Per la rivista Focus Junior sostenere che “L’olio di palma fa male e non è eco” è una bufala. La segnalazione di una lettrice che ricorda al giornale i pareri dell’Iss dell’Efsa
Per la rivista Focus Junior sostenere che “L’olio di palma fa male e non è eco” è una bufala. La segnalazione di una lettrice che ricorda al giornale i pareri dell’Iss dell’Efsa
Redazione 14 Marzo 2017Una lettrice esprime qualche perplessità su alcune affermazioni relative all’olio di palma contenute nel dossier sulle bufale pubblicato su Focus Junior. Ecco la lettera inviata in redazione.
Buongiorno,
vi scrivo perché sono rimasta davvero basita trovando sul n.158/2017 di Focus Junior, nell’articolo “Bufale: come riconoscerle?”, un trafiletto intitolato “La bufala del momento. L’olio di palma fa male e non è «eco»”. In questo articolo il giornalista Luca Perri sostiene che l’olio di palma non sia dannoso né per la salute né per l’ambiente.
Mi chiedo in che modo (e dove) abbia raccolto le informazioni il signor Perri e come possa, in poche righe, sminuire i pareri addirittura di Efsa e dell’Istituto Superiore della Sanità, che ha ribadito l’eccessiva presenza di questa sostanza nell’alimentazione di adulti e, in particolare, bambini.
Soprattutto mi lascia perplessa il fatto che questo messaggio venga proprio dalle pagine di un giornale dedicato ai più piccoli.
Stefania da Brescia
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Effettivamente quello che sostiene questo giornalista è a dir poco superficiale.Non capisco come si può sostenere che l olio di palma sia eco sostenibile ,quando è ormai accertato che vengono distrutti ogni anno decine e decine di ettari per far posto alla coltivazione della palma.Si aggiorni
Nessuna coltivazione è eco sostenibile. Si semina dove c’è o c’erano altre coltivazioni spontanee.
Per produrre soia si sta disboscando l’amazzonia:
http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/amazzonia-cosa-resta-la-deforestazione-soia/
L’Ucraina viene disboscata per il legname e per poi seminare girasole:
http://www.lastampa.it/2015/06/05/scienza/ambiente/il-caso/deforestazione-selvaggia-nel-cuore-verde-deuropa-N8LMTlgm8MSlrf3whZgPnO/pagina.html
Il problema risale alla domanda di derrate alimentari per sfamare la crescente popolazione mondiale.
Per ogni ettaro di palma che non si pianta, si pianteranno 8-10 ettari di altre oleaginose.
Il problema non si risolve con la guerra al palma ma diminuendo i consumi mondiali di oli.
Purtroppo se vogliamo che la gente continui a mangiare, dovremo smettere di usare gli oli per fare carburante.
Fare la guerra al Palma è un palliativo probabilmente promosso dai produttori di altri oli che stanno confondendo le persone nascondendogli il vero problema.
Questa pressione sui consumatori per consumare meno palma, porterà ad un maggior disboscamento perchè le alternative all’olio di palma, girasole in primis, provocano maggior disboscamento.
L’olio di palma cresce esclusivamente nel clima equatoriale umido della foresta pluviale, con oltre 2000 ml di piogge e 25 gradi di media termica all’anno, il sistema con la più alta concentrazione di biodiversità della terra. La specie Elaeis Guneensis, da cui si ricava la palma da olio, chiamata dendè in Africa e Brasile, esige solo quest’ambiente e non ci possono essere terreni marginali per la sua coltivazione che non siano terre già sottratte alla foresta pluviale. Invece il girasole cresce nelle praterie di paesi temperati a bassissima biodiversità come il MidWest americano, la Pampa argentina e l’Ucraina. E la colza, oggi selezionata senza acido erucico e con tanto acido oleico quanto l’olio di oliva, cresce persino in Scandinavia e Canada. Dieci ettari di terreno in queste zone hanno molta meno concentrazione di vita che un ettaro di foresta pluviale equatoriale, in quantità e varietà di forme di vita uniche. Ogni isoletta dell’Indonesia ha le sue specie endemiche adattate, mentre dalla Norvegia all’estremo Est della Siberia il lupo e la lince sono per esempio la stessa specie…
Credo che la sua sia una risposta semplicistica. Da quando è nata la guerra all’olio di palma da parte soprattutto dei vegani italiani è stato detto a chiare lettere ed in tutte le trasmissioni che per produrre grassi alternativi per produrre il quantitativo consumato da tutta l’Europa circa il 10% della produzione mondiale avremmo dovuto deforestare circa mezza Europa per la scarsa resa ad ettaro degli altri olii.
