Mulino Bianco e Ferrero, via l’olio di palma da biscotti e merendine, ma le diciture non sempre sono in regola. Il commento dell’avvocato Dario Dongo
Mulino Bianco e Ferrero, via l’olio di palma da biscotti e merendine, ma le diciture non sempre sono in regola. Il commento dell’avvocato Dario Dongo
Dario Dongo 27 Marzo 2017Si allarga la schiera delle industrie che a vario titolo rivendicano sulle etichette le proprietà nutrizionali di prodotti dolciari senza olio di palma. Dopo Di Leo e Galbusera é arrivata Barilla con i marchi Mulino Bianco e Pavesi, e in coda troviamo anche Ferrero con alcuni prodotti della linea Kinder Brioss alla frutta. Ma questi ‘claims‘ comparativi che vantano la minore percentuale di grassi non sono sempre in regola. “La merendina Ferrero Brioss ciliegia e cereali – spiega l’avvocato Dario Dongo esperto di diritto alimentare – pur senza declamare l’assenza di olio di palma sull’etichetta come fanno tanti altri produttori, evidenzia in modo corretto la riduzione dei grassi (- 55% ) rispetto alla media delle merendine più vendute in Italia (vedi foto in alto).” La comparazione è perciò eseguita sulla base dei dati elaborati da Aidepi (associazione di categoria che raggruppa i principali produttori di pasta e prodotti da forno), come viene anche riportato in una citazione sull’etichetta. Questa riduzione è dovuta al ripensamento di Ferrero, che con questa linea di merendine ha iniziato a utilizzare olio di girasole al posto dell’olio di palma tanto caro all’azienda piemontese.
Diversa è la posizione di Barilla che con i marchi Mulino Bianco e Pavesi è ormai schierata da quasi un anno sul fronte ‘palm oil free‘. Il colosso di Parma propone sulla confezione dei biscotti due diciture. La prima evidenzia l’assenza di olio di palma (vedi foto di copertina e foto in basso), la seconda propone un’ardita comparazione nutrizionale del biscotto con la ‘precedente ricetta’ che sino a pochi mesi fa era preparato con olio di palma. Barilla evidenzia così la differenza tra i biscotti Macine preparati sino a un anno con olio di palma e quelli nuovi nobilitati dall’olio di girasole. Encomiabile il risultato, dubitevole il paragone che non risulta conforme alle previsioni del regolamento ‘claims’.
Non trattandosi di un’impresa artigiana, è difficile pensare a una banale svista tra l’altro ricorrente. Si può forse ipotizzare un ‘cattivo consiglio’ dei consulenti, anche se la violazione delle regole è abbastanza macroscopica. Forse questa volta il marketing aziendale ha preso il sopravvento rispetto ai consigli dell’ufficio legale, con la complicità di sanzioni davvero ridicole che possono derivare. Si conferma così, con un esempio significativo, l’assoluta inadeguatezza del decreto legislativo recante sanzioni per le violazioni del reg. (CE) 1924/06, su ‘nutrition & health claims‘. Sanzioni onerose per le piccole imprese, ma non certo deterrenti per Big Food.
Per l’analisi giuridica di dettaglio, si veda l’articolo “-60% grassi saturi rispetto alla precedente ricetta? Risponde l’avvocato Dario Dongo”
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade
Un articolo ben scritto come solito.
Nella descrizione della foto però è da togliere la dicitura Kinder, in quanto la Kinder Brioss è un altro prodotto e presenta olio di palma.
L’articolo correttamente cita la Kinder Brioss Frutta che non ha olio di palma, ma solamente la Kinder Brioss Frutta non ha olio di palma, le altre merendine della linea Kinder Brioss presentano olio di palma.
Le merendine della linea Ferrero Brioss invece non hanno olio di palma (come quella in immagine).
corretto
Perchè kinder si ostina ad usare ancora l’olio di palma nelle merendine? Se Mulino Bianco è riuscita a sostituirlo con successo, perché non adeguarsi? Personalmente non le compro più e spero che in molti facciano come me, in modo che la Kinder capisca….
