
Il Fatto Alimentare ha suscitato un interesse internazionale inusuale per una vicenda che coinvolge un’azienda italiana e una piccola testata giornalistica online. A testimoniarlo l’articolo pubblicato dal quotidiano britannico The Times il 25 maggio 2025, sia nella versione cartacea che online, presentando la vicenda come esempio di una situazione “Davide contro Golia” e di intimidazione legale nei confronti della stampa indipendente. Il Times raramente tratta argomenti legati al settore agroalimentare italiano, concentrandosi per lo più su politica, cronaca e sport. La scelta di raccontare questa vicenda conferma la sua portata simbolica e la rilevanza del tema della libertà di critica.
L’ultima volta che Il Fatto Alimentare è balzato agli onori della cronaca internazionale risale a 10 anni fa, quando un altro quotidiano britannico, il Guardian, dedica un lungo servizio alla campagna promossa dal sito insieme all’avvocato Dario Dongo contro l’uso indiscriminato dell’olio di palma nei prodotti alimentari (vicenda felicemente conclusa con l’abbandono del grasso tropicale da parte del 90% delle aziende del settore).

San Benedetto vs Il Fatto Alimentare sul Times
James Imam sul Times spiega che “quando il direttore di un piccolo giornale online ha criticato lo spot per aver associato la bellezza all’idea di saltare i pasti, è iniziato un contenzioso legale durato due anni. La San Benedetto, ha accusato la testata di diffamazione e ha richiesto un risarcimento di 1,5 milioni di euro”. La nota prosegue dicendo che “L’azienda nel 2022 tagliò a metà lo spot da 30 secondi, rimuovendo la scena del tostapane, ma negò pubblicamente di essere stata censurata. Citò in giudizio il sito, chiedendo la rimozione dei due articoli. Un giudice respinse la richiesta. L’azienda fece appello, ma perse di nuovo”.
Nel servizio il giornalista scrive “Nel 2023, San Benedetto avviò una nuova causa per diffamazione, con richiesta danni pari a 1,5 milioni di euro. La scorsa settimana, il tribunale di Venezia ha respinto anche questa causa, riconoscendo il “diritto di critica” della testata e concludendo che lo spot “suggeriva implicitamente” di saltare la colazione. Il giudice ha inoltre condannato l’azienda a pagare le spese legali, pari a 11.000 euro. San Benedetto ha rimosso definitivamente la scena del tostapane dallo spot. Contattata dal Times, l’azienda ha scelto di non rilasciare dichiarazioni sul caso.”
Nel paragrafo conclusivo, l’articolo mette in relazione il caso San Benedetto-Il Fatto Alimentare con le cause per diffamazione intentate da Giorgia Meloni contro Roberto Saviano e dall’ ENI contro il giornalista Claudio Gatti per un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano, definendolo “l’ultimo [caso, ndr] in una serie di cause in Italia che hanno portato l’attenzione sulla questione della libertà di parola”.
© Riproduzione riservata Foto: The Times
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Bellissima notizia oltrechè giusta dal punto di vista etico.
Il minimo è ringraziarvi per quanto fate per sollevare, in tema alimentare, le coscienze dormienti… della massa (senza offesa).
Il massimo è la desolazione e l’amarezza nel constatare che alla “gente” interessi solo abbuffarsi badando alla quantità e non alla Qualità…
Ormai sono 60 anni che la guerra è finita e dobbiamo solo alimentarci bene e in modo equilibrato e corretto, e non ingozzarci di “schifezze”.
Anche qui, se lo Stato volesse proprorsi come “Educatore” (senza condizionamenti) dei comportamenti sbagliati degli italiani, dovrebbe badare meno (molto meno) alle lobby e più all’educazione dei cittadini, atteso che, poi, i comportamenti sbagliati incidono anche sulla spesa sanitaria attivata proprio dai comportamenti sbagliati.
Infine, un grande grazie per portare avanti nell’interesse della verità queste battaglie!
Un grande complimento sicuramente e una donazione da cittadino che necessità di una informazione vera e utile la faccio al Fatto Alimentare.
bell’articolo anche su “La Repubblica”! Bravi!
Congratulazioni vivissime a voi ed al giornale inglese nonché ai magistrati che hanno gestito la questione in maniera giusta. Battetevi per una legge che in questi casi obblighi il soccombente a pagare cifre ben rilevanti per evitare che se la cavino così a buon mercato.
Grazie per il vostro impegno a favore di noi tutti e viva la libertà di stampa e di critica………