Il metano ha un’influenza sul riscaldamento globale molto superiore (fino a 28 volte) rispetto all’anidride carbonica. Per questo motivo la riduzione delle emissioni di questo gas è stata indicata a COP26 (la conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici del 2021) tra i principali obiettivi a breve termine per mitigare l’effetto serra e più di 100 governi si sono proposti di ridurne del 30% le emissioni entro il 2030. Del metano totale che raggiunge l’atmosfera, però, solo il 20-30% è di origine fossile mentre la quota restante (emissioni antropogeniche) si deve per circa il 15-20% agli allevamenti, soprattutto bovini (circa tre quarti).
Al di là della riduzione degli acquisti di prodotti di origine animale da parte dei consumatori, sono tante le iniziative messe in campo anche da chi opera in questo settore per ridurre quest’effetto e rendere più sostenibili gli allevamenti. Tra le soluzioni più rapide ed efficaci, emerge quella messa a punto dalla multinazionale olandese Dsm. Si tratta di un additivo per mangimi, denominato Boaver. Questo prodotto, a cui la società che opera nei settori della scienza della vita e dei materiali sta lavorando da circa dieci anni, intende avere un ruolo di primo piano nel rendere più sostenibile l’agricoltura europea. La sua commercializzazione è già possibile in diversi paesi del mondo e alla fine dello scorso febbraio è stata autorizzata anche nel mercato europeo, dopo che a novembre 2021 l’additivo era stato approvato dall’Efsa.
Boaver è infatti risultato sicuro ed efficace nel ridurre la produzione di metano enterico nei bovini, senza impatto sulla qualità dei prodotti lattiero-caseari ed è il primo del suo genere a essere disponibile all’interno dell’Ue. Usato quotidianamente, Boaver permette di diminuire le emissioni mediamente del 30%. Il suo funzionamento si basa sull’inibizione dell’enzima che innesca la produzione di metano nel sistema digestivo del bovino e ha un effetto immediato. L’autorizzazione alla commercializzazione nell’Unione europea potrebbe quindi costituire un passo verso una produzione più sostenibile del latte. In questa logica, l’azienda produttrice ha stretto partnership con diverse grandi aziende lattiero-casearie per diffondere l’uso del prodotto su larga scala.
Tra queste aziende spicca in Europa la cooperativa internazionale con sede in Danimarca Arla Foods che, con i suoi soci allevatori in diversi paesi europei e un bilancio oltre gli 11 miliardi di euro, è nella top ten delle aziende casearie più grandi del mondo. La sperimentazione dell’additivo alimentare da parte di Arla, conosciuta nel nostro paese soprattutto per il burro Lurpak, sarà condotta tra la prossima estate e l’autunno su circa 10 mila vacche in oltre 5o stalle, distribuite tra Danimarca, Svezia e Germania. Durante questa fase, l’azienda valuterà il latte prodotto, mettendolo a confronto con quello delle vacche alimentate nel modo abituale. Qualora i risultati ottenuti siano positivi, il prossimo anno il progetto sarà esteso a 20 mila bovine.
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