Per il secondo anno consecutivo la Guida Michelin ha assegnato le Stelle verdi, che premiano i locali e gli chef particolarmente impegnati in una ristorazione virtuosa dal punto di vista della filosofia di cucina, della ricerca dei prodotti locali e stagionali e del metodo con cui esaltarli, valorizzando al tempo stesso il territorio da cui provengono ed educando il palato e la mente di chi li assapora.
Il prestigioso riconoscimento, arrivato in Italia nel 2020, così come in Francia e in altri paesi europei, celebra l’anima green dei ristoranti e riflette la nuova tendenza degli chef verso la valorizzazione del territorio e la gestione etica della cucina e incoraggia al tempo stesso le iniziative sostenibili nel campo della ristorazione e non solo. Una scelta che Sergio Lovrinovich, direttore di Michelin Italia, dichiara essere coerente con la filosofia del Gruppo e con la crescente attenzione e consapevolezza dei consumatori. “Abbiamo iniziato a impegnarci in questa direzione fin dal 1992 – sottolinea Lovrinovich –, con la realizzazione di pneumatici ‘verdi’. Oggi questa visione ispira l’intera strategia del gruppo e a essa è dedicata l’energia dei dipendenti e l’attenzione dei nostri lettori”.
Le Stelle verdi della guida gastronomica più famosa al mondo premiano i ristoratori che, oltre alla passione per il cibo, dimostrano sensibilità etica e si fanno consapevolmente carico delle conseguenze della loro attività, cercando di compiere le scelte più sostenibili in tutte le fasi del lavoro: dalla selezione dei fornitori e degli ingredienti all’offerta proposta al cliente attraverso il menù e la mise en place, dall’organizzazione zero-waste della cucina alle iniziative creative in campo ecologico. “In quanto punto di riferimento internazionale nel campo della gastronomia – prosegue Lovrinovich – abbiamo voluto promuovere coloro che si impegnano per una gastronomia più sostenibile e quindi per una società più equa, nella convinzione che anche il cibo sia uno strumento per veicolare dei messaggi e un mezzo efficace per stimolare il cambiamento».
I criteri per l’assegnazione delle Green Stars non sono fissi, perché ogni ristorante è unico, come il luogo in cui si trova. Qualsiasi locale della Guida Rossa è idoneo a ricevere il riconoscimento, per il quale “viene valutato ogni aspetto della gastronomia che tocca da vicino o da lontano temi legati allo sviluppo sostenibile – chiarisce Lovrinovich –: la produzione delle materie prime, il loro smaltimento, il modo in cui viene gestito un ristorante passando anche attraverso la formazione dei giovani, le azioni mirate a minimizzare l’utilizzo delle risorse energetiche, l’impatto della struttura sull’ambiente e l’impegno sociale”. Ovviamente i ristoranti selezionati non devono soddisfare tutti i criteri, bensì mostrare un impegno concreto e costante in direzione della sostenibilità.
I candidati ideali sono gli chef che lavorano il più possibile con i pescatori locali, gli allevatori che utilizzano pascoli naturali e con gli agricoltori che coltivano con metodi rigenerativi come la rotazione delle colture intercalari e gli orti biodinamici e no-dig (senza vangare), pieni di microrganismi benefici ma privi di erbacce e parassiti dannosi. Anche l’atmosfera dei ristoranti deve riflettere lo stesso approccio. Contano molto quindi anche aspetti come “la rinuncia alla plastica e agli altri materiali non riciclabili – spiega Lovrinovich –, ricette e lavorazioni che cercano di azzerare gli sprechi e capacità del personale di trasmettere la passione per la sostenibilità e di comunicarla”, anche al di fuori della cucina e della sala, con azioni concrete e attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica.
La creatività (green) dello chef resta al centro dell’esperienza culinaria e si riflette nella composizione dei piatti, basati sull’uso di pochi prodotti stagionali e materie prime locali e di qualità. Lo stesso vale per i menù d’avanguardia, che si declinano sempre più secondo il format della degustazione per guidare l’avventore lungo un percorso ricercato, unico e personalizzato in base alla disponibilità di ingredienti e all’esigenza di ridurre gli sprechi in cucina, ma soprattutto capace di raccontare un territorio.
L’elenco 2022 delle eccellenze italiane si arricchisce quindi di 17 nuove Stelle verdi, che vanno ad aggiungersi alle 13 assegnate nell’edizione precedente. “Va ricordato – puntualizza Lovrinovich – che il riconoscimento non è una prerogativa dei ristoranti stellati: possono ambirvi anche i locali citati dalla Guida e i Bib Gourmand*, che si sono avviati verso la sostenibilità e condividono una visione di cucina sana, di qualità ed etica sempre più diffusa nel mondo, dove le Stelle verdi sono attualmente già 289».
*Locali informali in grado di proporre una piacevole esperienza gastronomica, con un menu completo a meno di 35 €
© Riproduzione riservata; Foto: iStock, AdobeStock, DepositPhotos
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora