A un mese dal rinvio a giudizio per abuso della professione medica, piovono nuovi guai giudiziari sulla testa di Adriano Panzironi, l’inventore di ‘Life 120’ (regime alimentare a bassissimo contenuto di carboidrati e basato su integratori che promette di far vivere 120 anni e curare gravi patologie, tra cui il diabete). Il giornalista che si improvvisa nutrizionista questa volta è stato denunciato in sede civile e penale proprio dalla Società italiana di diabetologia (Sid) e dall’Associazione dei medici diabetologi (Amd).
“Panzironi ha diffamato la classe dei diabetologi, accusandoci di ‘consigli criminali’ in riferimento alle indicazioni dietetiche fornite dagli specialisti” spiega il presidente della Sid Francesco Purrello, nell’annunciare l’iniziativa legale all’Ansa. Secondo il creatore di ‘Life 120’, aggiunge Purrello, “i diabetologi agirebbero per mantenere alta la glicemia delle persone con diabete al fine di non perdere pazienti. Inoltre, propone tesi e regimi alimentari totalmente privi di basi scientifiche”.
Oltre al procedimento per abuso della professione medica, Panzironi è stato sanzionato due volte dall’Antitrust. La prima è arrivata nel 2018, quando sulle società del giornalista sono piovute multe per un totale di 476 mila euro per la comunicazione ingannevole e la pubblicità occulta degli integratori Life 120 nel programma Il Cerca salute. La seconda è arrivata alla fine di settembre 2019, sempre per pubblicità ingannevole: questa volta la sanzione è stata pari a 250 mila euro.
Anche l’Agcom è intervenuta multando l’emittente Life 120 Channel per 260 mila euro perché il programma avrebbe “trasmesso informazioni pubblicitarie potenzialmente lesive della salute degli utenti”, citando un parere del Consiglio superiore della sanità, secondo cui il metodo ‘Life 120’ sarebbe “disinformazione nutrizionale”.
Nonostante ciò, Panzironi continua ad avere un’ampia visibilità mediatica, sia attraverso la continua trasmissione del Cerca salute sul Life 120 Channel e numerose emittenti locali, sia, più recentemente, grazie alle ospitate nel programma di Canale 5 Non è la D’Urso.
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