Tutti i supermercati li vendono ma nessuno lo dice. Stiamo parlando di prodotti alimentari come avocado, datteri, arachidi, melagrane, agrumi e anche vini provenienti da Israele regolarmente importati e venduti nei supermercati italiani. Spesso si tratta di prodotti coltivati anche in insediamenti nei territori occupati ma etichettati genericamente “Made in Israel”.

Gli affari dei supermercati non si fermano

Abbiamo chiesto alle dieci catene italiane più importanti se sui loro scaffali sono presenti questi prodotti. Nove non hanno risposto, lasciando così intendere che le politiche commerciali non sono cambiate da quando è in atto il genocidio a Gaza. Coop è l’unica che ha risposto dicendo che “Boicottare prodotti in ragione della loro provenienza è un diritto dei consumatori in base alle proprie opinioni e sensibilità, non spetta alle imprese” Come dire noi vendiamo i prodotti israeliani e continueremo a farlo. Se i consumatori non li vogliono comprare facciano le loro scelte.

Palestinesi
In Italia solo 600 supermercati di alcune Coop non vendono prodotti israeliani per protesta contro il genocidio

Si tratta di una posizione difficile da comprendere, tanto che Coop Alleanza forte di 350 punti vendita e Unicoop Firenze con oltre 100 unità sul territorio hanno preso decisioni in aperto contrasto con le linee nazionali . Dagli scaffali sono stati ritirati i prodotti israeliani ancora presenti, tra cui alcune marche di arachidi, la salsa tahina di provenienza israeliana e tutti gli articoli a marchio SodaStream.  Questo gesto di coerenza etica e solidarietà verso la popolazione palestinese, è stato accompagnata dall’introduzione nei punti vendita di prodotti alternativi come la bevanda “Gaza Cola” il cui ricavato, contribuirà alla ricostruzione di un ospedale nella Striscia. Anche Unicoop Etruria che coordina 170 supermercati, allineandosi a quanto deciso di Unicoop Firenze, ha deciso che all’esaurimento delle scorte non saranno riacquistati prodotti provenienti da Israele.

Il massacro quotidiano per il pane

Lascia  sconcertati la volontà delle catene di supermercati di chiamarsi fuori e di restare indifferenti di fronte a un conflitto come quello di Gaza dove le violazioni dei diritti umani è ormai prassi quotidiana (dall’inizio del conflitto ogni giorno sono stati annientati dalle  bombe l’equivalente di una classe di 29 bambini).  In altre parole,  per i supermercati gli affari sono affari e devono andare avanti, anche se i prodotti arrivano da un Paese responsabile di un genocidio e del massacro quotidiano di donne, uomini e bambini alla disperata ricerca di cibo volutamente centellinato per affamare la popolazione. Diversamente sono andate le cose nei confronti del Regime di apartheid in Sud Africa negli anni  60-80. Allora in Europa (soprattutto Regno Unito, Paesi nordici e Olanda) molti supermercati e consumatori rifiutarono mele, pere e agrumi provenienti dal Sud Africa.

Il panificio Nuseirat è stato colpito il 17 ottobre 2023. Oltre 100.000 persone dipendevano da questo panificio per il pane Lama Obeid palestina gaza
Il panificio Nuseirat è uno dei tanti abbattuti da Israele con l’intento di affamare i palestinesi

La situazione nei supermercati europei

Nel Regno Unito, il Co-operative Group (Co-op) si distingue come l’unica grande catena di supermercati ad aver deciso di cessare la vendita di prodotti alimentari provenienti da Israele a partire da giugno 2025.  Al contrario, nel resto d’Europa, le principali catene di supermercati non hanno adottato provvedimenti specifici per i prodotti israeliani. In Spagna nessuna grande catena ha bandito i prodotti israeliani. Si importano regolarmente grandi quantità di frutta e verdura, e alcuni prodotti a marchio proprio provengono da aziende israeliane. In Francia le catene non hanno dichiarato boicottaggi.  In Germania non ci sono catene che abbiano sospeso volontariamente la vendita di prodotti israeliani. Sebbene in passato Aldi abbia cessato di rifornirsi da insediamenti nei territori occupati.

In sintesi, mentre la maggior parte delle catene europee continua a vendere prodotti israeliani, spesso limitandosi a rispettare le normative UE sull’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie, la Co-op britannica rappresenta un’eccezione significativa con una politica di esclusione volontaria. In Italia solo Coop Alleanza, Unicoop Firenze e Unicoop Etruria, in contrasto con le scelte di Coop Italia, hanno dato corso alla volontà dei soci di interrompere i rapporti commerciali con il Paese responsabile del genocidio di Gaza.

Bisognerebbe non esportare

La scelta di queste Coop ha un significato molto importante, ma da un punto di vista economo il valore è ridotto, perché i prodotti alimentari che arrivano da Israele sono pochi. Importiamo frutta fresca e secca (come datteri, avocado, agrumi e noci, spesso coltivati nei territori occupati) per circa 15 milioni di euro l’anno. Una cifra ridicola se confrontata alle esportazioni alimentari, che nel 2024 hanno raggiunto 440 milioni. In Israele i nostri prodotti sono molto apprezzati, e nel carrello della spesa compaiono regolarmente marchi Italiani. Per questo motivo avrebbe sicuramente un altro peso la scelta delle aziende alimentari italiane di interrompere le esportazioni.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com, Adobe stock

Giallone 03.07.2025 dona ora

pulsante donazione libera 2025

3.6 50 voti
Vota
69 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Riccardo
Riccardo
21 Luglio 2025 12:16

I consumatori, perolomeno in gran parte, non prestano attenzione a molte cose.
L’etica, l’impatto ambientale, l’utilizzo di mano d’opera sottopagata, la connivenza con le mafie (paragonabili anche agli stati in guerra) sono considerati irrilevanti. Alla fine conta solo il prezzo di acquisto o l’utilità che se ne ricava. Poco importa il sangue di cui è intriso.

Carlo
Carlo
21 Luglio 2025 19:22

Grazie per questo articolo e, in generale, per tenerci informati sulle scelte di supermercati e GDO. Forse sono ingenuo perché penso che non ci sia nulla di male nel difendere i diritti umani e nel protestare contro uno stato che sta sterminando una popolazione, bambini compresi, con le armi e la fame. Eppure qualcuno evidentemente trova estrema o partigiana addirittura questa posizione.

sergio
sergio
22 Luglio 2025 08:30

Dunque, emerge in maniera nemmeno troppo oscura, che, secondo voi, i consumatori non dovrebbero affaticarsi compendo la loro libera scelta: non comprare prodotti israeliani.
Come bambini di fronte alla droga dovrebbe essere loro impedito di poterli comprare.
Che Dio, o chi per lui, illumini le vostre menti.
Sergio da Roma

Valeria Nardi
Reply to  sergio
22 Luglio 2025 10:59

Si, riteniamo che ai bambini non vada offerta la possibilità di comperare droga. Siamo forse eccessivamente prudenti… A illuminare le nostre menti preferiamo la conoscenza, la lettura, l’approfondimento, il confronto, la riflessione. Dio lasciamo che si occupi di cose più serie.

Per chi ancora avesse dei dubbi consigliamo di leggere questo approfondimento di Omer Bartov (professore di studi sulla Shoah e sui genocidi alla Brown University) – pubblicato su The New York Times: https://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/2025/07/17/sono-uno-studioso-di-genocidi-so-riconoscerne-uno-quando-lo-vedo/

Maria Grazia
Maria Grazia
22 Luglio 2025 08:48

Si sta confondendo la popolazione con il governo scellerato

Maurizio Callegaro
Maurizio Callegaro
Reply to  Maria Grazia
22 Luglio 2025 11:25

Dove pensa che trovi i soldi il governo israeliano per comprare le armi? Oltreché circa 3/4 della popolazione appoggia questo governo omicida, sono estremisti che se ne fregano della vita degli altri, punto, cosa ci vuole più della condanna di cardinali e papa oltre che di tutti i paesi civili? Cosa?

