Calabria e Toscana non daranno più finanziamenti agli agricoltori che usano glifosato

Dopo la Calabria, anche la Toscana si impegna a eliminare l’erbicida glifosato, usato comunemente in agricoltura e presente in oltre 750 formulazioni, compreso il famigerato Roundup, e al centro di controversie per i pareri contrastanti rilasciati da Iarc ed Efsa in merito alla sua sospetta cancerogenicità.

Come ricorda la coalizione italiana Stop Glifosato, che partecipa alle raccolta firme per presentare un’iniziativa dei cittadini europei (Ice) affinché la Commissione Ue presenti una proposta di legge per vietare questo erbicida, lo scorso 23 novembre la Giunta della Regione Calabria ha approvato la delibera n.461/2016, contenente l’aggiornamento dei Disciplinari di produzione integrata delle infestanti e pratiche agronomiche, che esclude le aziende agricole che utilizzano il glifosato dai finanziamenti del Piano di Sviluppo Rurale (PSR).

mani terra
La Giunta toscana si impegna a sostenere modelli agro-ecologici per favorire la fertilità del suolo

Il 1° marzo, il Consiglio regionale della Toscana ha approvato all’unanimità una mozione presentata da Sinistra Italiana, che impegna la Giunta a rimuovere il glifosato da tutti i disciplinari di produzione e ad escludere immediatamente dai premi del PSR le aziende che ne fanno uso. La mozione impegna la Giunta regionale anche a sostenere sul territorio approcci agro-ecologici per migliorare la fertilità dei suoli e a intervenire presso il governo per l’applicazione del principio di precauzione a livello nazionale ed europeo, vietando definitivamente la produzione e l’uso di tutti i prodotti fitosanitari che contengano il glifosato come principio attivo.

Le 45 associazioni che fanno parte della coalizione Stop Glifosato chiedono al ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, in occasione dell’avvio della discussione tra i ministri dell’Ue della revisione della Politica agricola comune (Pac), di assumere una posizione chiara e di schierarsi nettamente a favore di una sua riforma radicale. Infatti, afferma Maria Grazia Mammuccini, portavoce delle Associazioni, “i primi dati sull’attuazione del periodo di programmazione 2014 – 2020 confermano che questo strumento finanziario dell’Unione Europea è iniquo ed insostenibile”. I dati presentati recentemente nell’ambito della Rete Rurale Nazionale dimostrano infatti che la Pac attuale, attraverso i Piani di Sviluppo Rurale, assegna a pratiche agricole che consentono l’uso della chimica di sintesi, come l’agricoltura integrata e quella conservativa, 2,4 miliardi di euro, contro gli 1,7 miliardi (il 30% in meno) destinati all’agricoltura biologica e biodinamica, due pratiche agronomiche che non utilizzano sostanze chimiche di sintesi.

Anche la Lombardia potrebbe impegnarsi contro l’uso del glifosato in agricoltura. Nella seduta del 7 marzo del Consiglio regionale sarà discussa la mozione della Consigliera regionale Chiara Cremonesi (Sinistra Ecologia e Libertà), che impegna la regione a diventare “glifosato free” rimuovendo l’erbicida “da tutti i disciplinari agronomici di produzione integrata che lo prevedono”.

Firma anche tu la petizione #StopGlyphosate

© Riproduzione riservata

sostieni

Le donazioni si possono fare:

* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui

* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264

 indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare.  Clicca qui

0 0 voti
Vota
4 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
luigi
luigi
7 Marzo 2017 13:38

molto bene, spero che queste iniziative si moltiplichino e vedano l’Italia intera vietata al glifosato.

Luca
Luca
Reply to  luigi
8 Marzo 2017 08:16

Mi spiegate allora come gestire le erbacce dove nn si puo andare con le attrezzature , dove reperire eventuale manodopera e soprattutto dove prendere i soldi per pagarla visto ke che a noi produttori i prezzi di vendita sono bassi?

luigi
luigi
8 Marzo 2017 11:37

gentile Luca, io sono favorevole al rispetto della terra, perché è una nostra responsabilità quella di non avvelenarla (comprendendo animali ed esseri umani) e lasciarla ai nostri eredi il più possibile intatta. se ha delle domande, le ponga a coloro che producono in maniera più sostenibile, ossia coloro che gestiscono i loro terreni con la lotta integrata o in maniera biologica o finanche biodinamica.

Franchino
Franchino
15 Marzo 2017 18:39

Caro Luca,
E’ difficile risponderti in due righe, ma se si ha volgi di cambiare, ricercare ma soprattutto osservare le soluzioni ci sono.
E’ solo questione di abbondare un punto di vista che ci hanno inculcato coloro che vogliono venderci macchine, diserbanti, semi ibridi.
Vanno abbandonate le monocolture, bisogna reintrodurre gli animali, bisogna vendere a chi cerca cibo di qualità, ai gruppi di acquisto e ti assicuro c’è una richiesta esponenziale.
Quelle che tu chiami ‘erbacce’ e che vuoi estirpare nelle zone difficili da lavorare, io le benedico. Mi nutrono conigli, anatre e polli che scorrazzano tutti liberi e che contemporaneamente concimano l’oliveto ed il frutteto.
Pensa carne, uova, concime gratis mentre c’è gente che compra un prodotto per eliminarle le erbe, un concime, granaglie per gli avicoli e fieno e fioccato per i conigli