ciliegie frutta

bambini natura estate ciliegie fruttaCiliegie, torna il maltempo in Italia che ha già decimato il raccolto con la perdita di un frutto su quattro e una produzione nazionale complessiva pari al 25% in meno. È quanto stima la Coldiretti nel sottolineare l’arrivo sui banchi di negozi, mercati e supermercati dei primi raccolti con circa 10 giorni di ritardo per effetto dell’andamento climatico anomalo.

La produzione di frutta è stata duramente compromessa dalle gelate con danni stimati complessivamente vicino al miliardo di euro, dalle pesche alle albicocche fino alle ciliegie, ma danni si contano anche su pere e kiwi. Coldiretti chiede interventi urgenti di sostegno alle imprese agricole che hanno perso un intero anno di lavoro e di rafforzare i controlli alle importazioni per evitare che prodotti stranieri diventino magicamente italiani.

ciliegie
Ciliegie, per i prossimi tre mesi sarà possibile consumare ciliegie nostrane

Per i prossimi tre mesi sarà possibile consumare ciliegie nostrane con la raccolta che è già iniziata in Puglia per poi risalire lungo lo stivale con le produzioni di Vignola, a seguire il Veneto, fino alle raccolte più tardive di fine luglio nelle vallate del Trentino-Alto Adige. L’Italia è il principale produttore dell’Unione Europea con quasi 30mila ettari coltivati situati per il 62% in Puglia, seguita da Campania, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio. Nel 2020 l’Italia ha importato oltre 14 mila tonnellate di ciliegie di cui oltre la metà dalla Grecia e il resto dalla Spagna e dalla Turchia, come si scopre verificando le diciture sull’etichetta che obbligatoriamente deve indicare l’origine.

Per quanto riguarda i prezzi la produzione di ciliegie nel complesso – nonostante le avverse condizioni climatiche registrate nella prima decade del mese di aprile – è stimato un incremento rispetto alla scorsa campagna. In termini qualitativi, i primi stacchi a causa degli sbalzi termici registrati tra la seconda quindicina di aprile e inizio maggio hanno presentato uno standard non del tutto ottimale sia in termini di colorazione, non ancora omogenea, sia per grado zuccherino. Le quotazioni, sottolinea il report Ismea, hanno oscillato all’ingrosso tra 8 e 9 euro il chilo, in linea con quelli dell’esordio del 2020.

© Riproduzione riservata. Foto: Stock.adobe.com

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
4 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
DoDo
DoDo
13 Maggio 2021 18:24

La frase ” rafforzare i controlli alle importazioni per evitare che prodotti stranieri diventino magicamente italiani” (di per se’ giustissima ci mancherebbe, il prodotto nazionale va comunque tutelato) si porta pero’ dietro una considerazione: quale dinamica economica porta ad avere il prodotto ortofrutticolo italiano piu’ caro di un equivalente straniero ? Se non sempre, spesso, ci si sente dire “questo e’ italiano, costa di piu’ … se vuole spendere di meno, c’e’ il francese, turco, egiziano , spagnolo, tedesco, ecc … .
Possibile che il consumatore francese, turco, egiziano, spagnolo, tedesco , acquistando prodotti nazionali, riesca a risparmiare e a far girare l’economia locale mentre al contrario il consumatore italiano se vuole farlo deve spendere di piu’ ?
Sembra che certe filiere economiche adottino il principio del e’ italiano = e’ migliore “a prescindere” = e’ “naturalmente” piu’ caro.

Roberto
Roberto
Reply to  DoDo
25 Maggio 2021 09:27

Ad esempio: sugli scaffali trovo molti fagiolini egiziani che costano meno di quelli italiani, magari anche prodottia pochi km da casa.
Pensi che il costo del lavoro e tutti gli altri costi che gravitano attorno ad un prodotto, siano uguali tra Italia ed Egitto?

Poi, anche sulla qualità, quelli italiani a quasi km 0 mi sembrano migliori.

Claudio
Claudio
17 Maggio 2021 09:51

Il cambiamento climatico non ci interessa fin quando ci limita sul piatto o nel bicchiere.

Valeria Rizzo
Valeria Rizzo
17 Maggio 2021 11:41

Buongiorno, solo per conoscenza a completamento delle produzioni italiane, segnalo l’esistenza dal 2004 del Consorzio per la Tutela della Ciliegia dell’Etna DOP (denominazione ottenuta nel 2006).
https://ciliegiaetnadop.it/index.html