Formaggio Parmigiano Reggiano con marchio visibile sulla crosta

prosciutto di parma fetteOlio e Grana come il fumo, l’Organizzazione mondiale della sanità avrebbe lanciato una campagna contro i prodotti tipici di eccellenza dell’agroalimentare italiano, colpevoli di essere troppo ricchi di sale e grassi, e quindi da evitare. Questo è quanto riportato in un articolo de Il Sole 24 Ore, che descrive anche alcune misure per disincentivarne l’assunzione, come una tassa ad hoc ed etichette con immagini raccapriccianti come quelle presenti sui pacchetti di sigarette. Il problema? Non c’è niente di vero. Insomma, si tratta di una vera e propria bufala, rimbalzata sulle pagine dei maggiori quotidiani, senza controllo e senza verifica alcuna. La prima conseguenza sono stati gli attacchi all’Oms da parte di politici di spicco come il Ministro dell’interno Matteo Salvini e quello delle politiche agricole Marco Centinaio non è passato molto tempo.

La bufala nasce dal fraintendimento (nella migliore delle ipotesi) del rapporto pubblicato alla fine del mese di giugno dall’Alta commissione dell’Oms sulle malattie non trasmissibili, come cancro, patologie cardiovascolari e diabete, intitolato Time to deliver. Ma basta leggerlo con un po’ di attenzione per accorgersi che il documento non fa riferimento esplicito ai prodotti tipici italiani (o a qualsiasi altro prodotto, d’eccellenza o meno), e che le misure proposte dall’Oms sono state riportate dal quotidiano in maniera esagerata e distorta. Va ricordato che si tratta di raccomandazioni e suggerimenti ai governi nazionali, liberi di decidere quali strategie adottare per ridurre l’incidenza di queste malattie; insomma il rapporto dell’Oms non ha imposto alcuna misura penalizzante all’agroalimentare italiano.

salvini oms parmigiano made in italy
Il tweet del Ministro dell’interno Matteo Salvini che attacca l’Oms, sulla base di una vera e propria bufala

Nel dossier si spazia dalle misure per disincentivare il fumo, fino alla promozione di vaccini per la prevenzione di alcuni tipi di cancro, ma non compare nessuna fantomatica tassa sul Parmigiano o sul prosciutto di Parma. Nel rapporto invece si legge che “Dovrebbero essere presi in considerazione sia incentivi che disincentivi fiscali per incoraggiare stili di vita sani promuovendo il consumo di prodotti salutari e diminuendo il marketing, la disponibilità e il consumo di cibi insalubri”. Gli esperti dell’Oms suggeriscono un ampio ventaglio di misure che i governi possono adottare (o meno) per incoraggiare il consumo di cibi più salutari, non solo tasse. Nel documento, poi, non si menziona nessun prodotto in particolare, nemmeno le bevande zuccherate su cui si è concentrata la maggior parte degli interventi fiscali negli ultimi tempi.

Nessuna traccia delle famigerate immagini raccapriccianti da inserire sulle etichette per mostrare le conseguenze del consumo eccessivo della mozzarella di bufala o del Grana. Al massimo, nel documento (o meglio in un annesso al rapporto) si parla di introdurre forme di etichettatura semplificata sulla parte frontale del prodotto per ridurre l’assunzione di sale. Questo tipo di etichettatura comprende il semaforo britannico e il Nutri-Score francese, ma anche altri tipologie di loghi pensati per indicare in modo chiaro il contenuto di alcuni nutrienti o il suo livello di salubrità. Anche per quanto riguarda eventuali misure fiscale come la Sugar tax, l’Oms lascia spazio ai governi nazionali per stabilire l’adozione di eventuali provvedimenti.

mozzarella di bufala
L’OMS raccomanda di considerare la possibilità di introdurre misure fiscali per incentivare o disincentivare certi tipi di alimenti o la loro pubblicità

In ogni caso, secondo il rapporto dell’Oms “i governi dovrebbero dare priorità alla restrizione del marketing di prodotti insalubri (quelli che contengono quantità eccessive di zucchero, sodio, grassi saturi e grassi trans) ai bambini”. Si tratta di un obiettivo che l’Organizzazione mondiale della sanità si prefigge da anni per la prevenzione dell’obesità infantile, che dovrebbe essere una priorità anche per il governo italiano (il nostro paese è uno dei peggiori in Europa con il 42% di bambini obesi o in sovrappeso, in terza posizione dopo Spagna e Grecia).

Siamo di fronte a una bufala con i fiocchi che ha costretto l’Oms a una smentita. Francesco Branca, direttore del Dipartimento di nutrizione dell’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato, come riporta il Corriere della Sera, che le notizie di “bollini neri dell’Oms su tale o tale alimento non sono corrette”. Lo stesso Branca intervistato poco tempo fa da Il Fatto Alimentare, ha delineato bene quali sono i problemi italiani e le scelte da fare su temi come le etichette semaforo e la Sugar tax senza censurare i prodotti tipici del Made in Italy. Da questa vicenda emerge l’ennesima conferma che in Italia la difesa dei prodotti tipici portata avanti da lobby, viene prima della salute dei cittadini. Insomma, guai anche solo a suggerire che il Parmigiano e il prosciutto di Parma sono troppo ricchi di grassi saturi e sale, e per questo devono essere consumati con moderazione, si corre il rischio di essere sommersi da polemiche infinite.

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Sabrina Favero
Sabrina Favero
27 Luglio 2018 06:26

Eh gia! Nessuno tocchi Caino!!! Basterebbe solo sapere a tutti gli effetti da dove arrivano questi prodotti considerati DOP!! Si nega pure davanti all evidenza! Vergogna!

PIER DANIO
PIER DANIO
27 Luglio 2018 09:56

Sicuramente è una esagerazione e una bufala credere che l’OMS abbia messo degli obblighi ad alcuni DOP italiani per metterne in evidenza l’insalubrità, ma i consensus e relative linee guida degli ultimi anni non hanno ancora fatto nessuna differenza tra Grana Padano e Parmigiano Reggiano e altri alimenti conservati o carni lavorate a livello di sodio e grassi saturi. In un certo senso la preoccupazione è legittima. Quello che le varie società scientifiche conoscono bene è che un alimento deve essere considerato nel suo valore nutrizionale complessivo (aminoacidi, vitamine, minerali, elementi di lavorazione) e nelle quantità abitualmente utilizzate. Se si continua a considerare l’apporto nutrizionale solo su base 100g ovviamente i nostri Grana DOP saranno penalizzati. Ma un secondo di Grana Padano al posto di carne o 2 uova (LARN) pesa 50g, e come molti sanno non si ingurgita facilmente come un sacchetto di patatine. I grassi saturi della carne sono differenti da quelli del latte e quindi del Grana, dovrebbero aumentare il rischio di LDL nello stesso modo? O è plausibile che abbiano una bioattività differente? Il problema è che a livello mondiale i nostri alimenti sono una nicchia della nicchia e non importa a nessuna commissione che vengano penalizzati ingiustamente come se fossero un hot dog made in USA. A queste commissioni importa solo far sì che si consumi meno sale, meno saturi, meno kcal, e non affrontare il problema dell’educazione seriamente. Educare è troppo difficile, e comunque lo devono fare i paesi singoli, incentivare la proibizione è più facile e ci si può più agevolmente lavare le mani.

PIER DANIO
PIER DANIO
27 Luglio 2018 09:59

Non dica sciocchezze, è indubbio che la reazione di alcuni ministri sia qualunquistica, così come pensare che chissà da dove vengono questi DOP. L’evidenza scientifica dimostra che Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono a tutti gli effetti alimenti funzionali che promuovono la salute se inseriti in una dieta equilibrata.

Mino Gasparotto
Mino Gasparotto
28 Luglio 2018 12:31

I nostri ministri, di qualunque colore politico, sono spesso ignoranti come capre, sparano slogan sui social senza avere minima cognizione di causa e senza informarsi, l’importante è acquisire consensi da elettori altrettanto ignoranti. Inutile lamentarsi, rappresentano l’italiano medio, qualunquista e superficiale