Andrea
Andrea
Reply to  Maria Grazia
22 Luglio 2025 11:55

Il governo scellerato chi lo ha eletto?

giova
giova
Reply to  Maria Grazia
22 Luglio 2025 13:14

Vero. Ma in parte, purtroppo.

Juan
Juan
Reply to  Maria Grazia
22 Luglio 2025 15:37

Se la popolazione israeliana occupa illegalmente i territori, e lì produce i prodotti che poi vengono venduti in Italia, è giusto che queste loro attività vengano boicottate. Israele fa una precisa scelta strategica nel non indicare se i suoi prodotti vengono da Israele vera e propria o dai territori occupati.

Luca
Luca
Reply to  Maria Grazia
23 Luglio 2025 10:36

La stragrande maggioranza della popolazione di Israele sostiene il massacro di Gaza

cecilia
cecilia
22 Luglio 2025 09:17

Non mi meraviglio più di tanto perchè so da tempo quanto i supermercati siano solo luoghi di profitto, che non perdono occasione per mostrarsi falsamente dalla parte del consumatore, senza alcuna volontà di condividere impegni solidali di etica pubblica. Per dirla tutta, fanno schifo.

Eugenio
Eugenio
Reply to  cecilia
22 Luglio 2025 10:31

Ti sei scandalizzata anche per la cinese BYD, produttrice di auto? Nel 2024 ha battuto il record di 100mila vendite in Europa, eppure la Cina fa lavorare i bambini nelle miniere per l’estrazione delle terre rare che servono per le batterie delle auto. In Brasile, il governo ha bloccato la costruzione di una fabbrica di BYD perchè ci ha trovato 126 lavoratori cinesi senza documenti, che lavoravano 14 ore al giorno 7 gg su 7 in barba ai diritti umani, e vivevano in tuguri scandalosi, eppure nessuno si è scandalizzato. la tua, nel migliore dei casi è ingenuità, nel peggiore è ipocrisia politica. E l’ipocrisia politica è il peggior male umano

Valeria Nardi
Reply to  Eugenio
22 Luglio 2025 10:51

Riconoscere denunciare un’ingiustizia non vuol dire avallare le altre. Non pensiamo che valga la pena fare delle classifiche su quali atrocità sono peggio di altre. Ma qui stiamo parlando di uno stato, Israele, che è considerato civile e democratico e che, nel tentativo di stanare il suddetto gruppo di terroristi, sta massacrando un intero popolo.
Numerosi esponenti di governi democratici continuano a sostenere che un altro governo democratico abbia il diritto di bombardare e massacrare i uomini, donne e bambini inermi perché si sta difendendo.
Stiamo assistendo a un genocidio effettuato da parte di un governo democratico che sta affamando l’intera popolazione e massacrando i civili, colpendoli nei momenti in cui sono più vulnerabili, cioè mentre cercano di procurarsi, cibo, acqua o latte formula.
Per chi ancora avesse dei dubbi consigliamo di leggere questo approfondimento di Omer Bartov (professore di studi sulla Shoah e sui genocidi alla Brown University) – pubblicato su The New York Times: https://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/2025/07/17/sono-uno-studioso-di-genocidi-so-riconoscerne-uno-quando-lo-vedo/

Maurizio Callegaro
Maurizio Callegaro
Reply to  Eugenio
22 Luglio 2025 11:21

Infatti in questo caso gli evitano anche di essere sfruttati, li ammazzano senza alcuna pietà mentre sono in fila per un tozzo di pane, oppure gli sparano con i cannoni…pensa che grandi uomini,che coraggio, indegni di essere chiamati esseri umani…

Luca
Luca
Reply to  Eugenio
23 Luglio 2025 10:38

Quindi il lavoro nero o minorile è uguale allo sterminio di un popolo intero, compresi bambini.

