
Il 5 giugno, nella Giornata mondiale dell’ambiente, Greenpeace ha lanciato la campagna “Time to Resist” per difendere non solo il Pianeta, ma anche le voci che ogni giorno lo proteggono: attivisti, giornalisti, scienziati, whistleblower. Un esercito civile sotto attacco, anche in Italia, dove le SLAPP – azioni legali strategiche e temerarie – stanno diventando un’allarmante arma di censura.
Le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) sono cause legali intentate con l’unico scopo di intimidire e zittire chi critica il potere. Politici, multinazionali, enti pubblici o aziende private usano lo strumento giudiziario non per far valere un torto subito, ma per punire e scoraggiare chi osa parlare, denunciare, indagare. Il risultato? Costi legali insostenibili, anni di udienze, reputazione a rischio. In una parola: bavaglio.
Una minaccia concreta
Negli Stati Uniti, Greenpeace è stata citata in giudizio dal colosso petrolifero Energy Transfer, e una giuria ha già emesso una condanna da oltre 660 milioni di dollari. Una cifra “deliberatamente distruttiva” che rischia di cancellare l’organizzazione. Non per ciò che ha fatto, ma per ciò che rappresenta: una voce scomoda, indipendente, irriducibile.
Secondo Simona Abbate, campaigner Clima ed Energia per Greenpeace, «le SLAPP non sono vere dispute legali, ma abusi del sistema giudiziario per scoraggiare l’attivismo e la partecipazione civica. Se oggi colpiscono chi protesta, domani potrebbero colpire chiunque. E il rischio più grave è non avere più forme di dissenso, confronto e dibattito».

Anche Il Fatto Alimentare ha subìto una SLAPP
In Italia, questo strumento di repressione si sta diffondendo anche nel mondo dell’informazione. Il Fatto Alimentare è stato citato in giudizio dalla San Benedetto per due articoli critici su una pubblicità con Elisabetta Canalis. L’azienda ha chiesto 1,5 milioni di euro di risarcimento, accusando la testata di diffamazione. Richiedere danni così elevati comporta spese legali insostenibili per una piccola realtà editoriale. Ma il Tribunale di Venezia ha respinto tutte le richieste: gli articoli erano “corretti e documentati”, privi di intento denigratorio.
La causa, durata due anni, è stata chiaramente una SLAPP, eppure Il Fatto Alimentare ha recuperato solo una parte delle spese legali. Un paradosso: anche quando vinci, difendersi costa caro. E il messaggio che passa è pericoloso: meglio non scrivere, meglio non indagare.
“Subito una legge contro le liti temerarie”
In Europa si sta muovendo da tempo CASE (Coalition Against SLAPPs in Europe) una coalizione di organizzazioni non governative di tutto il continente unite conto la minaccia rappresentata dalle cause strategiche e temerarie. Al momento è attiva una raccolta firme diretta alla Commissione Europea “Stop Abusive Lawsuits!”

Il gruppo di lavoro nazionale CASE Italia* ha lanciato la campagna “Libera voce in libero Stato” per chiedere una normativa nazionale che contrasti davvero il fenomeno delle SLAPP e garantisca una sostanziale tutela della libertà di stampa ed espressione nel nostro Paese. “L’Italia, purtroppo, è diventata uno dei primi paesi per numero di SLAPP in Europa, e tutto questo rappresenta un inaccettabile pericolo per la nostra democrazia. Secondo uno studio del Parlamento europeo, tra il 2022 e il 2023 l’Italia si è posizionata al primo posto tra i Paesi che hanno avviato azioni legali per intimidire giornalisti, attivisti, editori e ONG, con il 25,5% dei casi totali. Il pretesto più utilizzato per motivare tali azioni legali è quello della diffamazione, ma la realtà è che oltre il 90% delle querele per diffamazione contro giornalisti vengono archiviate in primo grado.”
La coalizione chiede al Parlamento di recepire immediatamente la Direttiva europea anti-SLAPP, approvata nel 2024. In Italia manca ancora una norma che consenta di archiviare in via preventiva le cause evidentemente infondate, sanzionare chi le promuove e rimborsare integralmente chi ne è vittima.
Minaccia alla democrazia
Le SLAPP minacciano l’ossatura della democrazia. Quando si attaccano le voci scomode, a essere censurato è il diritto di tutti a sapere. Per questo è fondamentale rompere il silenzio su queste cause bavaglio, e sostenere chi ne è vittima. Non si tratta solo di giustizia, ma di libertà. Di stampa, di parola, di espressione. E, in ultima istanza, della libertà di scegliere da che parte stare.
* Fanno parte di CASE Italia: Amnesty International Italia, ARTICLE 19 Europe, Articolo 21, Certi Diritti, Environmental Paper Network, Greenpeace Italia, Meglio Legale, OBC Transeuropa, The Good Lobby Italia, Transparency International Italia.
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, CASE, Greenpeace
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Ancora complimenti per il lavoro che fare ,avanti tutta e grazie
Come possiamo noi consumatori incidere affinché tutto ciò non rappresenti un bavaglio o meglio come non far succedere che ci siano cause temerarie per distruggere chi ben informa ed agisce nell’interesse di tutti i consumatori?
si può firmare la petizione: https://www.the-case.eu/campaigns/tell-eu-stop-abusive-lawsuits/
e rimanere informati seguendo CASE Italia: https://www.thegoodlobby.it/campagne/liberta-espressione/
Problema urgente da risolvere.
E, dottoressa Nardi, aggiungere all’articolo il link per la firma?
Ci sono già! sono linkati nelle parole del testo sottolineate
Iniziare con lasciare sugli scaffali, permanentemente, i prodotti delle aziende che intentano cause intimidatorie per scoraggiare e punire chi osa indagare e informare.
Il solo potere del consumatore risiede nel porta monete.
Non ci sono solo le SLAPP, purtroppo in Italia si assiste uguale violenza quando si assiste all’impotenza ( o connivenza) dello stato contro il caporalato, l’ingiusto arricchimento delle società energetiche che continuano a difendere il loro status contro gli extra profitti e le tariffe ancora agganciare alla borsa del gas olandese, i bassi salari ecc ecc
Le verità infastidiscono (eufemismo) specialmente quando hanno ripercussioni economiche.
È assurdo che si debbano pagare le spese legali a priori e prima di una sentenza!! I colossi dovrebbero imparare l etica e ciascuno deve avere consapevolezza e libertà. Questa è la soluzione. Dai tempi di Cristo la storia si ripete ma alla fine Cristo ha vinto la morte, stessa cosa avverrà per tutte quelle piccole realtà che si pensava sarebbero state schiacciate dai colosso
Noi medici conosciamo bene il problema perché le cause temerarie sono all’origine di quella triste medicina difensiva che condiziona il comportamento di una classe medica terrorizzata e che sta facendo lievitare i costi delle assicurazioni professionali e prescrivere esami inutili e costosi a scopo cautelativo. Questo fenomeno è di lunga data negli USA ma si sta diffondendo anche in Europa, fino ad indurre alcune rappresentanze mediche, esasperate, a rifiutare cure mediche per gli avvocati (cosa eticamente inattuabile: i medici non possono rifiutare cure a nessuno, anche ai delinquenti e ai nemici in guerra). Anche giornali e associazioni mediche dovrebbero unirsi alle organizzazioni citate per irrobustire la resistenza civile e dare maggior risalto a queste barbarie. Però mi domando anche: ma l’Ordine degli Avvocati che fà?, che dice?
P.S.: Per quanto riguarda il sostegno per la vostra rivista, penso che forse sarebbe interessante proporre anche un abbonamento annuale, con quota mensile adeguata agli standard della maggior parte delle riviste on-line.
Caro collega, questo è un problema gravissimo che sta contribuendo a distruggere il SSN, aumentando la medicina difensiva e quindi intasando le liste di attesa con esami inutili solo a scopo medico legale.
Ritengo che denunciare un medico nel 99% dei casi NON sia una cosa etica proprio per il lavoro che fa, per come lo fa (è una attività che ha un valore etico e sociale inestimabile al servizio della persona, che rasenta il volontariato per come sono pagati i medici in Italia).
Il problema sono gli avvocati in primis, ci provano … tanto non hanno nulla da perdere, rovinano la vita ai medici per vil danaro (il 97% delle cause penali si risolvono con l’assoluzione del medico!). In passato alcuni medici imputati si sono suicidati e qualche anno dopo sono stati assolti dalle accuse.
Caro Collega, tanto per meglio comprendere la portata culturale (in senso antropologico) di questo gravissimo problema, ti racconto: molti anni fà, nel preparare l’esame ECFMG per accreditarsi come medico negli USA, i docenti (italiani) del corso, che avevano fatto questa esperienza ed avevano lavorato alcuni anni negli USA, salvo poi tornarsene in Italia, ci informavano che, ad es., un neuro chirurgo o un ginecologo-ostetrico o un chirurgo ortopedico, dovevano inserire tra le loro spese professionali oltre un milione di dollari/anno per pagarsi: l’assicurazione professionale e un compenso fisso concordato contrattualmente per gli avvocati, al fine di gestire per delega “il problema medico-legale costante”, dato che la quantità di cause (temerarie) di risarcimento (istigate dagli avvocati) era talmente alta che avrebbe occupato distruttivamente il tempo dedicato alla professione del medico. Si può vivere così? La medicina difensiva, nella sua cruda realtà, è il pianto del medico fallito nella sua missione: sembra quasi sentire dappertutto il profumo, l’aroma del denaro che fà carne di porco di ogni altra istanza, persino della salute.
Inaccettabile
Possono imbavagliare chiunque ,ma la verità viene sempre a galla prima o poi….
E’ una cosa vergognosa e inaccettabile che chi ha i soldi e il potere ossa tacitare chi tenta di dire verità per loro scomode
Grazie per il vostro lavoro. Bisogna lottare e andare avanti con coraggio, giustizia e perseveranza!
Trionfalmente soddisfatto per la sconfitta in sede giudiziaria dell’arroganza da bullo della azienda ‘San Benedetto’.
Ho convintamente aderito alla raccolta firme diretta alla commissine europea: ‘Stop Abusive Lawsuits!’
L’intimidazione verso chi indaga e la repressione dell’informazione sono gli strumenti di ogni autoritarismo. Non c’è bisogno di dominare le nazioni con i carri armati, ma basta minarle nei loro lati più deboli: l’esercizio democratico non può che prescindere dalla -non ricattabile- corretta informazione
Grazie! Ho firmato ‘Stop Abusive Lawsuits!’