Una persona prende una bottiglia di olio di oliva dallo scaffale di un supermercato; concept: extravergine

La multinazionale spagnola Deoleo ha deciso il richiamo volontario dagli scaffali dei supermercati americani di alcuni lotti di olio extravergine Carapelli e Bertolli per “irrancidimento”. Si tratta di un difetto organolettico dovuto all’ossidazione dell’olio dovuta alla luce o ad altri fattori, che avrebbero “prematuramente rovinato” l’extravergine. La faccenda è curiosa perché il richiamo volontario deciso negli USA  dalla multinazionale spagnola leader nel mondo per la produzione di olio di oliva, arriva pochi giorno dopo lo scandalo italiano provocato dall’inchiesta di Raffaele Guariniello a Torino. Il magistrato ha accusato Carapelli, Bertolli e Sasso di frode in commercio per aver venduto un olio dichiarandolo extravergine, quando era in realtà olio vergine di oliva.

Il richiamo di olio Bertolli e Carapelli

Si tratta di un comportamento strano perché se negli USA la società ritira olio extravergine di oliva per un difetto organolettico di rancido, in Italia si difende a spada tratta, scagliandosi contro il panel test che ha giudicato l’olio difettoso, accusandolo di essere un metodo “soggettivo, non ripetibile e non riproducibile”.

Bertolli extra vergine olio di oliva
Olio Bertolli Extra Virgin Olive ritirato per difetti di irrancidimento

Il panel test è però una prova ufficiale da superare per tutti gli oli extravergini d’oliva che non devono avere difetti organolettici. La prova infatti evidenzia non solo problemi di sapore come il rancido dovuto all’ossidazione del prodotto, ma anche il riscaldo e l’avvinato, dovuti a fermentazione delle olive o della pasta d’olive in fase di estrazione, il sapore di morchia e di umidità, dovuti alla cattiva conservazione in fase di stoccaggio, e tanti altri. È sufficiente che nella prova di assaggio il panel di assaggiatori rilevi anche  solo uno di questi cattivi odori o sapori, per declassare il prodotto da extravergine a vergine.

Secondo il gruppo spagnolo, le analisi effettuate dall’Agenzia delle Dogane di Genova dimostrano “che i nostri prodotti sono conformi alle norme degli oli extravergini d’oliva secondo quanto stabilito dalla legislazione italiana. I prodotti – sottolinea il gruppo in una nota – rispettano tutti i parametri fisico-chimici”. La società non dice nulla sui risultati e sui difetti riscontrati dal panel test per i vari oli sotto accusa, e ha annunciato l’intenzione di chiedere nei termini prestabiliti una “controprova per verificare l’assaggio effettuato dai Nas”.

Carapelli Extra Light olive oil.v1
L’olio Carapelli Extra Light ritirato volontariamente da Deoleo

da Teatro Naturale

Nota

Elenco degli oli e dei lotti Bertolli e Carapelli ritirati volontariamente dagli scaffali dei supermercati americani.

  • Bertolli Extra Light Tasting Olive Oil 17 fl oz (500ml) (UPC code 41790 00420)
  • Bertolli Extra Light Tasting Olive Oil 25.5 fl oz (750ml) (UPC code 41790 22093 )
  • Bertolli Classico Pure Olive Oil 17 fl oz (500ml) (UPC code 41790 00140)
  • Bertolli Classico Pure Olive Oil 25.5 fl oz (750ml) (UPC Code 41790 22106)
  • Bertolli Classico Pure Olive Oil 169 fl oz (5 liter) (UPC Code 41790 00195)
  • Carapelli Extra Light Olive Oil 17 fl oz (500ml) (UPC Code 19521 23703)
  • Carapelli Extra Light Olive Oil 25.5 oz (750ml) (UPC Code 19521 24131)
  • I/O Bertolli Extra Virgin Olive Oil 17 oz. (500 ml) (UPC Code 41790 00160)

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Giovanni
Giovanni
3 Dicembre 2015 18:13

H letto con interesse il vostro articolo e mi è venuto in mente un testo simile di un articolo del 27 agosto 2010 “I saggi hanno evidenziato che una certa percentuale degli oli non rispettava gli standard di qualità degli oli extravergine facendo ipotizzare: episodi di adulterazione e miscelazione con oli raffinati e meno costosi, pessime qualità organolettiche dovute a processi ossidativi e/o all’uso di olive stoccate in modo improprio o danneggiate.
Il tema è ripreso anche dal settimanale il Salvagente con il titolo “Ma davvero è extravergine? L’olio italiano fa discutere gli Usa” sottolineando che “tra i bocciati, ci sono nomi eccellenti del made in Italy, come Carapelli, Bertolli, Colavita e Filippo Berio”.
Ma possiamo ancora considerare gli oli della Berio, Carapelli, Bertolli venduti negli USA come prodotti italiani? Carapelli e Bertolli sono di proprietà della spagnola SOS.
E dopo la California si parla di class action anche in Florida. Di nuovo coinvolti i marchi Bertolli e Filippo Berio.”
Da allora (o forse anche prima) per tutti gli anni a venire vedremo sempre le notizie riguardanti le frodi sull’olio extra vergine d’oliva e troviamo sempre nei grandi magazzini gli olii di quelle marche a 3 o 4 € al litro che certamente non possono essere OLII EXTRA VERGINI.

Costante P.
Costante P.
5 Dicembre 2015 16:44

Non sono uno specialista di olii commestibili, ma per esperienza diretta ultradecennale nel comparto alimentare posso affermare senza ombra di smentita che il panel test, eseguito secondo schemi adeguati e norme consolidate con selezione degli assaggiatori e loro specifico allenamento, è uno strumento altamente affidabile , oggettivo, ripetibile e riproducibile al pari delle prove strumentali.

Roberto La Pira
Reply to  Costante P.
5 Dicembre 2015 19:01

Sono assolutamente d’accordo

marco
marco
10 Dicembre 2015 18:47

Che tristezza vedere che certe multinazionali hanno “comprato i nostri nomi” e vendono “sotto mentite spoglie” i loro …. una specie di italian sounding legalizzato
se non sbaglio queste “metamorfosi” sono iniziate già molti anni fa a partire dal settore della moda
I vecchi proprietari di queste aziende (non solo quelle del settore olio) hanno fatto proprio un “bel regalo alla ns nazione” ..