Alberto
Alberto
Reply to  Luca
24 Luglio 2025 13:35

Buongiorno Sig. Luca.

Se é solo una questione di contare i morti, perché la pratica del lavoro minorile non é paragonabile allo sterminio, allora aggiungiamo alle argomentazioni del Sig. Eugenio che il comunismo cinese ha causato milioni di morti in Cina.

Quindi, chi sostiene – a mio parere giustamente – che coloro che si stracciano le vesti per i palestinesi si dovrebbero anche scandalizzare per tanti altri massacri che sono avvenuti e tuttora avvengono in altre parti del mondo, e dovrebbero parimenti battersi per il sabotaggio dei prodotti provenienti da tanti altri paesi – Cina in testa – ha pienamente ragione.

Perché la Sig.ra Nardi del Fatto Alimentare non scrive articoli che incitino i lettori a boicottare i prodotti Cinesi, spesso costruiti in patria a prezzo più basso grazie al fatto che là ci sono meno vincoli di tutti i tipi (ambientali, ecc.) i cui danni ricadono su tutto il resto del mondo e causando anche morti?

Perché, evidentemente, si guarda dove le proprie convinzioni politiche ci dicono di guardare. A sinistra i morti palestinesi importano, tante altre cose meno. E forse perché, a sinistra, i soldi fatti commerciando con la Cina puzzano meno di quelli fatti commerciando con Israele!

È vero, Sig.ra Nardi?

Valeria Nardi
Reply to  Alberto
24 Luglio 2025 13:50

Gentilissimo sig.Alberto, prima di tutto sono dottoressa Nardi. Riconoscere e denunciare un’ingiustizia, anzi in questo caso un massacro pianificato, non vuol dire non vederne altre. Non ritengo che valga la pena fare una classifica su quale atrocità sia peggio di altre, ma in questo caso direi che denunciare il fatto che in Cina ci sono “meno vincoli” non stia sullo stesso piano con un genocidio.
Secondo lei il problema della sinistra (?) è di denunciare che in governo democratico di Israele sta affamando l’intera popolazione e massacrando i civili, colpendoli nei momenti in cui sono più vulnerabili, cioè mentre cercano di procurarsi, cibo, acqua o latte formula? Secondo me invece il problema anzi la vergogna collettiva è che non è stato denunciato abbastanza e prima e con misure molto più forti che un boicottaggio della GDO, e da tutte le parti politiche. Perchè vedere dei neonati e dei bambini morire di denutrizione a pochi kilometri da ristoranti, discoteche e aiuti umanitari bloccati è e dovrebbe essere per tutti inaccettabile e sì anche più urgente che boicottare i prodotti cinesi che non rispettano i vincoli ambientali. Comunque non si preoccupi che a me non arrivano soldi né dalla Palestina né dalla Cina e, per concludere: sabotaggio e boicottaggio non sono sinonimi.

Alberto
Alberto
Reply to  Valeria Nardi
24 Luglio 2025 16:12

Buongiorno Dottoressa Nardi.

Visto che nella sua risposta al mio messaggio ha esordito sottolineando il suo titolo accademico, vorrei precisare che, scrivendole, non mi ha assolutamente sfiorato l’idea che Lei potesse sentirsi offesa – o addirittura sminuita – dall’essere chiamata da me soltanto “Sig.ra”.

Io, per principio, do del “Sig.ra” o “Sig.re” a tutti (e desidererei lo stesso dagli altri), e penso, così facendo, di essere già sufficientemente educato.

Ma devo evidentemente farmi una ragione che non tutti abbiamo la stessa sensibilità sul titolo accademico.

Per Lei, probabilmente, il fatto di essersi laureata e di poter accompagnare il suo nome al titolo “Dottoressa” è particolarmente importante e fonte di soddisfazione. Nulla da obiettare, ci mancherebbe! Laurearsi non è da tutti! Una laurea richiede sforzi e fatica. E il titolo accademico sottintende anche una adeguata e profonda preparazione professionale.

Quindi, visto che me lo ha fatto notare, Le consiglierei di aggiungere il titolo “Dottoressa” anche nel suo profilo (non solo “Valeria Nardi” ma “Dottoressa Valeria Nardi”): così lo vediamo bene tutti. E magari di aggiungere sempre una nota nei suoi articoli sul Fatto Alimentare in cui chiede ai lettori di usarlo sempre quando si rivolgono a Lei. Anche se il galateo non ci obbliga, noi lettori eviteremo, d’ora in poi, di mancarle di rispetto (incluso il Sig. Eugenio, il quale le ha dato addirittura del “tu”).

Premesso questo, ribadisco che bambini che muoiono di fame e civili innocenti che vengono uccisi si trovano anche in altre parti del mondo. Senza citare la guerra in Ucraina, anche in Iran, da cui in Italia si importano zafferano, frutta e pistacchi, ci sono persone civili uccise perché contrarie al regime.

Mi scriverà un bell’articolo in cui chiede ai lettori di boicottare i pistacchi iraniani?

Cosa ne dice, Dottoressa Nardi?

Ro’
Ro’
22 Luglio 2025 09:34

È una bella lavata di coscienza da parte dei supermercati che rinunciano ai loro profitti Mi stupisce che anche la Coop si comporti così

Eugenio
Eugenio
22 Luglio 2025 10:25

…ma chi se ne frega. Avete provato a chiedere quanto gas ci ha fornito la Russia l’anno scorso? il 14% in più del 2023, ma non avete battuto ciglio. Mi sembrate tanto antisionisti, e gli antisionisti hanno già combinato tanti danni il secolo scorso……ricordate?

Valeria Nardi
Reply to  Eugenio
22 Luglio 2025 10:48

Gentilissimo, qui c’è un po’ di confusione. Ci sono molte persone che hanno una forte posizione antisionista cioè che si oppone al sionismo, il movimento politico che mira all’autodeterminazione del popolo ebraico attraverso la creazione di uno Stato in Palestina. E tra i più forti antisionisti ci sono proprio molti ebrei della diaspora. La sicurezza, la vita, il rispetto e i diritti devono essere richiesti e garantiti a tutt* e non a scapito di altre persone. Qui la presa di posizione e la campagna lanciata e sottoscritta da oltre 700 rabbini e 22.000 ebrei negli USA. https://www.foodaidforgaza.org/ Forse lei intendeva “antisemita” da “antisemitismo” termine coniato da Wilhem Marr nel 1879 per indicare l’odio e la discriminazione nei confronti degli ebrei. E no, non siamo antisemiti, e abbiamo studiato bene la storia del secolo scorso, inclusa la Shoah e le leggi razziali del governo italiano. Israele è considerato uno stato civile e democratico che, nel tentativo di stanare il suddetto gruppo di terroristi, sta massacrando un intero popolo.

Numerosi esponenti di governi democratici continuano a sostenere che un altro governo democratico abbia il diritto di bombardare e massacrare i uomini, donne e bambini inermi perché si sta difendendo.
Stiamo assistendo a un genocidio effettuato da parte di un governo democratico che sta affamando l’intera popolazione e massacrando i civili, colpendoli nei momenti in cui sono più vulnerabili, cioè mentre cercano di procurarsi, cibo, acqua o latte formula.

Per chi ancora avesse dei dubbi consigliamo di leggere questo approfondimento di Omer Bartov (professore di studi sulla Shoah e sui genocidi alla Brown University) – pubblicato su The New York Times: https://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/2025/07/17/sono-uno-studioso-di-genocidi-so-riconoscerne-uno-quando-lo-vedo/

Armando Cacialli
Armando Cacialli
Reply to  Eugenio
22 Luglio 2025 20:20

Come già è stato spiegato più volte Il fatto alimentare si occupa di prodotti, appunto, alimentari. Gas e petrolio non mi pare che rientrino in questa categoria. In quanto ai soliti piagnoni che lamentano l’antisemitismo, si rendano conto, una volta per tutte, che si critica il governo fascista di Netanyahu e non gli ebrei in quanto tali. Mettetevelo in testa una volta per tutte e prendetevi le vostre responsabilità.

Luca
Luca
Reply to  Eugenio
23 Luglio 2025 11:22

Gli antisemiti hanno “combinato danni”, non gli antisionisti…
E ora i sionisti stanno imitando gli antisemiti nello sterminare un popolo. Hai presente?

Maurizio Callegaro
Maurizio Callegaro
22 Luglio 2025 11:30

Storicamente oltre alla Germania della seconda guerra mondiale solo altri due stati hanno messo in atto un genocidio, Stati uniti e gran Bretagna, ora anche loro, in maniera disumana però , avevano più pietà altri di loro, da parte mia non comprerò mai più un solo prodotto israeliano , ne ora ne mai…

Valeria Nardi
Reply to  Maurizio Callegaro
22 Luglio 2025 12:27

Purtroppo sono molti gli Stati che si sono macchiati di questo crimine. Qui trova un interessante approfondimento: https://it.gariwo.net/educazione/approfondimenti/genocidi-e-crimini-contro-l-umanita-3539.html

Francesco
Francesco
22 Luglio 2025 11:44

Condivido la scelta della COOP! In momenti di crisi mostrare sensibilità e apprezzamento verso azioni che hanno grande peso etico e umano sono assolutamente da sostenere. PS: la violenza è sempre un orrore e stupisce come un popolo che ha sofferto un orrore come la Shoah possa fare cose simili a quelle che ha subito. APPREZZO MOLTO OGNI EBREO CHE MANIFESTA IL SUO SDEGNO E CONDANNA NEI CONFRONTI DI NETANYAU E DEI SIONISTI. GENTE CORAGGIOSA!

giova
giova
Reply to  Francesco
22 Luglio 2025 13:35

Ma la scelta di Coop non è condivisibile, perché continua a commerciare con chi sta compiendo un genocidio! Legga bene l’articolo della dottoressa Rossi. Solo una piccola parte di Coop, riunita sotto la sigla Coop Alleanza, boicotta i prodotti (e solo perché quei soci lo hanno chiesto espressamente, non è stata un’iniziativa di Coop Alleanza)

Giuseppe
Giuseppe
22 Luglio 2025 11:47

BANALE OVVIETA’ E MANCANZA DI ETICA…..il dio quattrino impera e ci vuole coraggio per prendere certe decisioni. Sono d’accordo sul fatto che basta leggere e rifiutare simili prodotti: il problema é che,malgrado la legge lo imponga, spesso (soprattutto nella frutta secca) non viene riportato il paese di origine e personalmente non acquisto prodotti senza la dicitura di provenienza. Per quanto riguarda Coop.fi per un certo periodo si leggeva la provenienza Israele poi la dicitura è scomparsa e appare soltanto il marchio del produttore: il più grande e organizzato produttore di noccioline! E’ stata una furbata per non vedere diminuire le vendite? (parlo di arachidi ovviamente!)

Maurizio
Maurizio
22 Luglio 2025 11:55

Il consumatore e’ visto a ragione sempre più un componente del business che comodamente acquista sempre più prodotti a marchio catena distributiva così non ha da pensare a nulla. Ricordiamoci che il nostro potere e valore lo esterniamo solo al momento di scegliere cosa mettere nel carrello. Usiamolo.

Ghino DiTacco
Ghino DiTacco
22 Luglio 2025 12:00

Vergognatevi! Del 7 ottobre neanche una parola!!

Valeria Nardi
Reply to  Ghino DiTacco
22 Luglio 2025 12:29

I supermercati non vendono prodotti a marchio Hamas. Hamas è un movimento islamista palestinese con un braccio armato considerato terroristico da molti (UE inclusa) . Gli avvenimenti del 7 ottobre sono stati qualificati come atti di terrorismo.

