Slitta ancora una volta l’entrata in vigore della sugar tax e della plastic tax in Italia. Come riferisce l’agenzia Ansa, nel testo della legge di bilancio approvato nella tarda serata del 21 novembre fa capolino l’ennesimo rinvio di un anno (dal 1° gennaio 2023 al 1° gennaio 2024). Le due tasse, mai entrate in vigore, erano state introdotte dal governo Conte 2 con la finanziaria del 2020, con l’intento di disincentivare l’impiego di plastiche monouso e di limitare il consumo delle bevande zuccherate.
La decisione di sospendere per un altro anno l’applicazione della plastic tax e della sugar tax era stata anticipata nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore, secondo cui l’esecutivo Meloni starebbe valutando la possibilità di abolirle definitivamente. Le tasse si erano rivelate fin da subito di difficile applicazione, ed erano state fortemente criticate dalle aziende e dalle associazioni di categoria dei settori interessati e dai partiti di centro-destra.
La plastic tax, così come era stata pensata, doveva essere una tassa del valore fisso di 45 centesimi per chilo di prodotti di plastica monouso venduti. La sugar tax, invece, prevedeva un’imposta sul consumo di bevande zuccherate ed edulcorate artificialmente pari a 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti oppure di 25 centesimi per kg nel caso di prodotti da consumare previa diluizione.
Nel 2018 Il Fatto Alimentare ha lanciato una campagna per chiedere al ministero della Salute l’introduzione di una sugar tax anche in Italia. La petizione è stata firmata da 10 società scientifiche (*) e 340 tra medici, nutrizionisti e dietisti, e ha raccolto il sostegno di Francesco Branca, direttore del Dipartimento di nutrizione salute e sviluppo dell’Oms, Walter Ricciardi, allora presidente dell’Istituto superiore di sanità, Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri ma anche di Slow Food Italia e Altroconsumo.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Notizia sconfortante a fronte dei problemi correlati alle due questioni.
Come al solito. Si pensa che il PROIBIZIONISMO sia la soluzione di tutti i mali (intendo dire che ogni eccesso, dopo aver definito quello che “eccesso non è” entro la scientifica incertezza, andrebbe evitato come insegnano Paracelso ed anche la moderna Tossicologia). Il PROIBIZIONISMO ed il suo totale fallimento sono gli esempi di base da cui partire e consiglierei ai politici la lettura di THE SYSTEMS APPROACH (ammesso e non concesso che siano in grado di comprenderlo) di C.W. Churchman. Quanto proposto con l’introduzione della Sugar e Plastic tax è come descrivere un’automobile cominciando dalla lista delle parti che la compongono e non da che cosa serve, cioè dalle sue funzioni!
Su questo sito può trovare numerosi articoli in cui si parla della sugar tax e degli studi scientifici che hanno dimostrato come questa funzioni.
@Giancarlo: quando guido e sulla strada incontro i dossi artificiali credo che siano utili a prevenire degl’incidenti; e per quanto mi dispiaccia di una misura costosa per la sua realizzazione – visto che basterebbe non superare i limiti di velocità – credo nella loro uilità. E’ un PROIBIZIONISMO che mi aggrada.
E’ come dire che 2+2 = 22. Giova, consiglio caldamente la visione dello stupendo cortometraggio Matematica alternativa (https://www.youtube.com/watch?v=Zh3Yz3PiXZw). Il parallelismo con i dossi artificiali non è pertinente. Quello che intendo dire è che è solo L’EDUCAZIONE (nella fattispecie quella alimentare), come parte di un approccio multifattoriale che consente di migliorare la conoscenza e la risoluzione di questi problemi. La incoraggio a leggere il libro che ho citato – non parla solo di dossi!