Pubblichiamo
questo articolo di Giovanni Ballarini tratto dal sito dell’accademia dei Georgofili  che racconta alcune curiosità sul caffè poco conosciute ma molto divertenti.

Il frutto del caffè è una drupa che contiene la polpa e due semi o chicchi avvolti da una pellicola rigida e spessa e da una pellicola sottile aderente al seme. Nella coltivazione del caffè, dopo il raccolto è necessario estrarre i chicchi dal frutto, altrimenti si deteriorano, e si usa un trattamento a secco o in umido. Nel trattamento a secco i frutti sono essiccati al sole o in essiccatoi, con un risultato più rapido ma qualitativamente inferiore, poi si esegue la snocciolatura a cui segue una setacciatura e la selezione dei chicchi per dimensioni e il caffè così prodotto si chiama naturale o non lavato. Con il trattamento umido le macchine spolpatrici in un flusso continuo di acqua rompono buccia e polpa liberando i semi che a loro volta sono svincolati dalla mucillagine di polpa e dalle pellicole con una fermentazione in acqua alla quale segue un essiccamento, la snocciolatura e la selezione dei chicchi e il prodotto così ottenuto si chiama lavato. Questo secondo metodo necessita di molta acqua, è più lungo e costoso ma il prodotto ha una qualità migliore e le partite sono più omogenee e costanti.

Lo zibetto viene nutrito con bacche della pianta per ottenerne i chicchi

Nella storia di questa bevanda intervengono non solo gli uomini ma anche gli animali, come ricorda la leggenda, che sembra essere raccontata per la prima volta in Europa nel 1671 dal frate maronita Antonio Fausto Naironi. Secondo il racconto l’uso del caffè sarebbe partito dall’osservazione da parte di un pastore dell’agitazione delle sue capre che si erano nutrite di foglie e bacche della pianta. Come avviene per molte piante, la drupa è un buon cibo per diversi animali attratti anche dal colore, che si nutrono della parte esterna e che con processi digestivi liberano i semi che sono eliminati con le feci e deposti in luoghi lontani favorendo la disseminazione della pianta. Da qui una simbiosi vantaggiosa tra pianta e animale.

Tra i molti animali che si nutrono delle bacche del caffè vi sono gli zibetti dell’Indonesia (Paradoxurus hermaphroditus) simili a un gatto o a una civetta, gli uccelli erbivori o Jacu, originari del Sud America e diffusi nello stato brasiliano di Espírito Santo, presenti nelle piantagioni all’ombra di alberi ad alto fusto e che si ciba dei frutti maturi, gli elefanti della Thailandia. È noto che questi animali con le feci eliminano i chicchi del caffè nei quali gli enzimi digestivi modificano la struttura delle proteine rimuovendo parte dell’acidità e rendendo l’infuso di caffè più liscio e quindi di maggior valore. Recentemente a questi animali si sono aggiunte talune specie di formiche. Dai chicchi mangiati dagli animali e poi espulsi con le loro feci si ottengono bevande di particolare pregio.

Il Kopi Luwak (Kopi caffè, Luwak, nome indonesiano della civetta delle palme) è una pregiata bevanda e molto costosa (circa ottocento Euro al chilogrammo, circa dodici Euro a tazzina) ricavato dalle bacche parzialmente digerite e defecate dallo zibetto o civetta delle palme. Inizialmente i produttori si limitavano a raccogliere le deiezioni degli zibetti nei pressi delle piantagioni di caffè, ma oggi gli zibetti sono catturati, rinchiusi in gabbie e alimentati forzatamente ed esclusivamente con le bacche di caffè.

caffè
I chicchi ottenuti da bacche digerite dagli animali hanno un costo elevatissimo

Il Black Ivory (avorio nero) è una bevanda profumata con note di cacao, spezie, sentori di tabacco e cuoio e un retrogusto di ciliegia sciroppata e una tazzina costa 85 €. Nel villaggio rurale di Ban Taklang, nel Surin della Thailandia le bacche di Thai Arabica sono incorporate all’alimentazione degli elefanti dalle cui feci sono raccolti i chicchi che sono lavati, asciugati al sole. Il Caffè Ant (ant termine inglese di formica) prodotto nello stato brasiliano di San Paolo è ottenuto da formiche che raccolgono le bacche e trasportano nei loro formicai la polpa scartando i chicchi che rimangono fuori dal formicaio.

Giovanni Ballarini  (articolo tratto dal sito georgofili.it)

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gianni
gianni
11 Dicembre 2020 14:13

Siamo proprio una razza superiore, va tutto bene comunque ma permettetemi di riderci su.

clamav
clamav
Reply to  gianni
7 Gennaio 2021 16:18

Direi che possiamo anche farne a meno….

“Il kopi luwak si trova nei caffè e nei giardini creati per i turisti a Bali. Mentre ai clienti viene spesso fatto credere che il caffè provenga da zibetti selvatici, i testimoni oculari hanno appreso che, nonostante siano una specie protetta ai sensi della convenzione CITES, gli zibetti asiatici vengono prelevati allo stato selvatico a circa 6 mesi di età, tenuti in cattività e costretti ad ingerire ed espellere le bacche di caffè.

I testimoni oculari hanno visitato i produttori che esportano il kopi luwak in tutto il mondo. Hanno documentato che gli zibetti sono tenuti in gabbie vuote ed insalubri, coperte di feci, terra e bacche di caffè in decomposizione. Molte gabbie – che impediscono agli animali notturni di dormire, come dovrebbero, durante il giorno – erano sommerse da ragnatele.

Gli animali in cattività mostrano comportamenti stereotipati causati dall’estrema sofferenza, come per esempio girare in tondo ripetititvamente. La maggior parte soffriva di ferite dolorose su tutto il corpo.”

stever
stever
12 Dicembre 2020 11:20

Incredibile, ne fanno addirittura capsule (compreso il Black Ivory) compatibili Nespresso 🙂

Battista Schinetti
Battista Schinetti
12 Dicembre 2020 13:32

Boicottiami questo caffe perche gli animali che vengono utilizzati sono strappati dal liro habitat e costretti a vivere in condizioni aberranti

Battista Schinetti
Battista Schinetti
12 Dicembre 2020 13:37

…e non mi sembra il caso che per una tazzina di caffè si debba far soffrire cosi.

Marina Brusa
Marina Brusa
7 Gennaio 2021 12:27

Bravissimo Sig. Schinetti !!! C’e’ poco da ridere , gli animali sono tenuti nelle peggiori condizioni per un nostro stupido sfizio . Oltre al saccheggio in natura , c’e’ anche un allevamento crudele . Vi sono petizioni mondiali per far chiudere questi allevamenti assurdi . Non compriamo rendendoci complici