Il successo della catena Action porterà altri negozi di stock in Italia? Acquistare prodotti alimentari di marca risparmiando anche oltre il 50%. Sempre, ogni giorno dell’anno. È la formula che sta spingendo la crescita del cosiddetto “déstockage”, ossia il recupero e la vendita di prodotti altrimenti fuori mercato: un fenomeno di grande successo all’estero (in particolare in Francia e Spagna) ma che si sta silenziosamente diffondendo anche in Italia.
Recupero vs spreco
Si tratta di catene di negozi che vendono a prezzi stracciati le scorte in eccedenza rimaste nei magazzini di produttori, grossisti e distributori: prodotti ancora validi ma che non trovano spazio nei supermercati perché collegati a promozioni terminate (come raccolte punti o collezioni legate a film o a particolari festività) perché dotati di confezioni superate o con lievi difetti, di loghi “vecchi” o di etichette errate. Oppure a scadenza molto ravvicinata. E ancora: merce rimasta invenduta a causa di un riscontro di mercato inferiore alle aspettative o per effetto di ordini annullati. O perché i produttori sono falliti. Tutti beni che finiscono in questi negozi spartani, disordinati e dove non si sa mai cosa si troverà. Ma si sa che costerà il meno possibile.
Mercato globale e convenienza
Queste catene si propongono non solo come paladine del risparmio ma anche dell’ambiente perché trasformano in risorsa quello che per gli altri operatori del mercato non sarebbe che scarto. Ad esempio, l’anno scorso la catena Noz, nei suoi oltre 310 negozi in Francia, ha “salvato” dal macero e venduto 300 milioni di prodotti, offrendoli a prezzi inferiori del 30-80% rispetto ai circuiti commerciali tradizionali. Molti sono prodotti di marca, anche di brand noti, come ad esempio: Pasta Armando, Haribo, Mentos, Milka, Barilla.
Per essere super convenienti, queste catene sfruttano anche il mercato globale: acquistano i prodotti di marca nei Paesi dove hanno il prezzo più basso oppure se li fanno realizzare laddove costano meno. E i clienti apprezzano al punto che il successo di insegne come Primaprix, Noz, Action, Stokomani o Euromalin è uno dei fenomeni del momento nello scenario commerciale europeo.
La catena più presente nel nostro Paese è l’olandese Action, che in pochi anni ha aperto in Italia oltre 90 punti vendita (in Europa supera i 2.700). Effetto sorpresa e prezzi bassi sono i punti forti di Action: due terzi dell’assortimento cambia costantemente con oltre 150 nuovi prodotti introdotti ogni settimana e l’offerta copre 14 categorie merceologiche, con oltre 350 brand conosciuti e più di 70 marchi privati. Quanto alla convenienza, abbiamo provato a fare la spesa acquistando una maxi tavoletta di cioccolato Milka Mmmax Oreo, un barattolo da 435 grammi di ananas in pezzi Del Monte e una bottiglia da mezzo litro di tè freddo Lipton menta e anguria, spendendo un totale 5,27 euro. Per gli stessi prodotti in un qualsiasi supermercato avremmo speso circa 8 euro.
Il successo di Action, Primaprix, Noz…
Dunque, un risparmio importante ma che non è applicabile a un intero carrello della spesa, perché l’offerta alimentare rappresenta sì una parte importante dell’offerta di questi negozi ma non comprende certo tutte le merceologie presenti in un supermercato. E poi perché l’offerta cambia in continuazione in quanto legata agli stock di prodotti a disposizione. Un elemento che si traduce anche in un punto di forza per questi negozi, perché il rinnovo continuo dell’assortimento in vendita stimola la curiosità dei clienti e li spinge a frequentare i negozi con maggiore frequenza.
La maggior parte dei prodotti in vendita in queste catene di stockisti riguardano il non food, in particolare la casa, il bricolage, l’abbigliamento e gli accessori. Con alcune eccezioni. Come la francese Euromalin, che ha ampi spazi (anche refrigerati) dedicati al food con prezzi dal 25% al 50% inferiori alla Gdo. E come la catena spagnola Primaprix (230 negozi tra Spagna e Francia), dove l’alimentare è dominante. E il made in Italy è ben rappresentato. Fedele ai suoi slogan “ci piacciono i marchi, ci piacciono i prezzi” e “vendere prodotti di marca a prezzo da outlet ci rende differenti” propone agli spagnoli numerose specialità italiane di marca, dal panettone Balocco al riso Scotti alla pasta La Molisana.
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com, Action.
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Giornalista freelance, scrive di consumi e retail per testate di economia (come Il Sole 24 Ore, Gdo Week e Mark Up) e racconta l’evoluzione del mondo alimentare (e il turismo enogastronomico) su Sale&Pepe e Donna Moderna. È opinionista di Tendenzeonline, autrice di due libri monografici (uno sui limoni e l’altro sui radicchi) e redattrice dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il rapporto semestrale sui consumi degli italiani.
Diciamo che il probabile contraltare è la perdita di tempo dovendo poi integrare altrove, ed anche gli acquisti inutili, vedi magari bricolage, perché non mi serviva, ma costava così poco
Concordo sulla perdita di tempo, anche se attualmente non mi cambierebbe molto, poiché anche con le catene GDO certi prodotti si trovano da una parte e non dall’altra, e viceversa (anche per prezzi diversi dello stesso articolo) , di conseguenza devo fare il solito giro per completare la spesa…
I prodotti commestibili di Action sono spesso prodotti per i mercati esteri. Ad esempio si possono trovare bibite di famose marche, con stabilimenti in Italia, prodotte in Polonia oppure in Olanda, così come le gomme da masticare o gli snack. Questi ultimi sono la preponderanza dello scaffale dei commestibili e, sicuramente non sono il massimo per la dieta. Si trovano anche salse da condimento e topping per i dolci, anch’essi non il massimo del salutare.
Ma sugli altri settori ci sono moltissimi prodotti utili: scatole in plastica di ogni misura a prezzi vantaggiosi, lampadine a led di marca molto competitive, detergenti (famosi,ma stranieri, e non) per la casa e per il corpo (con ottime valutazioni da parte di Yuka). Ampia la disponibilità di accessori per l’elettronica (auricolari, cavetteria, cover per i telefoni) e per l’ufficio (matite, penne, toner, quaderni e carta a risme), oltre ad articoli per auto (tergicristalli, liquido per pulire i vetri, etc) e attrezzi di bricolage. Insomma un luogo dove non si riesce ad uscire senza aver comprato qualcosa, anche fosse una confezione di pile a 1€.
In Italia, sullo stesso target, è forse ancora più presente TEDI, che si trova in alcuni centri commerciali
Sembra simile a quello che fa Too Good To Go con le Box Dispensa a domicilio…
No, con TGTG il venditore sceglie cosa darti, e spesso non è roba buona, alcuni se ne approfittano.
Ottimo negozio vi conosco dalla Germania venite anche in Sicilia
In Italia alcune grandi aziende alimentari recuperano e non sprecano grazie al Banco Alimentare che poi distribuisce ad associazioni caritatevoli
Comunque seguendo i volantini anche nei negozi tradizionali si prende merce con 30 40 50 % ed in più assortimento vasto
Mi sembra solo l’ennesimo modo fidelizzare il consumatore: vado lì perchè costa la metà, non trovo quello per cui sono andato, ma intanto prendo qualcos’altro visto che sono già lì e torno il giorno dopo a cercare visto che cambiano merce quasi tutti i giorni. Tra il rivenditore che compra la merce a prezzi stracciati e il consumatore che ritorna chi ci guadagna di più? Mi risulta che già alcune catene cedono i loro stock alle Onlus che sfamano gli ormai i tantissimi poveri assoluti. Si vuole forse andare a recuperare anche questi ultimi? O far diventere ancora più ricche le persone che possono comprare nella grande distribuzione? Questo è il mio dubbio.
Forse sbaglio, ma mi ricorda Metro e gli ingrossi a stock per addetti ai lavori, però a diffusione pubblica.
Nella mia zona non mi sembra ci sia molta diffusione di questi nuovi punti vendita, ma nel mio caso un cambiamento quasi giornaliero dei prodotti fa l’effetto contrario (già il fatto che la GDO di punto in bianco tolga un prodotto valido-di qualità che acquisto regolarmente, diventa un problema e chiedo subito se verrà ripristinato, accusandoli di modalità discount…).
Per oggettistica probabilmente potrebbe essere interessante, per gli alimentari ho la tendenza a selezionare di più, e a guardare se c’è effettivamente un vantaggio qualità-prezzo, anche in prodotti di marca.