6) TOXOPLASMOSI – Si tratta di un’infezione di un protozoo che può colpire durante la gravidanza una madre non immune: l’effetto, trascurabile per la madre, è grave per il feto. Il parassita intracellulare è presente in numerosi animali domestici e di allevamento. L’infezione si trasmette per via orale per contatto con le feci o con le carni.
Le situazioni a rischio riguardano il contatto con cibi crudi:
– i vegetali crudi non lavati (potenzialmente contaminati con feci di animali portatori)
– la carne cruda (a meno che non sia stata congelata per qualche giorno), e anche insaccati poco stagionati e carni affumicate
– il contatto (bocca, mano-bocca) con questi alimenti e con utensili e stoviglie non lavati, usati per la preparazione: occorre quindi lavarsi bene le mani con acqua e sapone, e anche lavare gli utensili di cucina, subito dopo aver manipolato questi alimenti.
7) VINO E ALCOLICI – Il consumo di alcol è un riconosciuto e grave rischio per il feto, che può portare a una specifica forma di ritardo di sviluppo (“sindrome feto-alcolica”). Analogamente al fumo di sigaretta, l’alcol aumenta anche il rischio di malformazioni congenite in generale e altri problemi fetali (nonché il fabbisogno di folato); inoltre l’etanolo passa attraverso la placenta all’embrione e al feto, senza essere metabolizzato. Le evidenze scientifiche non consentono di definire una “dose- soglia” priva di rischi per l’embrione e il feto; pertanto le raccomandazioni europee promuovono l’astensione dall’alcol nelle donne incinte o che programmano una gravidanza.
8) IL PESCE – Il pesce può essere fonte di importanti benefici nutrizionali (iodio, omega3) ma anche accumulatore di contaminanti deleteri (PCB, PBDE, Metilmercurio) per lo sviluppo prenatale. Alcuni pesci sono più a rischio: pesci grassi, soprattutto di media pezzatura (salmone, sgombro, anguilla) per il bioaccumulo di contaminanti liposolubili (PCB, PBDE…) mentre i grandi predatori, anche se magri, sono più vulnerabili al bioaccumulo di metilmercurio (tonno, pesce spada…).
L’EFSA ha cercato di capire fino a che punto è utile mangiare pesce, ottimizzando il rapporto rischio-beneficio. Secondo la valutazione pubblicata nel 2014, in gravidanza magiare 3-4 porzioni di pesce alla settimana può avere effetti benefici sullo sviluppo del sistema nervoso embrio-fetale ed è certamente più raccomandabile rispetto a evitarne il consumo per paura di assumere metilmercurio. Mentre un consumo più frequente non implica maggiori benefici. In una successiva valutazione (pubblicata nel 2015) l’EFSA introduce alcune cautele, tenendo conto dei livelli ambientali di contaminazione, della quantità e del tipo di pesce consumato. In linea generale, la donna in età fertile non dovrebbe consumare tonno e pesce spada più di 1-2 volte/settimana***.
9) ATTENZIONE IN CUCINA: COTTURA E RECIPIENTI – In cucina, a casa come al ristorante o in mensa alcune pratiche erronee possono portare alla contaminazione del cibo con sostanze tossiche dannose per l’adulto e ancora di più per il feto:
– la cottura eccessiva di alimenti contenente grassi, come le bistecche grigliate e la pizza, può formare idrocarburi policiclici aromatici (IPA) cancerogeni e teratogeni
– l’uso scorretto di recipienti in plastica può portare al rilascio di interferenti endocrini (sostanze che alterano l’equilibrio ormonale) presenti come additivi nelle plastiche morbide in PVC (ftalati) e rigide (bisfenoli): queste sostanze alterano soprattutto l’equilibrio estrogeni/ androgeni con possibili rischi per la gravidanza e per lo sviluppo riproduttivo del nascituro. Per una trattazione dettagliata di IPA, bisfenolo, ftalati ed anche altre sostanze, vedi il Decalogo sugli interferenti endocrini nell’ambiente di vita quotidiano prodotto dal Ministero per l’Ambiente e dall’ISS e scaricabile.
10) NONSOLOSPAGETTI: LA SOCIETÀ MULTIETNICA – L’ultima voce del Decalogo è aperta, un work in progress su cui sono benvenuti commenti e suggerimenti: occorre ricordare che la nostra società è multietnica e che molte giovani donne che vivono, lavorano e fanno figli in Italia hanno culture alimentari molto diverse da quella italiana. Come coinvolgerle in una promozione dell’alimentazione salubre e sicura in gravidanza?