Quale figlio di un rappresentante di commercio Ferrero ormai in pensione, ho fisso in mente alcuni segreti industriali legati alla produzione della crema Nutella sentiti da mio padre: la composizione organolettica del prodotto in questione varia da stagione a stagione: poiché in estate questa non “reggerebbe” alle alte temperature climatiche rispetto a quanto accade invece in inverno, i processi di lavorazione cambiano e da questo anche le esigenze della catena di produzione. Quindi, a chi si chiede perché la multinazionale d’Alba si ostina ad usare olio di palma, la risposta da fornire è legata alle necessità produttive di un grande colosso dell’industria dolciaria che ha interesse a differenziarsi. FantaLou
Il processo produttivo può cambiare con la stagione, ma il prodotto venduto nello stesso paese tendenzialmente resta identico, perché il consumatore non ama i cambiamenti
Anche perché la Ferrero vende in tutto il mondo e solo in Italia c’è questa fissa dell’olio di palma… e se guardate i dati di vendita di ferreo anche nel 2016 sono in crescita, quindi…
Comunque, tornando a Barilla, purtroppo le sviste sono tante!
Nessuno si è mai accorto che su alcuni prodotti cita in modo corretto le tabelle di comparazione con i dati medi delle merendine più vendute, peccato che sul sito riporti ancora tabelle di comparazione del 2012/2013 che invece vengono aggiornate ogni anno. Ecco perché i suoi Pangoccioli hanno sempre meno calorie di tutti gli altri….
Intendevo stigmatizzare che proprio perché il prodotto finale deve restare identico, in estate si usa una ricetta diversa rispetto all’inverno. FantaLou
Si, ma è pur sempre olio di palma, al massimo in inverno sarà una miscela con olio parzialmente frazionato per avere più insaturi. Comunque l’etichetta nutrizionale è quella, bisogna vedere se varia durante l’ anno
È molto difficile che un prodotto come una merendina o un biscotto cambi ricetta al variare delle stagioni
Leggo gli ingredienti in etichetta da diverso tempo e le merendine Ferrero citate non hanno da molto tempo olio di palma nella loro composizione,almeno da quando (prima di acquistare) leggo la lista ingredienti,per cui non mi sembra una inversione di tendenza,anche perché tutti gli altri prodotti restano invariati nella loro composizione. Per quanto riguarda la crema spalmabile non mi sembra che altri marchi variano la loro ricetta in base alla stagione.
Segnalo le linee guida della CE sul reg. (CE) n. 1924/2006, alla sezione II.2.2 (https://ec.europa.eu/food/sites/food/files/safety/docs/labelling_nutrition_claim_reg-2006-124_guidance_en.pdf), e in particolare, a sostegno della discussione, il passo (tradotto da me):
“II.2.2. Prodotto [alimentare] di riferimento
Il paragrafo 2 dell’articolo 9 specifica che una serie di prodotti della stessa categoria dovrebbero essere presi in considerazione, compresi alimenti di altri marchi, per il confronto. Questo al fine di evitare la situazione in cui un confronto con un singolo prodotto possa trarre in errore il consumatore in quanto il singolo prodotto potrebbe non essere rappresentativo della categoria rilevante di prodotti.
Per esempio, un operatore del settore alimentare potrebbe scegliere come prodotto di riferimento un prodotto che ha un contenuto energetico può elevato di un prodotto medio di quella categoria. La versione “light” potrebbe avere il 30% meno energia di tale prodotto di riferimento, ma il confronto potrebbe trarre in errore in quanto il prodotto di riferimento non è rappresentativo dei prodotti di quella categoria presenti sul mercato.
Di conseguenza, purché il prodotto alimentare sia rappresentativo della sua categoria, uno specifico prodotto a marchio può essere usato come termine di confronto.
In altre parole, se uno specifico prodotto a marchio ha una composizione che è rappresentativa del mercato, il nome del prodotto stesso può costituire il termine di riferimento per il confronto quando è seguito dall’indicazione “light” [leggero]. Per esempio “X light” dove X è il prodotto “standard” fornisce l’informazione [richiesta] per quanto riguarda il prodotto di riferimento”