Non c’è solo la dieta paleo nel mirino dell’Ordine dei biologi. Oltre al caso del nutrizionista sostenitore della cosiddetta dieta paleolitica sospeso per un mese, il Consiglio di disciplina ha sanzionato un’altra biologa con sei mesi di sospensione dall’attività professionale perché elaborava piani alimentari via internet, senza aver mai incontrato e valutato i propri pazienti, nemmeno via Skype. Il provvedimento era stato deciso già nel mese di gennaio, ma è stato reso noto solo di recente dall’Onb.
Secondo quanto rivela il Consiglio di disciplina, per ricevere una dieta dalla nutrizionista in questione era sufficiente visitare il suo sito web, dove si poteva trovare una scheda da compilare e inviare alla dottoressa, e pagare il compenso di 150 euro per il “dimagrimento rapido in un mese” o 90 euro per il “mantenimento”, per ottenere un piano alimentare personalizzato.
Prescrivere una dieta online, oltre a costituire una violazione del codice deontologico dei biologi (articolo 2, commi 3 e 5, e articolo 8, comma 3), può essere molto pericoloso per la salute del paziente, che non piò essere valutato adeguatamente. Come spiega l’organo di disciplina dell’Onb, “l’attività professionale del biologo nutrizionista si basa, prevalentemente, sulla valutazione dei bisogni energetici e nutritivi del paziente. Una valutazione che, se riferita al singolo individuo, prevede l’applicazione di una serie di strumenti e di metodiche specifici che non possono prescindere dal rilievo di alcune misure antropometriche”. Attività che quindi non può essere svolta via internet.
In particolare, l’Onb ricorda che elaborare piani alimentari – un’attività considerata a tutti gli effetti come prestazione sanitaria – senza aver mai visitato il paziente di persona è “contrario ai principi generali di professionalità specifica (art. 2, comma 5), improntata al principio di scienza, coscienza e perizia qualificata (art.8, comma 3)”, con l’obbligo di rifiutare l’incarico quando non può svolgerlo con sufficiente cura e competenza.
La professionista in questione si è difesa affermando di aver svolto la propria attività “con scienza e perizia qualificata”, e per dimostrarlo ha citato l’alta percentuale di clienti soddisfatti. Eppure la nutrizionista in passato era già stata sanzionata per la stessa ragione, ma all’epoca si era giustificata affermando di non sapere che elaborare diete online è in contrasto con il codice deontologico e che avrebbe valutato “in futuro come comportarsi”. Un precedente che agli occhi del Consiglio di disciplina rende ancora più grave questa condotta.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare