Si chiama Heracles, è una sorta di “naso elettronico” che permette di individuare velocemente il profilo aromatico di un prodotto alimentare, restituendone una vera impronta digitale unica. È l’ultimo apparecchio arrivato nel Laboratorio di analisi di Coop Italia. Si tratta di uno strumento nuovissimo in grado di individuare velocemente eventuali adulterazioni dei prodotti alimentari, e si può considerare l’oggetto “cult” della campagna informativa avviata in questi giorni dalla catena di supermercati sui temi della sicurezza e genuinità dei prodotti alimentari.
L’iniziativa prevede la pubblicazione di una serie di approfondimenti su alcuni prodotti di base della filiera agroalimentare italiana (il latte, l’olio, il pomodoro, il vino, la mozzarella di bufala) e su prodotti-chiave della politica di Coop come la Cola a marchio priva di coloranti. Il tutto verrà presentato una volta al mese sul sito.
Il progetto è stato pensato molti mesi fa come forma di prevenzione nei confronti delle frodi alimentari che si susseguono da anni in Europa e in Italia, come insegna la recente vicenda della carne di cavallo nel macinato di bovino, della mozzarelle di bufala DOP preparate con cagliate surgelate, dell’olio extra vergine toscano proveniente da aree geografiche differenti. In questi episodi il problema spesso non riguarda la salute del consumatore, ma si tratta di contraffazioni che incrinano il rapporto di fiducia con produttori e distributori.
In un periodo di crisi in cui è normale la ricerca del prodotto più conveniente, c’è il rischio che la sicurezza e la qualità possano passare in secondo piano. “Noi crediamo – afferma Claudio Mazzini, responsabile del Settore sostenibilità, innovazione e valori di Coop Italia – che efficienza e convenienza non debbano essere conquistate a discapito di questi aspetti”.
Da più di 30 anni Coop ha creato un laboratorio di analisi interno che si occupa di controllare l’attività dei laboratori esterni e di eseguire indagini sui rischi alimentari emergenti. La struttura si è arricchita di un nuovo strumento chiamato Heracles (presente in Italia solo in altri due poli universitari) in grado di eseguire una sorta di identikit chimico dei prodotti, alla ricerca di eventuali adulterazioni.
Si tratta di un gascromatografo che funziona “annusando” le sostanze volatili emesse dal prodotto sottoposto ad un leggero riscaldamento. Queste sostanze vengono separate e caratterizzate singolarmente, in modo da ottenere un profilo ben definito. A questo punto, un software di analisi statistica raggruppa i campioni con profilo simile, discriminando quelli differenti. “Per esempio – spiega Mazzini – abbiamo verificato che le mozzarelle di bufala davvero DOP hanno un profilo differente da quelle ottenute con cagliata surgelata o preparate con latte in polvere”.
L’apparecchio è in grado di distinguere le varietà e le provenienze geografiche dell’olio di oliva, della passata di pomodoro, del caffè, oltre che valutare la freschezza di carni e pesci. “Heracles non sostituisce i controlli di filiera che sono già previsti per i prodotti a marchio Coop” afferma Mazzini. “È uno strumento in più per valutare velocemente aspetti che altre tecniche non riescono ad analizzare a fondo. Un’analisi dura pochi minuti e può essere condotta in parallelo su numerosi campioni”. Per il momento, i tecnici del laboratorio Coop stanno mettendo a punto – anche in collaborazione con alcune università – i protocolli d’analisi, ma presto Heracles sarà in grado di eseguire indagini di routine.
In concomitanza con l’arrivo dello strumento, Coop ha deciso di rimarcare l’impegno per una decina di prodotti di largo consumo creando schede informative che descrivono sia i punti deboli della filiera, sia le azioni adottate per ridurre o annullare i rischi.
Si comincia con il latte. I pericoli? Le contaminazioni batteriche e quelle con aflatossine, sostanze tossiche prodotte da funghi e muffe che possono intaccare i mangimi. Le soluzioni? Un accurato processo di selezione dei fornitori (elencati in una mappa) e dei mangimi utilizzati (vegetali e non OGM), uno standard molto severo per il capitolato di produzione, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti chimico-fisici e batteriologici e un dettagliato sistema di controlli e ispezioni lungo tutta la filiera.
Valentina Murelli
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Mi compiaccio sinceramente per il rinnovato, e reiterato impegno di Coop per la sicurezza alimentare e la qualità dei prodotti. In un periodo come quello che stiamo vivendo, questo metodo innnovativo adottato dalla Coop, rafforza il suo impegno nell’informazione corretta dei propri soci e consumatori. Come ho detto altre volte, per avere la giusta consapevolezza nell’adottare corretti stili di vita, a vantaggio della nostra salute,è fondamentale ricevere una informazione corretta.
Sono un ex ricercatore scientifico e un acquirente coop e mi congratulo con la Coop per l’attività antisofisticazione.
Per onor del vero, nell’articolo si parla di un gas-cromatografo che lavora su flussi di gas mente il naso elettronico così propriamente detto, funziona con transistor modificati con superfici sensibili a varie sostanze.
Comunque ambedue lavorano con sofisticati campionamenti che sono più consueti nei gascromatografi come valuto per la mia precedente attività svolta
Buon lavoro.
Mi complimento con COOP, veramente interessante ed utile il lavoro che stanno svolgendo. Sarebbe auspicabile che i “risultati” dello sviluppo di tale metodo siano condivisi con tutti gli “operatori” del settore che hanno e sentono la “RESPONSABILITA'” di garantire ai consumatori/cittadini alimenti sani, sicuri e di “origine certa”.
Speriamo vivamente che questa nuova metodologia venga applicata a tappeto a tutela del consumatore; spero ancora che Coop abbia la forza politico-commerciale di mettere alla porta quei prodotti che non rispondessero alle caratteristiche specificate in etichetta…altrimenti sarà solo un’operazione di immagine!