* Le raccomandazioni europee per la prevenzione primaria delle malformazioni congenite formulate con il contributo determinante degli esperti italiani e che danno un grande spazio ad alimentazione e sicurezza alimentare: Recommendations on policies to be considered for the primary prevention of congenital anomalies in National Plans and Strategies on Rare Diseases
Anche tradotte e discusse in italiano in Granata O, Carbone P, Mantovani A, Taruscio D (Ed.). Prevenzione primaria delle malformazioni congenite: attività del Network Italiano Promozione Acido Folico. ISS; 2013, Rapporti ISTISAN 13/28
** Dal Network italiano promozione acido folico, coordinato dall’ISS
*** Questo e altri casi discussi in: Mantovani A, Baldi F, Frazzoli C, Lorenzetti S, Maranghi F (Ed.). Modelli per la valutazione rischio-beneficio in sicurezza alimentare. Rapporto IstiSan 12/50 (2012)
Alberto Mantovani, Dir. Tossicologia alimentare e veterinaria Istituto Superiore di Sanità, Roma
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Se è vero che l’alimentazione in gravidanza va curata nei minimi dettagli, dimagrire se si ha qualche chilo in più può essere una cosa buona o meno? http://www.tuttodonna.net/2015/04/come-dimagrire-in-gravidanza.html
Se il chilo di troppo è un fatto estetico, lasciamo perdere.
Se si deve dimagrire deve essere dietro consiglio medico e possibilmente evitando strane diete fai da te
@ Maria. Diete dimagranti durante la gravidanza sono assolutamente da evitare, in quanto il grasso corporeo funge anche da “magazzino” o “tessuto isolante” per i veleni presenti nel corpo, quali farmaci, metalli pesanti ecc. Dimagrendo, questi veleni, non più trattenuti dal grasso, vengono riassorbiti dal nostro organismo, entrano in circolo e vanno a sovraccaricare fegato e reni e possono anche arrivare al feto, cosa da evitare assolutamente!!! Una dieta dimagrante va fatta o PRIMA o DOPO la gravidanza!!! Da evitare anche durante l’allattamento. Tutto ciò non toglie che é utile e consigliabilissimo seguire una dieta sana durante gravidanza e allattamento, nel senso di mangiare sano e in modo bilanciato. La gravidanza non é una scusa per mangiare il doppio.
Peccato per la scelta dell’immagine nella parte dedicata alla toxoplasmosi, dove il gatto non viene citato direttamente (giustamente, in quanto il passaggio a un umano da un gatto *malato* è comunque molto difficile). Considerando che il rischio è decisamente più elevato, come scritto, con alimenti crudi o mal lavati, non sarebbe stato meglio usare una foto di un po’ di verdura o una bistecca, invece di alimentare il pregiudizio e la psicosi del “liberati dal gatto domestico appena resti incinta”, purtroppo ancora molto presente?
Fatto. Cambiata.
A proposito dell’acido folico, uno studio in corso di realizzazione ha come obiettivo la valutazione del beneficio dato da un aumento del dosaggio a 5 grammi/die. Ci sono molti indizi sia nella direzione di “abbattere” ulteriormente la percentuale di difetti di chiusura del tubo neurale, sia nel prevenire altri disturbi del feto. Le indicazioni future (e secondo me attuali ) saranno pertanto di aumentare la dose giornaliera, a fronte di un rischio nullo.
Per quanto riguarda l’alcool mi permetto di dissentire, in quanto non è dimostrato in nessun modo che un bicchiere di vino al giorno durante la gravidanza, in donne già abituate a berlo e quindi a metabolizzarlo,sia di qualche rischio per il feto.
Sull’acido folico la sicurezza di alte dosi è molto discussa ed infatti la posizione, supportata da valuazioni scientifiche, dell’Italia e dell’Europa contraria alla fortificazione. Somministrare 5 mg “a tappeto” è privo di qualunque giustificazione medica e scientifica ed è contrario alla posizione dell’Istituto Superiore di Sanità. Posizione che, purtroppo, non ha sinora un valore prescrittivo (cioé non possiamo impedire lo studio).
Sull’alcol in gravidanza ecco la posizione dell’ISS http://www.iss.it/pres/?lang=1&id=1557&tipo=6
Letteratura indipendente dagli interessi industriali che dimostri il pericolo di 5 mg die di acido folico è inesistente. Se poi Lei fa riferimento agli studi sui topi, beh, é paragonabile all’assunzione di chilogrammi nell’uomo… Perciò priva di trasferibilità. Quanto all’alcool, confermo che i pareri sono molti e quelli cautelativi privi di riscontro. Sono d’accordo solo sui superalcolici.
Aggiungo che le donne che prendono o hanno preso 5 mg/die di acido folico sono un numero molto alto e non sono stati riportati effetti avversi, neppure probabili. Ogni tanto qualche azienda produttrice di integratori sbandiera studi contro simili dosaggi per vendere di più dei propri prodotti, ma al momento i dati sono schiaccianti, in termini di tossicità l’acido folico non ha evidenze con pericoli reali.
Ecco la documentazione a supporto dello studio che ho citato nel commento precedente, ovvero sui 5 mg di acido folico al giorno per migliori risultati in termini preventivi: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24884885