Coltivare in terreni salini è possibile. Un progetto europeo studia nuove strategie per combattere gli effetti del cambiamento climatico
Coltivare in terreni salini è possibile. Un progetto europeo studia nuove strategie per combattere gli effetti del cambiamento climatico
Giulia Crepaldi 18 Settembre 2019L’innalzamento del livello dei mari, si sa, è uno degli effetti del cambiamento climatico. Ma una conseguenza spesso dimenticata è che, salendo, l’acqua del mare si infiltra nei terreni aumentando il livello di salinità. I terreni sempre più salini diventano progressivamente meno adatti all’agricoltura. Un team multidisciplinare di scienziati, esperti e agricoltori che insieme partecipano al progetto SalFar (acronimo di Saline Farming) finanziato dall’Unione Europea, sta cercando di capire quanto è se possibile continuare a coltivarli.
Il progetto, che coinvolge sette paesi del Nord Europa particolarmente vulnerabili all’innalzamento del livello del mare (Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Belgio e Regno Unito), studia nuovi modi per rispondere al problema della crescente salinità dei terreni agricoli, elaborando strategie per proteggere le radici delle piante, oppure varietà più adatte alla coltivazione in queste condizioni.
I primi esperimenti in campo aperto sono iniziati nel maggio del 2018 nell’isola olandese di Texel, dove sono state testate diverse varietà di frumento, avena e barbabietola da zucchero. Da allora, altre due prove, più estese, sono partite sulle isole danesi di Sejerø e Læsø, dove i test si concentreranno su verdure e foraggi, tra cui cinque varietà di patate, due di carote e di pomodori, e ancora asparagi e barbabietole.
L’agricoltura su terreni ad elevata salinità non è solo una modo per recuperare i terreni degradati dagli effetti del cambiamento climatico, ma anche uno strumento importante per sfamare una popolazione mondiale in costante crescita. Ma potrebbe essere anche un’opportunità imprenditoriale: la selezione di varietà più adatte alla coltivazione in queste condizioni, può dare origine a nuovi prodotti tipici, dalle caratteristiche organolettiche uniche e ricercate.
Ma di cosa sanno le verdure coltivate in terreni salini? Come spiega nel video qui sotto (in inglese) Pier Wellinga, professore alla Wadden Academy, le varietà selezionate per queste esigenze hanno, strano a dirsi, un gusto più dolce del solito e un aroma leggermente diverso da quelle a cui siamo abituati. Anche da un punto di vista nutrizionale non c’è da preoccuparsi, il contenuto di sale di queste verdure è abbondantemente al di sotto dei limiti raccomandati.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Con tutta la verdura ottima che viene prodotta nell’isola di S.Erasmo, nella laguna di Venezia, non credo arriviamo ultimi per coltivazioni in terreni salini o a stretto contatto con il mare !
Confermo: da 60-70 anni tutto l’entroterra altamente salino prossimo alla laguna di Venezia è stato oggetto di studi e sperimentazioni per un uso agricolo coinvolgendo l’istituto Agrario ed Enologico di Conegliano. Ii tali zone, ora sede di fiorente agricoltura, vi sono sicuramente ancora professionalità in grado di fornire esperienze reali, fra queste forse anche le aziende del gruppo Marzotto.