Tutti i supermercati li vendono ma nessuno lo dice. Stiamo parlando di prodotti alimentari come avocado, datteri, arachidi, melagrane, agrumi e anche vini provenienti da Israele regolarmente importati e venduti nei supermercati italiani. Spesso si tratta di prodotti coltivati anche in insediamenti nei territori occupati ma etichettati genericamente “Made in Israel”.

Gli affari dei supermercati non si fermano

Abbiamo chiesto alle dieci catene italiane più importanti se sui loro scaffali sono presenti questi prodotti. Nove non hanno risposto, lasciando così intendere che le politiche commerciali non sono cambiate da quando è in atto il genocidio a Gaza. Coop è l’unica che ha risposto dicendo che “Boicottare prodotti in ragione della loro provenienza è un diritto dei consumatori in base alle proprie opinioni e sensibilità, non spetta alle imprese” Come dire noi vendiamo i prodotti israeliani e continueremo a farlo. Se i consumatori non li vogliono comprare facciano le loro scelte.

Palestinesi
In Italia solo 600 supermercati di alcune Coop non vendono prodotti israeliani per protesta contro il genocidio

Si tratta di una posizione difficile da comprendere, tanto che Coop Alleanza forte di 350 punti vendita e Unicoop Firenze con oltre 100 unità sul territorio hanno preso decisioni in aperto contrasto con le linee nazionali . Dagli scaffali sono stati ritirati i prodotti israeliani ancora presenti, tra cui alcune marche di arachidi, la salsa tahina di provenienza israeliana e tutti gli articoli a marchio SodaStream.  Questo gesto di coerenza etica e solidarietà verso la popolazione palestinese, è stato accompagnata dall’introduzione nei punti vendita di prodotti alternativi come la bevanda “Gaza Cola” il cui ricavato, contribuirà alla ricostruzione di un ospedale nella Striscia. Anche Unicoop Etruria che coordina 170 supermercati, allineandosi a quanto deciso di Unicoop Firenze, ha deciso che all’esaurimento delle scorte non saranno riacquistati prodotti provenienti da Israele.

Il massacro quotidiano per il pane

Lascia  sconcertati la volontà delle catene di supermercati di chiamarsi fuori e di restare indifferenti di fronte a un conflitto come quello di Gaza dove le violazioni dei diritti umani è ormai prassi quotidiana (dall’inizio del conflitto ogni giorno sono stati annientati dalle  bombe l’equivalente di una classe di 29 bambini).  In altre parole,  per i supermercati gli affari sono affari e devono andare avanti, anche se i prodotti arrivano da un Paese responsabile di un genocidio e del massacro quotidiano di donne, uomini e bambini alla disperata ricerca di cibo volutamente centellinato per affamare la popolazione. Diversamente sono andate le cose nei confronti del Regime di apartheid in Sud Africa negli anni  60-80. Allora in Europa (soprattutto Regno Unito, Paesi nordici e Olanda) molti supermercati e consumatori rifiutarono mele, pere e agrumi provenienti dal Sud Africa.

Il panificio Nuseirat è stato colpito il 17 ottobre 2023. Oltre 100.000 persone dipendevano da questo panificio per il pane Lama Obeid palestina gaza
Il panificio Nuseirat è uno dei tanti abbattuti da Israele con l’intento di affamare i palestinesi

La situazione nei supermercati europei

Nel Regno Unito, il Co-operative Group (Co-op) si distingue come l’unica grande catena di supermercati ad aver deciso di cessare la vendita di prodotti alimentari provenienti da Israele a partire da giugno 2025.  Al contrario, nel resto d’Europa, le principali catene di supermercati non hanno adottato provvedimenti specifici per i prodotti israeliani. In Spagna nessuna grande catena ha bandito i prodotti israeliani. Si importano regolarmente grandi quantità di frutta e verdura, e alcuni prodotti a marchio proprio provengono da aziende israeliane. In Francia le catene non hanno dichiarato boicottaggi.  In Germania non ci sono catene che abbiano sospeso volontariamente la vendita di prodotti israeliani. Sebbene in passato Aldi abbia cessato di rifornirsi da insediamenti nei territori occupati.

In sintesi, mentre la maggior parte delle catene europee continua a vendere prodotti israeliani, spesso limitandosi a rispettare le normative UE sull’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie, la Co-op britannica rappresenta un’eccezione significativa con una politica di esclusione volontaria. In Italia solo Coop Alleanza, Unicoop Firenze e Unicoop Etruria, in contrasto con le scelte di Coop Italia, hanno dato corso alla volontà dei soci di interrompere i rapporti commerciali con il Paese responsabile del genocidio di Gaza.

Bisognerebbe non esportare

La scelta di queste Coop ha un significato molto importante, ma da un punto di vista economo il valore è ridotto, perché i prodotti alimentari che arrivano da Israele sono pochi. Importiamo frutta fresca e secca (come datteri, avocado, agrumi e noci, spesso coltivati nei territori occupati) per circa 15 milioni di euro l’anno. Una cifra ridicola se confrontata alle esportazioni alimentari, che nel 2024 hanno raggiunto 440 milioni. In Israele i nostri prodotti sono molto apprezzati, e nel carrello della spesa compaiono regolarmente marchi Italiani. Per questo motivo avrebbe sicuramente un altro peso la scelta delle aziende alimentari italiane di interrompere le esportazioni.

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Mauro
Mauro
22 Luglio 2025 17:18

Penso che sia molto giusto boicottare dei prodotti di uno stato che spende quasi tutto il suo patrimonio in armi per uccidere una popolazione che deve rimanere nel proprio territorio di nascita

Andrea
Andrea
22 Luglio 2025 17:24

Non mi sembra che questo articolo rispetti la mission di questa testata, nella quale dovrebbero essere date notizie a tutela dei consumatori.Piu’ che Il Fatto alimentare, mi sembra Il Fatto quotidiano dove si preferiscono i facili consensi all’informazione.Dato che siamo in tema, perchè non è stato scritto che Hamas s’impossessa degli aiuti alimentari destinati ai residenti di Gaza per rivenderli nel mercato nero

Valeria Nardi
Reply to  Andrea
23 Luglio 2025 09:55

Quello che sta accadendo è di una gravità che sovrasta le nostre tematiche abituali e le assicuro che dalla natura dei commenti che riceviamo avremmo sicuramente fatto meglio a non trattare l’argomento (avessimo voluto “facili consensi”). Hamas è un movimento islamista palestinese con un braccio armato considerato terroristico da molti (UE inclusa) . Gli avvenimenti del 7 ottobre sono stati qualificati come atti di terrorismo.
I terroristi attuano come terroristi.
Israele è considerato uno stato civile e democratico che, nel tentativo di stanare il suddetto gruppo di terroristi, sta massacrando un intero popolo.
Numerosi esponenti di governi democratici continuano a sostenere che un altro governo democratico abbia il diritto di bombardare e massacrare i uomini, donne e bambini inermi perché si sta difendendo.
Stiamo assistendo a un genocidio effettuato da parte di un governo democratico che sta affamando l’intera popolazione e massacrando i civili, colpendoli nei momenti in cui sono più vulnerabili, cioè mentre cercano di procurarsi, cibo, acqua o latte formula.

Luca
Luca
Reply to  Andrea
23 Luglio 2025 10:33

Perché è un falso

Valeria Nardi
Reply to  Andrea
28 Luglio 2025 09:58

È proprio di un paio di giorni fa se non di ieri la notizia, risultato di due ricerche, una dell’esercito israeliano e una statunitense, che non ci sono prove che Hamas rubi il cibo destinato alla popolazione di Gaza

vittorio
vittorio
Reply to  Andrea
3 Agosto 2025 12:19

Andrea ma si rende conto di cosa sta succedendo. Ancora ci dice di Hamas che ruba il cibo. Ma ha sentito i signori della guerra isaraeliana affermare che a loro favore va la fame, la carestia e le malattie che stanno uccidendo migliaia e migliaia di cittadini inermi, Ma ha visto un palzzo integro a Gaza…tutto spianato…Andrea, Non è una guerra tra due eserciti. Israele ha la più potente rete di spionaggio al mondo e vuol farci credere che non riesce a neutralizzare quel migliaio di componetnte di Hamas. Si ricordi cosa hanno fatto con i cercapersone esplosi all’unisono che migliaia di feriti e morti a causato tra le file terroristiche che comunicavano con quel aggeggio, si ricordi il drone entrato nella camera d albergo in Iran per far fuori uno di Hamas seduto alla scrivania. Si svegli Andrea, non faccia diventare il suo cuore arido come quei pochi cattivi politici che stanno seminando morte e distruzione. Nel mondo ce ne sono 50 di guerre e tutti i grandi supermercati dovrebbero boicottare le loro merci.

Giuseppe Meotti
Giuseppe Meotti
22 Luglio 2025 17:32

Per consentire ai consumatori di decidere, sarebbe opportuno mettere con la dovuta evidenza sulle confezioni e sugli scaffali l’informazione relativa alla provenienza dei prodotti da Israele.

Claudio
Claudio
22 Luglio 2025 18:01

Semplicemente disgustoso.
Spetta a noi decidere non solo se (non)acquistare prodotti “israeliani” (anche se rubati alla Palestina).
Ma spetta a noi anche boicottare questi luoghi.
E’ difficile, ma non impossibile.

Azul98
22 Luglio 2025 18:42

Se Piacere scrivete quali sono quelle aziende non hanno risposto,per sapere almeno.

Valeria Nardi
Reply to  Azul98
23 Luglio 2025 10:14

Abbiamo inviato la richiesta a 10 delle principali catene e solo Coop ha risposto.

Santo
Santo
Reply to  Valeria Nardi
23 Luglio 2025 13:22

eppure ipercoop Biella continua a vendere sodastream

micol
micol
Reply to  Santo
4 Agosto 2025 19:26

solo Coop Alleanza e Unicoop Firenze hanno ritirato i prodotti israeliani dagli scaffali. Nell’articolo e spiegato molto bene.

Roberto La Pira
Reply to  micol
5 Agosto 2025 09:48

Anche Coop Etruria

Massimo
Massimo
22 Luglio 2025 19:09

Continuate a tenerci iformati. Da parte mia non comprerò nulla per sempre di quella roba prodotta da quei mostri.

Giorgio Chiodi
22 Luglio 2025 21:29

Gent. signora . Rossi de Il Fatto alimentare
Concordo sempre con il Fatto Alimentare che svolge un prezioso lavoro per coloro che argomentano di salute, ma non posso concordare con il suo articolo che trasuda l’appartenenza politica più che un’obbiettiva analisi sulla tragedia palestinese. La guerra israelo-palestinese dura tra alterne vicende dal 48 e nessuno ha mai deprecato l’assalto simultaneo di 6 paesi arabi che volevano la distruzione degli ebrei rifugiati nel nuovo stato. Ancora oggi, la fazione islamica propugna l’eliminazione fisica di quello stato che da quando è nato, ha dovuto sempre difendersi dagli assalti terroristici dei suoi vicini. Nessuno plaude alla eccessiva reazione di uno stato che per riucire a sopravvivere deve tenere in allerta l’intera popolazione e occupare territori sempre più vasti per ragioni di sicurezza.. Noi europei, non dovremmo ammalarci di strabismo e dovremmo tenere una posizione più equilibrata tra le fazioni, per riuscire a praticare una politica di pace con entrambi i popoli senza scendere in piazza per la palestina e neppure parteggiare per chi vuole giustamente la distruzione di hamas che si nasconde coraggiosamente tra la popolazione palestinese, provocando morte e distruzione tra la popolazione per delle bombe che non distinguono tra il terrorista e la bambina che aspetta un tozzo di pane. Se il popolo palestinese è favorevole ad Hamas, allora deve assumersi la responsabilità dei massacri , molti dei quali perpetrati dallo stesso hamas per risquotere le simpatie degli occidentali che in fatto di buonismo sono maestri incalliti. Parteggiare per l’una o per l’altra fazione non è serio come non è serio boicottare l’economia che da lavoro e pane ai lavoratori della stella di David, come ai lavoratori mussulmani che hanno il diritto di vivere del loro lavoro. Se l’odio contro Israele non viene incanalato verso una politica di sopportazione reciproca e di coabitazione forzata, consigliata dalla necessità di fermare i massacri, per quei popoli, vedo un futuro ancora più terribile dove anche le bombe all’idrogeno avranno parte attiva contro i popoli che attorniano Israele sognando la sua scomparsa.

