Le linee guida per una sana alimentazione suggeriscono di consumare ogni giorno tre porzioni di verdura e due di frutta, ma non sono molti gli italiani che aderiscono a questo modello, sia perché preferiscono alimenti più saporiti e ‘gustosi’ (grassi e/o dolci), sia perché la maggior parte delle verdure richiede tempo per la preparazione. Questa, infatti, deve essere lavata, mondata, affettata, e magari cucinata, richiede una quantità di tempo ed energia che molti non hanno oppure preferiscono dedicare alla preparazione di un ragù o di una pizza.
Per conciliare il bisogno di verdura, la voglia di un’insalata fresca e la scarsità di tempo ci sono i prodotti di IV gamma, meglio noti come insalate in busta. In questo caso acquistiamo verdura già trattata, lavata, tagliata e pronta al consumo. A questi prodotti, nel 2022, è stato destinato il 12,9% della spesa per ortaggi freschi. Le vendite a volume, invece, a causa del prezzo mediamente elevato di questi prodotti, rappresentano il 4,6% del carrello ortofrutticolo. Il volume degli acquisti è comunque cresciuto del 6% rispetto all’anno precedente (+11,5% rispetto al 2019), mentre la spesa è aumentata solo del 4,9%, perché le insalate di IV gamma, con un andamento opposto a quanto è accaduto a tutti gli altri ortofrutticoli, hanno visto una diminuzione del prezzo medio (un calo dell’1% circa).
Può essere quindi consigliabile preferire le insalate in busta agli ortaggi freschi? Beh, non tutti sono d’accordo perché se da un lato i prodotti di IV gamma vengono incontro alle esigenze organizzative della vita quotidiana, dall’altro hanno un prezzo e un impatto ambientale superiore alla verdura fresca venduta sfusa.
Siamo entrati in un supermercato Coop di Ferrara, in un giorno di marzo 2023, per fare un confronto. Nei contenitori delle insalate sfuse troviamo lattuga Romana e insalata Gentilina a 2,48 €/kg, la varietà Foglia di quercia a 2,98 e il radicchio tondo rosso, di produzione locale, a 1,98 €/kg. Nel frigo delle insalate di IV gamma, in una ricca e variegata esposizione troviamo buste grandi e piccole che contengono un solo tipo di insalata, oppure miste.
Il peso di una confezione può andare da 60 a 500 g. Fra le insalate in busta con il marchio del supermercato, in confezione da 125 g, che corrispondono due porzioni, troviamo la semplice ‘Insalatina’, solo lattughino, a 7,92 €/kg. Per i ‘Cuori di lattuga’ si spendono circa 9 €/kg, mentre buona parte delle miste (con radicchio, valeriana, oppure lattuga lollo, cappuccio, rucola ecc.), in confezione da 125-150 g, il costo si aggira intorno ai 10 €/kg. Per le insalate Coop certificate bio proposte in confezioni da 100 g, si spendono 11-14 €/kg.
I sacchetti più grandi sono più convenienti: l’insalata ‘Festosa’, a base di lattuga iceberg, finocchio, carote e rucola, in confezione da 250 g costa 5,44 €/kg e la ‘Serena’ (radicchio rosso, indivia scarola e indivia riccia) 4,76 €/kg. Mentre l’insalata ‘Fantasia’ (carote, indivia riccia, radicchio rosso e cicoria pan di zucchero), in sacchetto da 350 g, costa un po’ meno di 4 €/kg. Lo stesso vale per i prodotti firmati da marchi noti. Le insalate Bonduelle, in buste da 150-200 g costano 11-14 €/kg. Mentre bastano poco più di 5 €/kg per le insalate miste Zerbinati in confezione da 300 g e circa 3,5 €/kg le buste da 500 g a marchio DimmiDiSì.
Le confezioni piccole, quindi, adatte ai single, sono decisamente più costose dei prodotti sfusi. Se scegliamo le buste più grandi, invece, la spesa non è molto diversa e può valere la pena, considerato l’elevato valore di servizio. Bisogna però fare attenzione alla conservazione, perché essendo già tagliate, queste insalate, una volta aperto il sacchetto, si degradano rapidamente e devono essere consumate entro due giorni. Il sapore in molti casi è analogo a quello del prodotto acquistato sfuso, ma non sempre: i filini di carota delle insalate di IV gamma, per esempio, sono meno saporiti di una carota fresca appena tagliata a julienne. Non possiamo, infine, fare a meno di riflettere sull’impatto ambientale: le operazioni di mondatura, lavaggio, confezionamento e trasporto hanno un impatto non trascurabile. Inoltre è ormai chiaro che la gestione dei rifiuti di plastica presenta molti aspetti problematici, e si sta facendo molto per ridurre quella monouso, nelle nostre case però il sacco della plastica si riempie molto rapidamente e i principali responsabili sono proprio buste, vaschette e bottiglie: gli imballaggi di alimenti e bevande.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Che vadano consumate entro due giorni non è sempre vero. Ultimamente credo sia migliorata notevolmente la loro shelf life dopo l’apertura.
Il 12 aprile ho finito di consumare una confezione di misticanza (Aldi) che avevo aperto venerdì 7 aprile a cena. Ed era perfetta! Ero pronto a prendere e buttarla ben sapendo che durano pochissimo, invece sono rimasto incredulo in quanto era ancora “croccante” e verde.
È consigliabile consumarle il prima possibile, perché se la catena del freddo è stata interrotta anche per poco tempo la scadenza non è più valida
Mah…in 2 giorni io ne mangio 400 grammi
Credo che uno dei grossi problemi dei prodotti di IV gamma sia anche quello che le verdure o la frutta vengono lavate dopo essere state mondate e affettate. Questo aumenta le superfici di contatto con il risultato che perdono un maggior numero di nutrienti durante il lavaggio, soprattutto le sostanza idrosolubili.
Tutto vero. Ma il loro valore aggiunto si chiama “tempo”. Come per tutti gli alimenti pronti
Sul maggior consumo di acqua mi permetto di dubitare e di suggerire un approfondimento.
Utilissima