ottenendo il titolo di Specialista in Scienza dell’Alimentazione.
Buffo è che, se non vado errato, al laureato in Scienza della nutrizione (laurea magistrale) compete il titolo di “Specializzato in…”, mentre a chi si è diplomato alle scuole di specializzazione compete il titolo di “Specialista in…”, con grande confusione per l’utente.!
mi correggo:
al termine della laura biennale il titolo Accademico è Dottore Magistrale in ….
al termine della specializzazione il titolo Accademico è Specialista in….
http://www.istruzione.it/urp/corsi_tit_acc_italiani_universita.shtml
quindi il termine di laurea specialistica ed il conseguente titolo Accademico di Specializzato in… dovrebbe essere obsoleto
Certamente la Specializzazione in Scienza dell’Alimentazione dopo la laurea in Biologia consente un’ottima preparazione.
Rispondo a Silvia. Per chiarezza occorre dire che i 3 anni di Laurea in Dietistica sono più lunghi dei 2 anni della magistrale in Scienze della Nutrizione Umana e soprattutto che la triennale che prepara alla professione sanitaria di dietista prevede corsi, esami e tirocinii specifici per seguire pazienti che necessitano di una determinata dieta (su indicazione del medico).
L’esame di stato (sez. A) che il Biologo sostiene alla fine della laurea magistrale è abilitante a svolgere la professione di Biologo … non la professione di “Nutrizionista” che in realtà non esiste (ancora), non avendo il legislatore stabilito le mansioni specifiche che dovrebbe svolgere (il Nutrizionista).
Inoltre possono iscriversi all’albo dei Biologi sez.A (che possono svolgere l’attività di Biologo Nutrizionista) anche non Biologi (LM-9,61 e 75) o Biologi che non hanno la magistrale in Scienze della Nutrizione, purché abbiano superato l’esame di Stato sez.A.
Quindi non tutti i Biologi Nutrizionisti hanno la stessa preparazione e questo si vede dal tipo di indicazioni dietetiche che forniscono alle persone.