Tra i tanti regimi alimentari che un tempo spopolavano sulle riviste e ora si diffondono su internet grazie a blog e social network, non può mancare l’intramontabile dieta del gruppo sanguigno. Ma fa veramente bene alla salute come affermano i suoi promotori? “Una sana alimentazione fa bene alla salute ma i gruppi sanguigni non c’entrano nulla.” spiega Issalute, il sito di informazione dell’Istituto superiore di sanità, che ha una sezione dedicata a bufale e miti.
La dieta del gruppo sanguigno, spiega Issalute, è una dieta calibrata su misura per i quattro gruppi sanguigni – 0, A, B e AB – secondo una teoria per cui ci sono cibi ‘benefici’, ‘neutri’ e ‘nocivi’ per ognuno di essi. Per cui un alimento salutare per il gruppo sanguigno A potrebbe essere dannoso per il B e neutro per lo 0. Ovviamente, secondo questa teoria gli alimenti ‘nocivi’ provocano danni all’organismo e l’insorgenza di patologie, quindi il loro consumo deve essere evitato o ridotto. Al contrario, una dieta basata sugli alimenti ‘benefici’ sarebbe addirittura in grado di guarire alcune malattie.
“Questa idea di dieta – scrivono gli esperti – parte dal presupposto che esista una stretta correlazione tra gruppo sanguigno, cibo e sistema immunitario, sostenendo che i gruppi sanguigni siano nati in seguito all’evoluzione umana dovuta al cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione.” Questa teoria, però, non ha alcuna base scientifica, e nessuno studio ne ha mai dimostrato l’efficacia, né l’esistenza di un collegamento tra i diversi regimi e i gruppi sanguigni a cui vengono associati. È la sana alimentazione ad avere un effetto benefico sull’organismo, qualsiasi sia il gruppo sanguigno dell’individuo che la segue. Infatti uno studio in cui le quattro diete per i gruppi sanguigni sono state assegnate casualmente ai partecipanti ha mostrato comunque un effetto positivo, indipendentemente dal profilo AB0 delle persone.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare