Civili sfollati palestinesi a Khan Yunis, Striscia di Gaza, 2024

Nella Striscia di Gaza circa 1.300 persone affette da celiachia, tra cui oltre 500 bambini, sono prive dell’unica terapia possibile: una dieta rigorosamente senza glutine. A denunciarlo è l’Associazione Italiana Celiachia (AIC), che lancia un appello urgente alle istituzioni italiane per sbloccare gli aiuti e aprire corridoi umanitari. Una situazione che rappresenta l’ennesima violazione delle indicazioni delle Nazioni Unite e che, secondo numerosi osservatori internazionali, rafforza l’accusa di genocidio nei confronti dello Stato di Israele per quanto sta avvenendo da oltre due anni nella Striscia di Gaza.

Alimenti senza glutine bloccati

Una spedizione test di alimenti senza glutine, inviata da AIC insieme ad altre associazioni europee, è attualmente bloccata ad Al Zarqa, in Giordania, in attesa delle autorizzazioni per entrare nella Striscia. Altri carichi di prodotti salvavita sono pronti a partire, ma fermi per gli stessi motivi.

Alimenti senza glutine per celiaci Gaza AIC
Un carico di alimenti per celiaci inviato dall’Associazione Italiana Celiachia nella Striscia di Gaza

“Mia madre ha 61 anni, pesa 40 chili ed è bloccata a Gaza City senza accesso a cure né cibo adatto, – racconta Mahmoud, 26 anni, originario di Rafah. – Negli ultimi due anni i celiaci hanno potuto mangiare quasi solo patate e legumi. Frutta e verdura sono rare e troppo costose”. L’assenza prolungata di una dieta senza glutine ha già provocato gravi complicanze, come osteoporosi e malnutrizione severa.

Secondo l’organizzazione palestinese Ard El-Insan, impegnata nella tutela della salute infantile, oltre 100 celiaci a Gaza soffrono di malnutrizione acuta e 36 presentano ulteriori disabilità (dati luglio 2025). In mancanza di alternative, molti sono costretti a consumare pane e farine con glutine, con rischi che possono diventare irreversibili o fatali.

L’appello delle associazioni

Per far fronte all’emergenza, la Federazione europea delle associazioni celiachia (AOECS) ha nominato AIC capofila di un’azione coordinata con l’Associazione Celiachia della Giordania. Nell’ambito del piano governativo Italy for Gaza, l’associazione chiede canali sicuri per la consegna degli alimenti senza glutine e l’evacuazione dei casi clinici più gravi.

“Per la celiachia non esistono farmaci: l’unica cura è una dieta priva di glutine per tutta la vita, – spiega la presidente AIC Rossella Valmarana. – Nei contesti di guerra questa condizione viene spesso ignorata, ma sospendere la terapia significa mettere a rischio la sopravvivenza. Anche nelle emergenze il diritto alla salute non può essere cancellato”.

La negazione dell’accesso a cure salvavita per i celiaci rappresenta l’ennesimo effetto di una gestione del conflitto che colpisce direttamente i civili, in un quadro di indifferenza internazionale, di ulteriore perdita di territorio nella Striscia di Gaza e di continue violenze e omicidi in Cisgiordania da parte dei coloni israeliani.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AIC

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