Il Tribunale di Venezia ha accolto il ricorso presentato dal Consorzio di tutela del Grana Padano contro l’azienda Brazzale. Questo caseificio produce nella Repubblica Ceca un formaggio denominato Gran Moravia, preparato con una lavorazione simile a quella della Dop italiana. “L’utilizzo del termine ‘grana’ – si legge nella sentenza – nelle comunicazioni rivolte a terzi, anche a mezzo web o social network, in relazione al formaggio Gran Moravia di produzione e commercializzazione della convenuta Brazzale, costituisce violazione per illecita evocazione della Dop ‘Grana Padano’, nonché concorrenza sleale per scorrettezza professionale”. Brazzale produce il formaggio a pasta dura e lunga stagionatura nella regione dell’Europa centrale che oggi costituisce la parte orientale della Repubblica Ceca (la Moravia) da cui prende anche il nome.
“Come abbiamo sostenuto da sempre – sottolinea Stefano Berni, direttore generale del Consorzio – anche in base alla sentenza della Corte di Giustizia UE del 2007, il termine Grana, tra i formaggi, è associabile esclusivamente al Padano. Perciò Grana è solo Padano”. Per capire meglio l’importanza della sentenza va ricordato che il formaggio Dop italiano è considerato il più consumato al mondo, con oltre 5,2 milioni di forme prodotte nel 2021.
Il tribunale ha ordinato a Brazzale di rimuovere l’uso della parola ‘grana’ in tutte le comunicazioni pubblicitarie comprese quelle veicolate attraverso il web o i social network entro trenta giorni. Oltre a ciò i giudici hanno ordinato, entro quindici giorni dalla comunicazione del dispositivo, la pubblicazione di una parte della sentenza sui quotidiani Il Corriere della Sera e La Repubblica, oltre che sull’homepage dei siti web www.brazzale.com e www.granmoravia.com.
© Riproduzione riservata Foto: Grana Padano, Brazzale
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Buongiorno.
Se il termine “grana” può essere associato solo al Grana Padano, nonostante (come apprendo da Wikipedia) esso sia comunemente usato per indicare un’intera categoria di formaggi a pasta dura e granulosa prodotti anche in Piemonte, in Veneto e in Trentino-Alto Adige, come la mettiamo con quei formaggi che hanno il termine “grana” nel nome – come ad esempio il formaggio Trentingrana, di cui esiste addirittura un consorzio – e non solo “Gran”, che si può considerare una forma elisa di “Grande” ?
Perché il nome “Trentingrana” è consentito? Perché questo formaggio grana viene prodotto in Trentino, ovvero in Italia, mentre il formaggio grana Gran Moravia – per quanto l’azienda che lo produce sia italiana – viene prodotto nella Repubblica Ceca?
A me sembra che ci sia tanta ipocrisia. Il Gran Moravia è di fatto un formaggio grana, nell’accezione generica del termine, cioè a pasta dura e granulosa, esattamente come lo sono il Trentingrana, il Granone Lodigiano ecc.
Grazie,
Alberto.
Concordo con @Alberto, tra l’altro la mia prima impressione è proprio che in questo caso “Gran” sia la forma elisa di “Grande”…
Corrono dei rischi allora anche i biscotti del Mulino Bianco “Gran” Cereale?
Per non parlare del Parco Nazionale del “Gran” Paradiso, quello del Parco Nazionale del “Gran” Sasso oppure della “Gran” Bretagna…
Alberto,Roberto sono pienamente d’accordo con voi! La parola “GRAN” in questo caso semplicemente significa GRANDE. Che non c’entra con la “Grana”. Se sapessero un po di storia della Repubblica Ceca, si eviterebbero l equivoci…La GRANDE Moravia, il Grande impero di Moravia, o semplicemente la Moravia storica fu il primo grande Stato abitato prevalentemente da slavi occidentali….ecco la spiegazione.
La questione riguarda la parola “grana” utilizzata nelle pagine del sito e in altri social, non la parola “gran” di Gran Moravia
Non sono un “tifoso” delle DOP, ma in questo caso una precisazione è doverosa. Il “Trentinagrana” fa parte del territorio del Grana Padano DOP, è un Grana Padano con una specifica denominazione. Nulla di più e nulla di meno.
In questo caso l’uso del termine Grana è legittimo.
Sull’argomento si potrebbe discutere a lungo.
Per ora segnalo che il Trentingrana è una tipologia di Grana Padano prodotto nel territorio della Provincia autonoma di Trento e in alcuni comuni di quella di Bolzano a partire da latte di vacche colà allevate e alimentate a foraggi, con esclusione di insilati (invece utilizzati per il Grana Padano), che consente di evitare l’aggiunta di lisozima usato, invece, nel Grana Padano convenzionale (ma non in quello biologico).
Alla sotto-denominazione si arrivò a metà anni 80 dopo vivaci tensioni con i consorzi del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, che non digerivano la denominazione “Grana del Trentino”
Gli interessati trovano qui il disciplinare di produzione del Padano e della sotto-denominazione Trentino: https://www.granapadano.it/public/file/Disciplinare-produzione-Grana-PadanoDOPNov19-38346.pdf
Che non sia Grana, se prodotto come il Grana Padano e il Parmigiano-Reggiano, non è assolutamente vero. La denominazione merceologica Grana non dovrebbe essere utilizzata solo da un consorzio. Sarebbe come tutelare il nome Prosciutto. Il Grana è un tipo di prodotto a pasta dura granulosa ovunque sia fatto.
La sua osservazione, Enrico, ha fondamento anche perchè nelle statistiche Istat sui prodotti lattiero caseari viene usata la seguente classificazione
Formaggi a pasta dura
-parmigiano reggiano
-grana padano
-altri grana
-pecorino (di tutti i tipi)
-altri formaggi a pasta dura (asiago, montasio, ecc.)
Quindi il termine “grana” sta ad indicare un tipo di formaggio, quindi perchè vietarne l’uso ?
Sarebbe interessante leggere le motivazioni della sentenza.
Buongiorno.
Però, a questo punto, mi sorge una domanda. Se l’azienda non può più utilizzare la parola “grana” nelle pagine del suo sito e in altri social (cosa che, peraltro, mi era ben chiara), che termine si dovrà allora adoperare per definire un formaggio “grana”, ovvero un formaggio a pasta dura e granulosa?
Perché il Gran Moravia, per quanto prodotto con latte e in caseifici della Repubblica Ceca, è un formaggio preparato seguendo la stessa procedura del Grana Padano e dunque è del tutto simile ad esso.
E’ come se, di punto in bianco, un tribunale decidesse che non si può più utilizzare l’aggettivo “rosso” per definire un vino di quel colore, in quanto il suo uso è appannaggio esclusivo del famoso vino “Rosso di Montalcino”.
Cosa dovremmo fare, allora? Mi immagino la scena al ristorante dove, rivolgendoci al maitre di sala, dovremmo dire: “Mi porti per favore un vino che emetta radiazioni elettromagnetiche con frequenza compresa tra i 625 e i 740 nanometri.”
Tra l’altro il tribunale di Venezia ha sentenziato che l’utilizzo del termine “grana” costituisce violazione per illecita evocazione della D.O.P. “Grana Padano”, nonché concorrenza sleale per scorrettezza professionale!!! E ha condannato l’azienda Brazzale SpA a pagare in favore del consorzio “Grana Padano” la somma di euro 343.000,00 oltre gli interessi al tasso legale!!!