Il mercato delle creme spalmabili con cacao e nocciole si fa sempre più affollato e, dopo il lancio della Crema Pan di stelle di Barilla, arriva adesso la crema Baci Perugina che si ispira al famoso cioccolatino. L’elenco degli ingredienti vede in prima fila lo zucchero in quantità poco superiore al 50% seguito da grassi vegetali (olio di girasole e burro di cacao), poi ci sono le nocciole in pasta e in granella in misura pari al 14%. Alla fine della lista troviamo siero di latte e cacao magro in polvere (8%) emulsionanti e aromi naturali. Diciamo che la formula non si discosta molto come composizione dalla Nutella che utilizza però come materia grassa l’olio di palma. Il prezzo si colloca nella fascia alta del mercato con 3,29 € per un vasetto da 200 g. Quasi il doppio del prodotto leader.
Il prezzo spesso però è una variabile che dipende solo in parte dalla qualità degli ingredienti. In passato avevamo evidenziato come sul mercato ci siano creme di marche diverse ma tra loro molto simili per composizione e prodotte tutte da una stessa azienda (Nutkao), proposte a listini variabili da 4 a 11 euro (ne abbiamo scritto qui).
I motivi di prezzi così differenziati per un prodotto abbastanza uniforme sono da ricercare nella filiera, nel tipo di commercializzazione e nelle spese pubblicitarie. Qualcuno dirà che alcuni prodotti hanno un sapore unico. È vero, ma questo è collegato solo in parte alla ricetta e al processo produttivo. Un ruolo fondamentale viene attribuito agli aromi. Ogni crema ha un “suo” sapore impossibile da copiare, perché gli aromi sono composti da centinaia di molecole. La formula è un “segreto” che le aziende custodiscono gelosamente. Per questo motivo, anche se due vasetti sono preparati con gli stessi ingredienti nelle stesse proporzioni e vengono sottoposti al medesimo processo di lavorazione, non saranno mai uguali.
Non bisogna però confondere queste creme con altre come Lindt che contiene il 25% di nocciole o Novi che arriva al 45% e per questo motivo sono vendute a prezzi più elevati. La vera novità della crema Baci Perugina è forse la scelta di inserire un pizzico di granella di nocciola e di aggiungere il tipico messaggio dei Baci Perugina sul coperchio del vasetto.
© Riproduzione riservata. Foto: Perugina
[sostieni]
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Il mercato delle creme spalmabili al cioccolato e nocciole è sempre più affollato! Personalmente preferisco la Novi (non troppo dolce e con pronunciato sapore di nocciole), mentre i miei figli preferiscono la Nutella, non mi ha entusiasmato la Pan di stelle (troppo dolce e meno “cremosa” della Nutella, non entusiasti nemmeno i figli), apprezzo anche la pernigotti…
Ok i prezzi alti di Novi (molte nocciole) e bassi di Nutella (ingredienti non pregiati), ma in qualche caso le differenze di prezzo sono difficilmente spiegabili
Baci Perugina in crema: ma il siero di latte (dichiarato in etichetta) non è un allergene e pertanto andrebbe indicato in grassetto ?
Tutte le creme contengono lecitina di soia OGM( almeno quelle che menzionate) quindi a parte le qualità organolettiche sono uguali e i miti forse sono i peggiori. Se continuiamo a comprarle non miglioreranno mai,del resto cosa posso aspettarmi dalla Nestlé?
Gentilissimo, qualsiasi alimento o ingrediente GM in vendita in Italia deve essere dichiarato in etichetta.
In pratica ultimamente questi marchi stanno facendo tutti a gara a imitare la nutella, offrendo la stessa bassa qualità. Evidentemente oggigiorno l’acquirente medio compra così. Me ne dispiaccio per loro, non saprei che altro dire.