Israele è considerato uno stato civile e democratico che, nel tentativo di stanare il suddetto gruppo di terroristi, sta massacrando un intero popolo.

Numerosi esponenti di governi democratici continuano a sostenere che un altro governo democratico abbia il diritto di bombardare e massacrare i uomini, donne e bambini inermi perché si sta difendendo.
Stiamo assistendo a un genocidio effettuato da parte di un governo democratico che sta affamando l’intera popolazione e massacrando i civili, colpendoli nei momenti in cui sono più vulnerabili, cioè mentre cercano di procurarsi, cibo, acqua o latte formula.

Per chi ancora avesse dei dubbi consigliamo di leggere questo approfondimento di Omer Bartov (professore di studi sulla Shoah e sui genocidi alla Brown University) – pubblicato su The New York Times: https://megachip.globalist.it/guerra-e-verita/2025/07/17/sono-uno-studioso-di-genocidi-so-riconoscerne-uno-quando-lo-vedo/

Francesco
Francesco
Reply to  Ghino DiTacco
22 Luglio 2025 14:12

Non ti nascondere dietro il 7 ottobre. Esiste anche la storia dal 1948 fino al 6 Ottobre 2022. Decine di migliaia di persone sistematicamente uccise negli anni prima del 7 ottobre. Discriminate e rinchiuse in zone sempre più piccole. Cacciati dalle loro case per farci entrare i coloni.
Questa è storia.
Non è che ripetendo all’infinito “7 Ottobre, 7 Ottobre…” potete fare quello che vi pare. La storia non sarà clemente e non si potranno cancellare o bruciare tutti i libri per modificarla.
Nessuno dimentica il 7 Ottobre e le vittime innocenti, ma non esiste solo il 7 Ottobre e soprattutto non è accettabile il rapporto 60 a 1. Il migliaio circa di morti civili del 7 Ottobre sono state compensate abbastanza con i circa 60.000 attuali, oppure non basta?

Se vuoi stare dalla parte sbagliata della storia, prego, è una tua libera scelta.

Giuseppe
Giuseppe
Reply to  Francesco
22 Luglio 2025 17:21

Nessuno mi toglie dalla testa che il più efficiente servizio segreto al mondo non avesse sentore di cosa stesse organizzando Hamas e hanno lasciato fare per avere la scusa di sterminare un intero popolo…Machiavellanamente….

Armando
Armando
Reply to  Ghino DiTacco
22 Luglio 2025 17:25

Il 7 ottobre, considerato da tutti, me compreso, una vigliaccata, ha fatto tra morti e rapiti circa 2000 vittime in un giorno. la “democratica” Israele in circa due anni ha fatto oltre 60000 morti con le bombe su ospedali, scuole, campi profughi. Adesso scientemente li fa morire di fame e di sete. I nazisti non avrebbero saputo fare di meglio!!! Ma non vi vergognate nemmeno un po’?

Armando
Armando
Reply to  Ghino DiTacco
22 Luglio 2025 17:30

Il continuo vittimismo, soprattutto il dare dell’antisionista a chiunque critichi le violenze che sta portando avanti il governo Netanyahu solo per evitare il confronto, non vi porterà a nulla. Il mondo vi ricorderà non più per la Shoah, ma per il genocidio del popolo Palestinese.

Giorgio Massa
Giorgio Massa
22 Luglio 2025 12:01

Se l’industria bellica e il governo italiani continuano a produrre e mandare armi ad Israele, legittimando cosi il peggiore esempio di crudeltà e di affarismo sporco, le industrie degli altri settori, inclusi quello alimentare e farmaceutico, non si faranno alcuno scrupolo e si sentiranno pragmaticamente autorizzati a ignorare ogni etica in nome di una sorta di “real politik” economica (d’altronde, dànno spesso esempio di cinismo anche in altre circostanze, come spesso evidenziate con il vostro giornale). Purtroppo l’unica cosa che possiamo fare noi consumatori di fronte a queste cecità, sordità e indifferenza è controllare la provenienza dei prodotti e scartare quelli israeliani, sperando di incidere almeno un poco sui loro profitti. Mi meraviglio però che, sfruttando l’occasione, non siano fiorite produzioni alternative italiane: avrebbero un ottimo profilo pubblicitario da sfruttare.

maner
maner
22 Luglio 2025 12:42

sarebbe opportuno segnalare i prodotti israeliani

giova
giova
22 Luglio 2025 12:48

Grazie per la posizione espressa. Continuerò a leggervi – orgoglioso – anche solo per questa posizione etica ribadita in più articoli.

