La catena di supermercati Coop ha pubblicato online un avviso per il richiamo della salsa di soia Kikkoman nella confezione da 150 ml. Il prodotto è stato richiamato dalla stessa azienda distributrice, la Eurofood S.p.a., per un errore di etichettatura. Il ritiro riguarda esclusivamente il lotto numero L15331 e codice EAN 8715035110106.
L’errore di etichettatura riporta sul tappo una data di scadenza, già passata, non corretta, perché corrisponde alla data di produzione (27/11/2015).
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare
Nella stessa categoria
Molto buona ma troppo saltata, consiglio quella less salt.
Io compro quella col tappo rosso, i cui ingredienti sono
Acqua
Semi di soia
Frumento
Sale
mentre quella col tappo verde che contiene meno sale ha però una serie di addittivi e correttori
Acqua
Semi di soia
Frumento
sale (8.4%)
etanolo
zucchero
correttore di acidità: acetato di sodio
acidificanti: acido lattico, acido acetico
In più, per quest’ultima, si specifica di conservare in frigo dopo l’apertura.
E costa pure di più!
Non lo sapevo, controllerò. Certo che il tanto sale fa in modo che si conservi.
Vorrei sapere quando arriverà il giorno in cui gli industriali ci faranno mangiare “sano”, cioè prodotti vicini al naturale, senza tanti additivi conservanti coloranti ecc. etanolo alcool olio di palma ecc.. Credo che non vedrò quel giorno, data la mia età di 63 anni!!! Speriamo bene per i figli e nipoti. Buone feste, giovanni
Gli industriali del comparto alimentare NON SONO CERTAMENTE, come alcuni pretendono di far credere, delinquenti a piede libero. Per una conservazione idonea in un tempo ragionevole di vita di scaffale è necessario rispettare certi parametri, esempio acqua libera etc. che garantiscano ai prodotti la salubrità nel rispetto della prevenzione dei rischi sanitari (HACCP). Per ottenere questo si utilizzano ingredienti e talvolta, utilmente e senza scandalo, additivi (acidi correttori di pH, antifermentativi tipo sorbati etc. e per l’apprezzabilità visiva ed organolettica anche coloranti naturali e comunque ammessi dalla legislazione). In un mondo come il nostro, con stili di vita ed un mercato ormai lontanissimo dai consumi adiacenti alla produzione, e soprattutto nella consapevolezza di pericoli e rischi che spesso erano presenti ma ancora non rivelati per quello che si definiva il “mangiar sano”, non sarebbe sovente possibile fare altrimenti. Le tecnologie di conservazione si evolvono, e solo in base a quelle si otterranno prodotti idonei alle prossime generazioni. Non facciamo quindi drammi di ciò che nella maggior parte dei casi è NORMALE in base all’evoluzione delle conoscenze.