Sicuro Valentina, ma quasi tutta la lecitina arriva dal Brasile o dall’India e ultimamente non mi sembra che le notizie sugli alimenti che arrivano dall’estero siano confortanti( semi di sesamo in testa)
. Mi chiedo perché in molti prodotti animali o formaggi ad esempio, i venditori evidenziano il fatto che non contengono OGM. Cordialità
“Mi chiedo perché in molti prodotti animali o formaggi ad esempio, i venditori evidenziano il fatto che non contengono OGM”
Perché è di moda e fa vendere, come il senza glutine senza sale senza palma senza glutammato… tutti claim salutistici di nessun valore, eccetto si sia veramente intolleranti o allergici a qualcosa, o se ne consumino quantità tali da alterare la dieta.
“OGM” è solo una DEFINIZIONE LEGALE della regolamentazione relativa al METODO con il quale sono stati modificati i geni, ossia inserendo con l’ingegneria genetica un gene vantaggioso con precisione e in poco tempo invece che in modo casuale e in anni di mutagenesi fatta per tentativi come con le ibridazioni, le radiazioni (naturali o artificiali), i trattamenti chimici.
E no, non è mai esistita la fragolapesce dei comici televisivi e gli altri terrorizzanti “OGM Frankenstein”, e non vengono creati deliberatamente ibridi sterili per speculare sulle sementi, e non sono vere la quasi totalità delle bestialità che si sentono in giro, e inoltre praticamente TUTTO ciò che compriamo e mangiamo è OGM (ma non si chiama così perché ottenuto per mutagenesi differenti) e coltivato ovunque nel mondo eccetto che da noi in medievallandia, e con alterazioni genetiche fatte in tutti i modi ECCETTO l’ingegneria genetica vietata per LA DEFINIZIONE LEGALE DI OGM (priva di alcuna motivazione scientifica).
L’argomento ovviamente è molto più complesso di questo elementare riassunto, ma è ben spiegato in numerosi siti seri (che purtroppo di solito sono pallosi e verbosi, perché le battute che liquidano in poche parole problemi di estrema complessità sono prerogativa dei ciarlatani e non degli scienziati).
Nel caso di carni o di prodotti di derivazione animale (latte, formaggi, uova) nel caso ci sia la dichiarazione volontaria “non ogm” vuol dire che gli animali non sono stati alimentati con mangime contenente ingredienti geneticamente modificati. Nel caso invece si siano usati nell’alimentazione degli animali mangimi gm, non è obbligatorio per legge indicarlo in etichetta. Quindi trovare la scritta non ogm su questi tipi di alimenti è un’informazione utile per i consumatori.
Tutti a inseguire la Nutella, cercando di ricavarsi una fettina di mercato con i soliti claim triti e ritriti (il “maledetto palma”… che è meno dannoso del burro per la salute e del soia per l’ambiente) e un’adeguata pubblicità, dopo quella con le briciole di pandistelle ora quella con la granella di nocciole, nella prossima schegge di cioccolato?
Tutte con una cosa in comune, il prezzo molto più alto… facilmente spiegabile perché il consumatore continua a credere che se costa di più è migliore a prescindere: poi dopo un po’ si rende conto e torna alla Nutella, anche perché i gusti dell’infanzia non si dimenticano.
@Valeria Nardi
“nel caso ci sia la dichiarazione volontaria “non ogm” vuol dire che gli animali non sono stati alimentati con mangime contenente ingredienti geneticamente modificati. Nel caso invece si siano usati nell’alimentazione degli animali mangimi gm, non è obbligatorio per legge indicarlo in etichetta.”
Ma se non è obbligatorio indicare in etichetta che gli animali sono stati alimentati con quelli che legalmente sono chiamati OGM (non quelli geneticamente modificati in altri modi) possiamo fidarci quando un produttore in etichetta afferma di non usarli? Cioè se lo afferma falsamente viola la legge? Mi pare una disposizione ambigua.
Qualsiasi dichiarazione in etichetta deve essere veritiera, che sia obbligatoria o volontaria.