Vi scrivo per conto dell’azienda in cui lavoro: in parecchi nostri prodotti non indichiamo tra gli ingredienti sull’etichetta, l’allergene “anidride solforosa”, in quanto presente in valori bassissimi (0,05 mg di SO2 per kg di prodotto), quindi abbondantemente sotto i 10mg/kg di limite. La presenza va comunque indicata in scheda tecnica e in etichetta? Ricordo di aver letto un articolo dell’avvocato Dario Dongo in cui sconsigliava la dicitura “può contenere tracce di…”. Come dobbiamo comportarci? Laura
Risponde l’avvocato Dario Dongo, esperto di diritto alimentare.
I solfiti sono l’unica categoria di ingredienti allergenici da sempre soggetti a una soglia di tolleranza (1), appunto definita in 10 mg/kg, che è da riferirsi al prodotto finito e non ai singoli ingredienti. Nell’esempio riportato, va dunque sicuramente evitata la loro citazione in etichetta. Lo stesso vale per le informazioni presenti sulla scheda tecnica, al fine di evitare fraintendimenti. In ogni caso non va inserito il riferimento al possibile contenuto di “tracce di… (allergeni)”, poiché di queste ultime mancano sia una definizione legale, sia riferimenti tecnici di alcun rilievo.
Per approfondimenti sui temi più delicati dell’informazione relativa agli ingredienti allergenici, si veda questo articolo.
(1) La soglia di tolleranza era invero già prevista nella cosiddetta “Direttiva allergeni”, dir. 2003/89/CE, e ha trovato conferma nel successivo regolamento UE 1169/2011
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade
Gentile Dott. Dongo
l’anidride solforosa è un solfito?
grazie
antonella turrin
Egr. dott. Dongo
Ho notato che sugli insaccati freschi ( come salcicce, salamelle in genere) che si possono acquistare nelle macellerie, o negli spacci di prodotti alimentari, non viene messa l’etichetta delle informazioni riguardante
il contenuto e i vari additivi aggiunti per la conservazione del prodotto stesso.
Informazioni che invece si trovano sempre nella stessa tipologia di prodotto, quando questi si acquistano nei supermercati. E’ regolare tutto questi; Perché i primi no e gli altri si ?
Grazie per la risposta
E’ un solfito della famiglia degli E220, a partire dall’Anidride Solforosa SO2 che è un gas, ma anche se gli altri sono sali, liberano poi ugualmente il gas SO2.
Si usano per sbiancare e conservare prevenendo l’ossidazione e l’irrancidimento.
Il loro uso è molto diffuso anche se non indispensabile, come dimostrato da diversi prodotti in commercio anche stagionati ed invecchiati (vino e salumi senza solfiti).