In Italia sono 208 mila le persone colpite dal coronavirus Covid-19, la stima è indicata il 26 marzo dalla Fondazione Gimbe (centro di ricerche che realizza studi sulla sanità). Si tratta di numeri molto superiori rispetto a quelli indicati ieri dalla Protezione civile (circa 80 mila). Per fortuna il 65% dei soggetti indicati da Gimbe (128 mila) risulta asintomatico o manifesta leggere forme influenzali, e difficilmente si rivolgerà al medico di famiglia. Purtroppo la stima dei contagi elaborata è simile a quella fatta dai cinesi, secondo cui il 60% dei soggetti contagiati dal virus era asintomatico e non veniva contabilizzato nei dati ufficiali (questa storia l’abbiamo raccontata in questo articolo sul contenimento del contagio in Cina).
Imprecisi i dati sui contagi da Coronavirus in Italia
La conferma di quanto siano ‘imprecisi’ e sottostimati i numeri in Italia, si ha confrontando i morti rilevati nel mese di marzo 2020 in alcuni comuni lombardi rispetto all’anno precedente. “A Bergamo – ha dichiarato il sindaco Giorgio Gori – dall’1 al 24 marzo 2020 ci sono stati 446 decessi (348 in più rispetto alla media degli anni precedenti). I dati della Protezione civile sulle vittime da CoVid-19 indicano solo 136 persone. La differenza è di 212 morti che è abbastanza logico correlare all’epidemia.”
“In Lombardia – precisa Paolo D’Ancona epidemiologo dell’Istituto superiore di sanità – i numeri ufficiali dell’epidemia indicano solo la punta di un iceberg. In questo momento di circolazione sostenuta del virus i valori rappresentano più le persone che manifestano sintomi gravi e/o sono ospedalizzate. Una parte dei cittadini contagiati non è probabilmente considerata, perché si trova a casa propria in quarantena e poiché viene data priorità ai casi gravi. Per questo motivo non vengono confermate come malati nelle statistiche. Si tratta anche di soggetti asintomatici o con disturbi lievi che non si rivolgono al medico di base. Ipotizzando che ogni persona asintomatica abbia verosimilmente contagiato uno o più familiari o conviventi, i numeri diventano davvero importanti e questi focolai familiari si devono esaurire. Per fortuna questa situazione non si registra nelle altre regioni dove la circolazione è più bassa”
Le misure di contenimento in Cina
Lo schema per arginare l’epidemia seguito in Italia dal 25 marzo, quando è stata decisa la chiusura di tutte le aziende e dei servizi non essenziali, è molto simile al modello cinese e questa è una buona notizia. Ma ci sono due particolari importanti che sono stati tralasciati. In Cina i malati, i loro familiari e le persone che hanno avuto contatti stretti con i pazienti sono stati suddivisi in quattro gruppi.
Il primo composto da soggetti positivi al test è stato collocato nei nuovi ospedali costruiti appositamente. Il secondo comprende i casi sospetti, persone con sintomatologia da coronavirus, da mettere in quarantena negli hotel o in altre strutture appositamente designate. Il terzo comprende soggetti con febbre, anche loro da mettere in quarantena negli hotel. Il quarto gruppo è quello più numeroso, perché include persone che hanno avuto “contatti stretti” con soggetti malati o risultasti positivi al test, e si tratta di persone spesso asintomatiche. Anche per questo ultimo gruppo scatta la quarantena in hotel, studentati o altre strutture dedicate.
Il contenimento del Coronavirus in Italia
In Italia non è stata fatta una classificazione e le persone ‘potenzialmente positive’ che dovrebbero rientrare nel quarto gruppo ‘cinese’, perché hanno avuto contatti stretti con i malati in ospedale o a soggetti positivi al tampone, si devono mettere autonomamente in quarantena. Secondo la Fondazione Gimbe sono circa 128 mila che si sommano alle 80 mila registrate ufficialmente dalla Protezione civile. Questi pazienti asintomatici o potenzialmente contagiati sono tutti a casa propria, e non dovrebbero assolutamente uscire se non per motivi molto seri. La situazione trova conferma nelle parole di Silvio Brusaferro dell’Iss che ritiene impossibile fare “una stima di quanti siano in Italia le persone asintomatiche, che pur avendo l’infezione da coronavirus non hanno sintomi o ne hanno molto lievi”.