Valeria Nardi
Reply to  Giorgio Chiodi
23 Luglio 2025 10:11

Dopo due anni di “eccessiva reazione” forse è ora di parteggiare. La sicurezza, la vita, il rispetto e i diritti devono essere richiesti e garantiti a tutt* e non a scapito di altre persone e della loro stessa esistenza.
Israele è considerato uno stato civile e democratico che, nel tentativo di stanare il suddetto gruppo di terroristi, sta massacrando un intero popolo.
Numerosi esponenti di governi democratici continuano a sostenere che un altro governo democratico abbia il diritto di bombardare e massacrare i uomini, donne e bambini inermi perché si sta difendendo.
Stiamo assistendo a un genocidio effettuato da parte di un governo democratico che sta affamando l’intera popolazione e massacrando i civili, colpendoli nei momenti in cui sono più vulnerabili, cioè mentre cercano di procurarsi, cibo, acqua o latte formula.
E ricordiamo che tra i più forti antisionisti ci sono proprio molti ebrei della diaspora. Qui la presa di posizione e la campagna lanciata e sottoscritta da oltre 700 rabbini e 22.000 ebrei negli USA. https://www.foodaidforgaza.org/
In nessuna manifestazione pro Palestina sono stati lanciati messaggi di violenza contro a popolazione civile israeliana, quello che si chiede è la fine delle violenze, dei blocchi umanitari e dello sterminio del popolo palestinese. Ricordando le parole di un esponente del governo israeliano: il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant: ‘Stiamo imponendo un assedio completo a Gaza. Niente elettricità, niente cibo, niente acqua, niente carburante. Tutto è chiuso. Stiamo combattendo animali umani e ci comporteremo di conseguenza’. Si ricorda chi considerava le persone alla stregua di animali il secolo scorso?

Paolo Correggi
Paolo Correggi
23 Luglio 2025 01:21

Assolutamente d’ accordo sotto un profilo etico con la proposta di bloccare l’ export alimentare verso Israele , ma e’ ben difficile che questo avvenga per decisione autonoma delle imprese : sarebbe necessario ( vedi Russia ) un provvedimento sanzionatorio adottato a livello di UE …difficilmente ipotizzabile , ahimè , per le posizioni contrastanti dei vari Stati

antonio
antonio
23 Luglio 2025 09:50

E’ una libera scelta del consumatore scegliere gli articoli in base alla provenienza ma anche scegliere il supermercato in base alla tensione etica con cui fa impresa. Da oggi scelgo liberamente di non comprare più alla Coop

Michela
Michela
23 Luglio 2025 10:55

Ho pensato di mettere il link a questo articolo sul mio stato di what’s app.
Così da informare le persone. E forse saremo noi a boicottare i prodotti israeliani!
Penso anche che i supermercati che hanno aderito dovrebbero mettere in evidenza la cosa

gianni
gianni
23 Luglio 2025 13:56

Non riesco ad affrontare un solo piccolo particolare, quasi insignificante come il boicottaggio, senza allargare il ragionamento.
Questa vicenda è uno specchio che ci mostra in modo accurato e imparziale come è attualmente la civiltà umana.
Fallimento più grande non potrebbe esistere, per tutti…………..
È una manifestazione di sistemi di credenze violente e razziste sempre esistiti, appena appena velate da bugie grandi e piccole amplificate all’inverosimile.
La dimostrazione di cosa c’è veramente nell’impero occidentale sotto cui viviamo, nascosto dietro la sua maschera di plastica di democrazia liberale e giusto umanitarismo, uno sfrenato desiderio di potere che stritola tutto, soprattutto i più deboli……….. gli altri, definiti cattivi, non hanno di che gioire ma noi occidentali non abbiamo nulla da insegnare a nessuno.

Due esempi.

Si dice che la costituzione di uno stato ( l’impero del male ) contiene l’impegno a distruggere Israele……peccato che non sia scritto in nessuna riga di nessuna pagina di quella costituzione…..il miracolo delle interpretazioni.

Altro argomento importante, si invoca il diritto storico millenario proveniente da dominazioni passate, riportato da alcune scritture, la terra promessa, per giustificare in ogni modo lo sfratto degli altri, i cosidetti terroristi, che però resistono incredibilmente a costo della loro stessa vita……………
Ebbene, mentre per tutte le altre civiltà che si sono succedute l’archeologia degli ultimi mille anni ha scovato resti più o meno imponenti degli abitanti dei secoli scorsi……per il regno antico degli ultimi arrivati non ci sono che piccole tracce localizzate in punti geografici molto ristretti.
Che spiegazione si può dare di questi fenomeni? qualcosa non torna.

Giovanni Parma
Giovanni Parma
23 Luglio 2025 16:52

Personalmente condivido in pieno la linea della Coop che lascia decidere ai consumatori se acquistare o meno un prodotto. Magari certi prodotti israeliani sono coltivati da agricoltori in netto contrasto con la linea del governo attuale. Con questa logica dovremmo allora boicottare una infinità di prodotti provenienti dai tanti paesi dittatoriali a cominciare dal petrolio. Contrario anche ad ogni sanzione tipo contro la Russia. Ci siamo fatti solo del male a noi stessi e allontanano un dialogo che sarebbe l’unica via sensata da percorrere.

Rosalba
Rosalba
23 Luglio 2025 23:53

Come lavarsene le mani! Pensano solo a guadagnare…. Figurati se un anziano si ricorda o è in grado di controllare l origine dei prodotti! E chissà quanti non ci pensano.

Carlo Basso
Carlo Basso
24 Luglio 2025 19:39

qualche anno fa ho fatto presente a COOP la vergognosa presenza sui suoi scaffali di prodotti AGREXCO, che vendevano con marchio made in israel i prodotti agricoli degli insediamenti illegali rubati ai palestinesi: l’addetta all’ufficio stampa COOP, con notevole faccia tosta, mi ha risposto con le stesse argomentazioni, cioè che spetta ai clienti scegliere cosa comperare…NB nel 2011 un boicottaggio internazionale dei prodotti agrexco ne ha portato al fallimento, impedendo così alla POOC la prosecuzione di questa politica commerciale fiancheggiatrice.
qualche mese dopo la stessa POOC strombazzava sui giornali la decisione irrevocabile di sospendere la vendita del foie gras, cosa che mi ha costretto a segnalare l’incongruenza del comportamente della nostra “la POOC sei tu”: perché ai clienti in questo caso (povere oche! quanto ai palestinesi…) è stato precluso il diritto alla libera scelta? ad oggi nessuna risposta…
ma quando alla sera, prima di andare a letto, queste nullità lavandosi i denti si guardano allo specchio…come riescono a non vomitarsi sul muso?

Antonio
Antonio
25 Luglio 2025 14:21

Sarà così fino a che gli uomini serviranno il dio denaro! Personalmente uso la spesa come arma politica da diversi anni, pertanto articoli come i vostri sono utilissimi per individuare i prodotti da boicottare. Grazie mille!

LUCIA FERRO
LUCIA FERRO
27 Luglio 2025 17:28

io boicotto da anni. comunque una volta nella Coop non c’era tanto cinismo. Sono ben lieta di non essere più cliente.

Nino Santangelo
Nino Santangelo
3 Agosto 2025 10:06

Sono molto contento che CoopFirenze abbia deciso di non importare prodotti israeliani, magari prodotti nei territori ” rubati ” con violenza ai Palestinesi.