Le prime pagine dei media di tutto il mondo sono piene di notizie sul nuovo coronavirus. Di notizie, e anche di imprecisioni, innescate inizialmente dalla versione dei primi comunicati del governo cinese e proseguite poi sulle pagine di alcune riviste scientifiche, che si stanno affrettando a pubblicare ricerche non sempre, giocoforza, eseguite con il dovuto scrupolo (in pochissimi giorni).
A fare un po’ di chiarezza sull’origine del coronavirus chiamato 2019-nCoV, che si sta diffondendo a una velocità preoccupante, e che ha già fatto più di 80 vittime confermate, sono ora le due ammiraglie della scienza, Nature e Science. Le riviste spiegano perché è improbabile che l’origine dell’epidemia sia il famigerato mercato del pesce di Wuhan e smontano anche le accuse rivolte ai serpenti di essere gli animali-serbatoio del virus.
Per quanto riguarda le prime segnalazioni, Science fa riferimento a un articolo pubblicato su una delle riviste mediche più autorevoli del mondo, Lancet, da diversi gruppi di virologi cinesi, che ricostruiscono quanto accaduto. Il primo paziente è stato segnalato il 1° dicembre 2019, e non era mai stato in quel mercato. Lo stesso vale per 13 dei successivi 40 pazienti contagiati. L’infezione è dunque iniziata a novembre, visto che il tempo medio di incubazione senza sintomi è almeno di un paio di settimane, e non al mercato. Questo è quanto si sa oggi, ma le autorità cinesi e l’Oms avevano segnalato la prima infezione una settimana dopo, l’8 dicembre, affermando che nella maggior parte dei primi casi (senza specificare in quanti) era emersa una visita a quel mercato.
Secondo Daniel Lucey della Georgetown University, l’esperto virologo invitato da Science a commentare i dati, ciò significa che, con ogni probabilità, sono stati i primi malati a portare il virus nel mercato, probabilmente quando erano ancora in fase asintomatica, e non viceversa.
Tutto ciò fa sorgere dubbi sulla precisione delle prime informazioni fornite dalle autorità cinesi: l’11 gennaio hanno comunicato i 41 casi, e poi non hanno più aggiornato la situazione fino al 18, continuando a ripetere che non c’erano prove della trasmissione da uomo a uomo e che il mercato di Wuhan era molto sospetto, senza fornire alcun elemento a suffragio di questa affermazione. Ma – fa notare Lucey – poiché il 10 gennaio i casi erano già accertati, i medici che se ne sono occupati di sicuro avevano già in mano la storia dettagliata di ciascuno di essi, e avrebbero potuto raccontare subito una versione più fedele ai dati, e meno ai “si dice”.
Science ha poi chiesto a Kristian Anderson, un virologo evoluzionista di uno dei centri di ricerca più avanzati del mondo nel settore, lo Scripps Institute di San Diego, che cosa ne pensa, e lui ha sottolineato che è plausibile l’ipotesi di persone infette che hanno portato il virus dentro al mercato. È anche possibile che vi sia arrivato un gruppo di animali malati, oppure anche un solo animale già contagiato. Gli autori cinesi hanno risposto che, al momento, non è stato chiarito dove ha avuto origine l’infezione. Lucey ricorda che nel caso del coronavirus della MERS (sindrome respiratoria mediorientale), emersa nel giugno 2012 in Arabia Saudita, ci sono voluti mesi per capire – dopo esami approfonditi fatti su campioni di sangue – che il primo caso noto non era stato segnalato in Arabia Saudita ma in Giordania, nell’aprile di quello stesso anno. Occorreranno dunque molte analisi su animali e persone prima di poter definire con esattezza il paziente zero, e il serbatoio animale.
Per quanto riguarda quest’ultimo, è Nature a spiegare perché i serpenti con ogni probabilità non c’entrano nulla. L’ipotesi è arrivata anche in questo caso da ricercatori cinesi, che hanno pubblicato, sul Journal of Medical Virology, un articolo nel quale avevano concluso che le specie animali più plausibili come serbatoio erano quelle di due tipi di serpenti mangiati in Cina, il Bungarus multicinctus (bungaro fasciato) e la Naja atra (il cobra cinese), entrambi in vendita nel famoso mercato. I due indizi, quello genetico e quello geografico, avrebbero reso il tutto più che sospetto.
