Un lettore ci scrive per sapere se “il fatto di segnalare sull’etichetta delle Uova di Pasqua ‘Cacao non UE’ sia una forma eccessiva di informazione o se segue qualche regola CE?”
L’azienda produttrice La Suissa, da noi interpellata, precisa che il regolamento europeo 775 del 2018 prevede che sulle confezioni, dove è evidenziato il paese di origine o di produzione, sia indicata anche l’origine dell’ingrediente primario, in questo caso il cacao, che viene coltivato in paesi non europei.
L’avvocato Dario Dongo esperto di diritto alimentare da noi interpellato conferma la tesi dell’azienda La Suissa ma fa una precisazione.
Il regolamento UE 2018/775 prescrive di indicare la diversa origine o provenienza dell’ingrediente primario – vale a dire quello che rappresenta il 50% o più della formula, ovvero quello che caratterizza l’alimento – qualora essa non coincida con il ‘Made in’ designato in etichetta e/o pubblicità. Se l’operatore vanta o suggerisce che il cioccolato è ‘Made in Italy’ (anche solo con un simbolo o un pittogramma, escluso solo quanto contenuto nel marchio), ma il cacao ha origine extra-UE, vige l’obbligo di indicare ciò nello stesso campo visivo e con pari visibilità.
Nell’occasione si segnala che l’indicazione ‘può contenere frutta a guscio’ risulta fuori norma, dovendosi invece indicare in modo specifico i singoli frutti a guscio che possono residuare nel prodotto anche a causa di contaminazione accidentale. Si veda questo articolo. Per approfondimenti si veda questo altro articolo. I lettori interessati a queste tematiche possono iscriversi gratuitamente alla newsletter del sito dell’avvocato Dongo GIFT (Great Italian Food Trade), a questo link.
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Avvocato, giornalista. Twitter: @ItalyFoodTrade
Io mi preoccuperei di più della sfilza di coloranti ( tra cui pure il biossido di titanio) presenti in quel cioccolato…
In effetti dell biossido di titanio E 171 riportato nell’elenco degli ingredienti se ne potrebbe fare a meno volentieri