Monica
Monica
22 Luglio 2025 16:07

Cosa c’entrano i produttori di tahina o avocado con le scelte del governo? Probabilmente sono anche tra quelli che non lo hanno votato. Sodastream è una delle aziende che promuove inclusione sociale, basta visitare la loro fabbrica. Se la ratio è la morale e il rispetto dei diritti umani, bisognerebbe togliere dagli scaffali diversi altri prodotti. Le arachidi dalla Tunisia o dall’Egitto vi sembrano più “pulite”?

Luca
Luca
22 Luglio 2025 16:14

Bisognerebbe non esportare? Ma a che pro?
Lo scopo di bloccare le importazioni DA Israele a NOI sarebbe quello di far pressione sul governo. Meno prodotti venduti a noi = calo di vendite dei loro prodotti, aziende incassano meno soldi, se fossero costrette a licenziare ci sarebbero proteste in piazza, etc.

Purtroppo se le cifre in gioco sono quelle riportate nell’articolo (15 milioni di euro), non c’è speranza di ottenere alcun risultato con un eventuale boicottaggio.

Quale sarebbe invece lo scopo di bloccare le nostre esportazioni verso Israele? (ovviamente non parlo di armi e simili)
Semplicemente si rivolgerebbero ad un altro paese fornitore di prodotti simili.
I soldi li perderemmo noi, senza causare nessuna conseguenza indesiderata ad Israele. Ok forse avrebbero prodotti meno buoni, forse li pagherebbero di più, ma immagino finirebbe lì…

Azul98
22 Luglio 2025 16:32

I Supermercati non hanno mai boicottato nessun prodotto, durante un eccidio o guerre anche le più atroci e orribili, anzi ne traevano profitti come nella guerra del Golfo, dove era permessa ogni tipo di Crudeltà e bombardamenti con plutonio impoverito e lo Sterminio di Popolazioni innocenti, nemmeno con la guerra della Jugoslavia che è stata un infamia da parte di tutti gli stati membri ONU e Europei,mentre il massacro continuava loro aumentavano i prezzi,con la scusa di mancanza di prodotti per cause dovute a un conflitto, conflitto? Ma fu un genocidio vicino a noi, e il vento della morte entrava in silenzio anche nella nostra Nazione Democratica,in Siria 100.000 mila persone fatte a pezzi nei carceri di Saddat e buttate in fosse comuni come in Bosnia e disperse a pezzi in mezzo nel terreno mai più trovati, ma la macchina del profitto deve funzionare anche se tutto intorno a noi la gente muore,poi il Covid,la guerra infinita dell’Ucraina, mentre il genocidio Palestinese continua la sua escalation dell’orrore, tutto normale, tutto in offerta speciale, non importa da dove, importa quanto si ricava,senza nessun problema, nessun scrupolo,nessuna pietà, perché un punto vendita deve realizzare profitto, e più è grande più lo squallore umano si rivela nel più basso dei sui istinti.

Kat
Kat
22 Luglio 2025 16:57

Ovvio che le grandi catene continuano a comprare i prodotti israeliani… i proprietari sono quasi tutti di quella cricca!

Maria Bigatti
Maria Bigatti
22 Luglio 2025 17:01

Le uniche etichette che controllo sono quelle del cibo fresco, per il resto fa l’ abitudine… comunque non trovo giusto obbligare qualcuno a comprare o non comprare un prodotto, in democrazia ognuno è libero di scegliere quello che vuole.