I miei complimenti all’autrice della comunicazione.
Questo avvalora ancor di più il fatto che a volte quello che è sia presente nel web ma anche ( purtoppo ) nella carta stampata non sempre corrisponde a dati basati su verità scientifica.
Molto spesso la gente non informata e si fida di ciò che legge.
Come professione sono un pediatra e quasi quotidianamente debbo combattere le pseudo verità di internet….adesso anche dei giornali.
Non è la prima volta che Focus pubblica articoli Molto discutibili.
Purtroppo, quando avviene su una rivista con intenti scientifici è veramente spiacevole.
Sono appena rientrato da un viaggio di 2 mesi attraverso il Sulawesi (Indonesia), anche se non è la zona di produzione dell’olio di palma, vi assicuro che la situazione non è delle migliori, le monoculture piantate intensivamente per soddisfare i bisogni dell’uomo, soprattutto occidentale, ha preso il sopravvento rispetto alla coltivazione tradizione e soprattutto a discapito delle zone incolte e ricoperte da foresta, grazie probabilmente alla complicità degli stati e alla poca istruzione delle persone, si stanno disboscando sterminate vallate ( ne ho viste a perdita d’occhio), rendendo il terreno a rischio erosione, sfruttando le persone e espropiando terre per far posto alle monoculture, gente che da millenni vive grazie alla foresta e nella foresta in pochi anni e nella futura generazione, faccio presente che di 250milioni di persone e circa 150milioni sono sotto i trentanni, si troverà senza la possibilità di vivere in autosufficienza propio perchè il terreno da cui traevano le risorse sarà irreparabilmente modificato. Non mi dilungo sul fatto che la foresta vergine è essenziale all’ecosistema dell’intero pianeta. Altro problema immenso che ho notato nel viaggio è la plastica, con l’arrivo del consumismo all’occidentale in quel paese, senza nessuna raccolta dei rifiuti, la plastica che viene riversata a terra e poi in mare è tantissima, trascinata dalle piogge torrenziali. Qualsiasi costa o spiaggia che ho visitato è una discarica. Fossi io prima di scrivere certi articoli, mi informerei meglio, dal mio punto di vista la situazione che ho visto è gravissima e per di più a scapito di persone deboli e ignoranti. Poi un qualsiasi anonimo giornalista può scrivere la solita bufala e dar delle bufale a chi vuole.
Sig. Paolo, e’ inutile che dica queste cose, tanto e’ colpa dei vegani (vedi commento Roberto Marsili) …
La distribuzione delle foreste nel mondo:
http://scenarieconomici.it/mappa-delle-foreste-nel-mondo/
indica che dove si potevano seminare oleaginose è già stato fatto.
Sono le nuove semine il problema.
Che si possano seminare oleaginose dove prima non cresceva niente è una utopia.
Nle MidWest, nella Pampa, in Canada i terreni produttivi sono già presidiati per oleaginose ma anche per cereali, leguminose, frutta ecc. Se domani il mercato chiederà 10 tonnellate di olio in più, nessuno andrà a bonificare 10 ettari di terreno inproduttivo in questi luoghi, ma toglierà 10 ettari di colture spontanee.
Ribadisco quindi che la lotta dedicata al solo olio di palma mi sembra faziosa.