“I focolai che oggi rileviamo – continua D’Ancona– verosimilmente sono soprattutto quelli all’interno dei nuclei familiari dove c’è una persona in casa asintomatica o con i sintomi da CoviD 19 o che ha avuto contatti stretti con soggetti malati, che non si mette in autoisolamento in una stanza e contagia gli altri”.
Di fronte a una crisi così grave e in parte fuori controllo, l’unica ricetta per battere l’epidemia è stare a casa in autoisolamento e in quarantena e aspettare che il virus venga neutralizzato dal trascorrere dei giorni. Non ci sono altri sistemi efficaci. Certo tutte le altre cose sono importanti e necessarie, ma non possono battere il coronavirus Sars-CoV-2. Una cosa che non è stata fatta e poteva essere prevista è il tampone a tutto il personale sanitario evitando di trasformare alcuni ospedali in centri di contagio. Adesso stiamo cercando di limitare i danni con uno sforzo eccezionale da parte di tutte le strutture sanitarie.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Tanto per non sprofondare nel pessimismo, il fatto che i contagiati sarebbero 5/6 volte quelli ufficiali, ossia tra i 2/300mila, potrebbe anche voler dire che nella maggioranza dei soggetti sani la sindrome passa in maniera asintomatica o in forma lieve. Questo non vuol dire abbassare la guardia perché ci sono persone, anche giovani, affetti da patologie varie per le quali potrebbe essere pericoloso anche un banale raffreddore, figuriamoci la Covid19.Altra cosa che non mi pare corretta è associare al fatidico compimento del 65mo anno l’etichetta di anziano a rischio, perchè ci sono moltissimi ultrasettantenni che, grazie ad un corretto stile di vita sono perfettamente sani e molto meno a rischio di soggetti più giovani ma già minati da uno o più fattori di rischio, spesso ancora misconosciuti dai medesimi potenzialmente più vulnerabili ( diabete, sovrappeso,obesità, ipercolesterolemia, ipertensione, fumo, sedentarietà). In fondo più contagiati guariti e/o asintomatici ci sono, più ciò contribuirà, assieme all’auspicato vaccino, a costituire una barriera alla diffusione del virus.
purtroppo devo in parte smentire queste affermazioni, perché, se è vero che un organismo in buono stato di salute è generalmente meno incline ad ammalarsi, ciò vale solo in parte per il Covid-19, il quale sembra comportarsi a volte in maniera indiscriminata e lo dico perché in questo momento mi occupo dell’indagine epidemiologica dei contatti; per dirla con il medico di un famoso (e giusto) video che circola: “perché quando questo virus trova l’organismo che gli piace, si scatena e provoca dei danni ingenti”, questo senza guardare in faccia nessuno, perché ti capita di trovare in rianimazione soggetti con vita e fisico sanissimi, quindi….
La vita sulla Terra dura da innumerevoli milioni di anni , equilibrando nel tempo la simbiosi di altrettanto innumerevoli varietà di esseri più o meno microscopici.
E’ per me una offesa all’intelligenza umana dire che è il caso a determinare la salute e la malattia , a determinare se in un luogo si scatenerà una epidemia mentre una zona vicina sarà solo sfiorata, a determinare che una persona con il coronavirus morirà o neppure se ne accorgerà restando vivo e vegeto.
L’uomo scruta i limiti dell’universo , manda sonde sulle comete , scruta e inizia a capire il vasto mondo delle interazioni biologiche ………ma manca completamente di umiltà , cio che non capiamo ancora viene attribuito al caso e alla fortuna e nonostante questa lacuna PRETENDIAMO di modificare ogni cosa per MIGLIORARLA per di più utilizzando sostanze che ad un approfondito esame risultano SEMPRE veleni.