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Gli allergici al glutine e i celiaci hanno due patologie distinte, ma spesso confuse, generando disinformazione e rischi concreti per la salute dei pazienti. AIC (Associazione Italiana Celiachia) e Food Allergy Italia APS lanciano un appello congiunto alle istituzioni italiane ed europee per rendere più chiara e precisa l’etichettatura degli alimenti, soprattutto in merito agli allergeni.

Attualmente, l’indicazione “può contenere…” è troppo generica e dovrebbe essere sostituita da diciture più chiare come “contiene” o “non contiene”, basate su soglie reali di rischio. Nella celiachia, infatti, è sufficiente l’ingestione di glutine per attivare la malattia, mentre per l’allergia al frumento bastano anche minime quantità assunte o inalate per scatenare reazioni potenzialmente gravi, come lo shock anafilattico. La questione non è certo nuova ma da anni le associazioni chiedono una revisione della normativa (ne abbiano parlato qui).

Allergici al grano o celiaci?

La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue. Secondo il Ministero della Salute, i celiaci diagnosticati in Italia sono 265.000, ma si stima che ci siano 400.000 casi sommersi. L’allergia al frumento, invece, coinvolge meccanismi immunitari differenti e può essere scatenata da varie proteine del frumento, non solo dal glutine.

AIC e Food Allergy Italia chiedono una revisione della normativa UE sull’etichettatura precauzionale (Reg. 1169/2011, art. 36), oggi troppo vaga e non regolamentata da atti esecutivi. Le due associazioni, tramite le federazioni europee AOECS ed EFA, partecipano attivamente ai lavori del Codex Alimentarius per la definizione di linee guida internazionali più precise.

Pagnotta integrale rustica con spighe di grano su tavolo di legno nero; concept: pane integrale Gli allegici al glutine e i celiaci hanno due patologie distinte
Gli allergici al glutine e i celiaci hanno due patologie distinte

Nel frattempo, entrambe le associazioni hanno definito raccomandazioni specifiche: AIC consiglia di affidarsi esclusivamente alla dicitura “senza glutine” regolamentata (≤ 20 ppm). Per quanto riguarda invece l’allergia al frumento, si stima che il 95% dei pazienti allergici possa tollerare e, quindi, assumere fino a 5 mg di proteine totali del frumento in un’unica dose. Food Allergy Italia raccomanda la lettura attenta delle etichette e la consulenza dell’allergologo, evitando prodotti con indicazioni vaghe. Solo con una corretta informazione e regole chiare è possibile garantire la sicurezza di chi convive con queste patologie.

Le raccomandazioni

Nell’attesa di interventi istituzionali, Associazione Italiana Celiachia e Food Allergy Italia APS hanno definito specifiche raccomandazioni per i pazienti.

Per i prodotti alimentari e le bevande che potrebbero contenere glutine, AIC si ispira al principio della massima cautela e consiglia di affidarsi alla dicitura “senza glutine”. Questa dicitura, pensata appositamente per i celiaci, garantisce per legge (Regolamento UE 828/2014) il rispetto della soglia massima di glutine loro consentita (20ppm, cioè 20 mg per kg). Questa dicitura non è destinata ai soggetti allergici al frumento e non va ricercata negli alimenti che sono senza glutine in natura e per cui la norma stessa ne vieta l’utilizzo, potendo essere ingannevole e confondente per i pazienti-consumatori.

Per i prodotti alimentari e le bevande che potrebbero contenere allergeni, Food Allergy Italia APS si ispira al principio della massima cautela e consiglia di leggere sempre le etichette dei prodotti e di rivolgersi al proprio allergologo per quanto riguarda la gestione della dieta di eliminazione. Non è consigliabile il consumo di prodotti con l’etichettatura precauzionale senza una valutazione clinica completa e la consapevolezza che sia stata condotta una appropriata valutazione del rischio allergenico.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

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