ecco la lettera mandata a Focus Jr:
Resto “basito” come direbbe Camilleri trovando sul n.158/2017 di Focus Jr, ( “Bufale: come riconoscerle?”) , un commento di luca Perri “La bufala del momento. L’olio di palma fa male e non è «eco»”.Ma come fa una rivista come la vostra, che vuole insegnare ai nostri figli a scegliere in modo consapevole ciò che è buono anche per l’ ambiente a dire una castroneria simile? E non parlo solo degli allarmi sanitari che hanno portato le più importanti marche di prodotti dolciari a toglierlo ma degli aspetti ambientali. Il Sig. Perri si sarà pure letto qualcosa da importanti agenzie internazionali pubbliche e private ( greenpeace, terre des hommes, wwf internazionale, Raìnforest ecc) sul drammatico impatto delle coltivazioni di palma da olio che dopo aver distrutto Sumatra e il Borneo ora stanno massacrando l’ africa occidentale ed il Sudamerica? Avrà letto qualcosa della fine orrenda di oranghi, elefanti, rinoceronti e altre specie rarissime spazzate via dagli incendi per fare spazio a nuove coltivazioni di questa palma maledetta, incendi che hanno reso irrespirabile l’ aria persino nelle città e bloccato il traffico aereo? Di intere popolazioni indigene spazzate via dai banditi a servizio dei coltivatori? Di fiumi e laghi uccisi dai pesticidi e diserbanti usati in queste coltivazioni? E si badi bene, un prodotto che per arrivare sui nostri mercati percorre via nave migliaia di chilometri aumentando in modo enorme le emissioni di gas serra! alal faccia del KM 0 e della sostenibilità! Caro Focus Jr questa volta hai proprio toppato alla grande e voglio pensare per poca informazione del giornalista…
Francesco Maria Mantero, Roma
Non c`è peggio sordo di chi non vuol sentire…
Dal sito di FOCUS JUNIOR:
“Accanto agli articoli su animali, scienza, natura e storia, troviamo servizi su attualità, giochi, esperimenti e spazio ai reporter junior! Nuovo Focus Junior: la rivista pensata per soddisfare la naturale curiosità dei ragazzi, per divertirsi scoprendo il mondo in modo nuovo e intelligente.”
Se io fossi il marketing della Ferrero regalerei un vaso di Nutella ad ogni giovane acquirente della rivista, per soddisfare anche la loro istintiva voglia di dolce!
Fa male? Certo, peccato ci siano cose e soprattutto abitudini che fanno ben più male e su cui nessuno fa campagne di sensibilizzazione.
Non è ecosostenibile? Certo, peccato i danni ambientali siano una frazione se paragonati a tragedie come ad esempio gli allevamenti intensivi, gli erbicidi e i pesticidi (per le api), gli oceani spopolati, eccetera.
Perché allora se ne parla più di ogni altra cosa? Perché tutto questo impegno e potere di fuoco per una cosa assolutamente non prioritaria? Il panino con la nutella a colazione fa venire il cancro? Seriously? Da quando? Non ho riscontro nella vita vera.
Se guardiamo la consistenza dei dati sull’odp certo, presi così sembrano gravi, contestualizzati anche solo su quello che ingurgitiamo, ci sono dei danni all’ecosistema e alla salute che in confronto l’odp è un moscerino in un occhio. Stiamo distruggendo sistematicamente la natura alterandola irreversibilmente con la roba chimica che mangiamo o che usiamo ogni giorno intossicandoci a morte sulla base di interessi finanziari, commerciali, politici e non ultimo culturali che in confronto il vostro è un litigio in corsia all’esselunga, andate bene giusto per facebook.
Il futuro e le vere battaglie sono su un altro piano, un altro livello, sorry. Ci sono testate e giornalisti che ne parlano, organizzazioni che se ne occupano (magari in italia meno), ma non facciamo i grandi giornalisti di inchiesta con sta roba della Nutella, puzza di marketing lontano un miglio.
(Ma poi, perché tutti contro Nutella e non, che ne so, San Carlo? Su Ferrero ti accanisci e su gli altri “ah sì, la lista dei prodotti, mangiatene il giusto eh.” Ma perfavore.)
Leggendo con attenzione gli articoli che pubblichiamo scoprirebbe che le nostre critiche spaziano in diversi settori merceologici come pure le nostre campagne. Quella sull’olio di palma è una delle tante
Caro Matteo, il problema non è certamente la Ferrero, ma tutti i produttori che come la Ferrero, nonostante le evidenze e la sensibilità di milioni di consumatori come noi, persiste in buona compagnia con tanti altri produttori e generatori di problemi, come tutti quelli che lei ha giustamente elencato, nel mantenere posizioni difficili da sostenere.
Che siano poco o tanto impattanti sulla nostra salute, benessere ed ambiente, non è prioritario ma emblematico per l’incomprensione, l’esempio disinvolto d’insensibilità, rispetto, prudenza e mancanza di lungimiranza, anche del loro stesso business.