giornata mondiale della terra

Soil in hand for plantingIl 22 aprile ricorre la 51ma Giornata mondiale della Terra, istituita nel 1969 dalle Nazioni Unite per celebrare l’ambiente e la salvaguardia del pianeta. Nel corso degli anni la partecipazione internazionale all’Earth Day è cresciuta, superando oltre il miliardo di persone in tutto il mondo. In occasione della Giornata mondiale della Terra, TheFork ha intervistato i suoi utenti per indagare sulle abitudini legate al cibo e sugli sprechi alimentari. In Italia l’Earth Day si celebra con la OnePeopleOnePlanet – the multimedia marathon, su Raiplay. Vi proponiamo questa nota pubblicata da Francesca Marras su Help Consumatori che rilancia la notizia e riassume i contenuti.

I temi al centro della giornata sono: un futuro libero dall’energia da combustibili fossili in favore di fonti rinnovabili, la responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, lo sviluppo di una green economy e un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.

Carne, olio di palma, frutta e verdura di importazione, pesce non di stagione e mais Ogm sono percepiti come alimenti ad alto impatto ambientale

Secondo il Food Waste Index Report 2021 pubblicato dall’Onu, e in particolare dall’Unep (United nations environment programme), la quantità maggiore di spreco alimentare avviene nelle abitazioni private, dove si butta circa l’11% di tutto il cibo acquistato. Si tratta di 74 kg per abitante di scarti l’anno. È importante l’impatto ambientale di questo fenomeno: si stima che le emissioni associate agli sprechi alimentari rappresentino dall’8% al 10% del totale dei gas serra. Dai i risultati dell’indagine di The Fork, emerge però la consapevolezza dei consumatori. Per l’83,8%degli intervistati i consumi alimentari hanno un impatto ambientale elevato o molto elevato. In particolare carne, olio di palma, frutta e verdura di importazione, pesce non di stagione e mais Ogm sono percepiti come alimenti ad alto impatto ambientale, mentre frutta e pesce di stagione, legumi, cereali e soia sono considerati poco impattanti. Rimangono in una zona grigia la carne finta, latte e derivati, nonostante la prima sia a base di ingredienti di origine vegetale.

Per quanto riguarda gli sprechi alimentari domestici e non, per il 54,8% delle persone intervistate sono diminuiti durante i vari lockdown, così come il consumo di alimenti ad alto impatto ambientale (39,9%). Una tendenza confermata da uno studio Doxa, secondo il quale durante il periodo di emergenza, quasi 4 intervistati su 10 (il 38%) hanno aumentato la loro attenzione verso lo spreco di prodotti alimentari. Queste sono le abitudini degli intervistati quando cucinano a casa: fanno la spesa evitando gli sprechi e acquistando solo ciò che si consuma; cucinano ricette di recupero per consumare i cibi in scadenza; minimizzano l’impatto ambientale scegliendo alimenti non imballati (es. frutta e verdura sfusa, acqua del rubinetto, ecc.).

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La ricerca focalizza l’attenzione su cosa impedisce ai consumatori di diventare 100% green in fatto di cibo

Meno frequenti invece, azioni come prediligere cibi sostenibili quando si fa la spesa e optare per consegna a domicilio o asporto di ristoranti attenti alla sostenibilità. Infine, quasi mai si mettono in pratica abitudini come regalare gli alimenti che altrimenti andrebbero buttati, usare gli scarti per cucinare o ancora utilizzare app di recupero come Phenix o Too Good To Go. La ricerca focalizza l’attenzione su cosa impedisce ai consumatori di diventare 100% green in fatto di cibo. Per il 48% degli intervistati si tratta di un problema di reperimento, cioè i prodotti a basso impatto ambientale sono difficili da trovare; il 42% invece ne fa un problema economico, sostenendo che il prezzo degli alimenti sostenibili sia troppo alto; infine per il 22% è un problema pratico perché non trovano abbastanza tempo da dedicare alla spesa – e quindi alla scelta accurata dei prodotti. Per quanto riguarda i consumi fuori casa invece, per il 77% degli intervistati sarà abbastanza o molto importante, nella scelta di un ristorante, la sostenibilità alimentare e l’attenzione a particolari regimi alimentari; il 27% inoltre sarà più propenso a chiedere una doggy bag – cioè un contenitore che permetta di portare a casa gli avanzi del pasto al ristorante – rispetto a prima del lockdown.

In Italia l’Earth Day verrà celebrato con la seconda edizione di OnePeopleOnePlanet – the multimedia marathon, con un palinsesto di 13 ore di diretta streaming sul canale televisivo digitale RaiPlay. La diretta televisiva prenderà il via alle 7:30 del mattino del 22 aprile per proseguire ininterrottamente fino alle 20:30 dagli studi televisivi di Via Asiago RaiPlay, #OnePeopleOnePlanet si collegherà con numerosi programmi delle tante reti radiofoniche e televisive della RAI. Inoltre, per amplificare al massimo l’onda d’urto mediatica, #OnePeopleOnePlanet sarà animata da interventi, approfondimenti, testimonianze, performance e campagne. In diretta e on demand sulla piattaforma www.onepeopleoneplanet.it saranno disponibili numerosi contributi di partner, associazioni, istituzioni, testimonial, esponenti del mondo della scienza, della cultura, dell’arte, dello spettacolo e dello sport. Anche gli spettatori da casa potranno partecipare, interagendo con la piattaforma web e social di OnePeopleOnePlanet attraverso gli hashtag della giornata: #OnePeopleOnePlanet, #OPOP21, #IoCiTengo, #EarthDay2021, #EarthDay, #GiornataMondialedellaTerra, #Agenda2030, #GlobalGoals, #focolaremedia, #focolaritalia.

In questo video sono riassunti alcuni dei concetti espressi nell’articolo:

Francesca Marras – Help Consumatori

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