Ma Nature ha chiesto un parere a due esperti, David Robertson dell’Università di Glasgow e Paulo Eduardo Brandão dell’Università di San Paolo, che hanno ricordato come l’ospite più probabile sia il pipistrello, lo stesso di altri coronavirus simili, e come sia comunque estremamente improbabile che vi siano altre specie coinvolte a parte i mammiferi e gli uccelli. Ciò che resta da capire – ha detto Robertson – è quale sia l’animale-ponte, ovvero quello in cui sarebbe passato il coronavirus prima di arrivare all’uomo, visto che non sono documentati contatti diretti dei contagiati con un pipistrello.
Secondo Cui Jie, virologo dell’Istituto Pasteur di Shangai, che nel 2017 ha identificato alcuni coronavirus in una grotta di pipistrelli dello Yunan, il nuovo virus appartiene a una sottofamiglia chiamata beta-coronavirus, la stessa della SARS, che infetta solo i mammiferi.
Tutti, comunque, ribadiscono la necessità di condurre analisi molto più approfondite, per esempio nelle gabbie, negli allevamenti, sugli animali e sulle persone, per poter davvero ottenere prove chiare sull’origine del virus. Ci vorrà ancora tempo prima di avere un quadro chiaro e certo. Nel frattempo l’allarme dell’Oms è passato da moderato ad alto.
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[sostieni]
Giornalista scientifica
Questo articolo è a dir poco eccezionale
È mai possibile che ad oggi, 1 febbraio 2020, ancora non sappiate (od almeno non mettiate fra le ipotesi, che poi ipotesi più non sono) che l’origine della epidemia di coronavirus è il laboratorio bio chimico di Wuhan dove vengono condotti esperimenti genetici sui virus, creandoli e modificandoli anche a fini militari?!
Non l’abbiamo scritto perchè è una fake news
C’è ancora confusione. Quanto riportato da Science mi sembra in contraddizione con la dichiarazione del Ministero della Salute e del direttore dello Spallanzani che hanno dichiarato che il virus non si trasmette se un soggetto infetto è ancora in fase asintomatica.
Domanda il corona virus lo possono prendere anche gli animali e se si, possono contagiare?
Grazie
QUi si parla degli animali: 1. Le persone possono contrarre l’infezione da nuovo coronavirus dagli animali? Indagini dettagliate hanno scoperto che, in Cina nel 2002, SARS-CoV è stato trasmesso dagli zibetti agli esseri umani e, in Arabia Saudita nel 2012, MERS-CoV dai dromedari agli esseri umani. Numerosi coronavirus noti circolano in animali che non hanno ancora infettato esseri umani. Man mano che la sorveglianza migliora in tutto il mondo, è probabile che vengano identificati più coronavirus. La fonte animale del nuovo coronavirus non è stata ancora identificata. Si ipotizza che i primi casi umani in Cina siano derivati da una fonte animale.
2. Posso contrarre l’infezione dal mio animale da compagnia? No, al momento non vi è alcuna evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, abbiano contratto l’infezione o possano diffonderla. Si raccomanda di lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche dopo il contatto con gli animali.
https://ilfattoalimentare.it/coronavirus-domande-igiene-cibo-animali-prevenzione.html
Complimenti ad Agnese Codignola per questo articolo.
Io sono molto allibita nel vedere i miei connazionali a prendere con grande superficialità la situazione che oggi 23 febbraio é alquanto allarmante. Sono state rimandate manifestazioni, partite di serie A , insomma tutti ritengono le misure adottate rigide perché dicono che non si può restare in casa ;masirendono conto di dove sono e in che situazione siamo? Gli italiani non riescono a rinunciare a nulla e a rispettare le regole anche minime mettono davanti a tutto un partita di calcio quando potrebbero contrarre il coronavirus non so se nell’altra vita ci sarà il calcio .Inoltre i viaggiare non di assoluta necessità penso che non sia un problema insormontabile se per due tre mesi non di prende un aereo per andare in giro per il mondo a rischio di rimanere bloccati chissà dove per poi com’è già successo ritornare per vie traverse per fare la quarantena in Italia . Chi va imposti a rischio per motivi futili gli farei pagare tutte le cure necessarie in caso di contagio oltre che sui danni che porterebbero ad altri