La Spagna è stato uno dei primi Paesi europei a scegliere di adottare il Nutri-Score. Ora, a più di due anni dall’annuncio, l’implementazione dell’etichetta a semaforo francese (*) sta finalmente per diventare realtà Ma non tutti sono d’accordo con la decisione del ministro del Consumo Alberto Garzón Espinosa, e dell’Agenzia spagnola di sicurezza alimentare e nutrizione (Aesan), che ne hanno annunciato nel giugno del 2020 l’entrata in vigore entro il primo quadrimestre di quest’anno. Da allora campagne contro il Nutri-Score hanno fatto la loro comparsa sui media tradizionali e sui social, innescando la risposta del mondo scientifico spagnolo a supporto del logo nutrizionale.
Alla fine di gennaio, 82 scienziati e professionisti della nutrizione spagnoli hanno pubblicato un manifesto in supporto dell’implementazione del Nutri-Score, che viene definito come “uno strumento di salute pubblica volto a fornire ai consumatori informazioni nutrizionali che aiutino a guidare le scelte verso acquisti di migliore qualità”.
Secondo i firmatari del manifesto, gli attacchi all’etichetta a semaforo comparsi sui media non sono altro che “opinioni personali senza basi scientifiche” con l’obiettivo di “rifiutare Nutri-Score in blocco”. Scrivono gli scienziati: “Il Nutri-Score è stato sviluppato da ricercatori sulla base di lavori scientifici e di convalida rigorosi (più di 40 pubblicazioni in riviste scientifiche peer-reviewed) che hanno ha permesso di evidenziare sia la rilevanza dell’algoritmo alla base del Nutri-Score, sia l’utilità del suo formato grafico, che è di facile comprensione e utilizzo, e che consente un significativo miglioramento del qualità nutrizionale degli acquisti del consumatore.”
Inoltre, ricordano i firmatari del manifesto, l’etichetta francese è l’unica ad aver seguito lo schema concettuale e il processo di validazione dell’efficacia raccomandato dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Tutti gli studi svolti a livello internazionale, soprattutto in Spagna, dimostrano l’utilità del Nutri-Score e che la sua efficacia è superiore a quella di altri loghi.”, si legge nel testo.
“Nonostante le sue imperfezioni e limitazioni (come quelle di qualsiasi logo nutrizionale e qualsiasi strumento di salute pubblica), studi scientifici dimostrano che il Nutri-Score è ben percepito dai consumatori, ben compreso per consentire un confronto della qualità nutritiva e facile da usare. – proseguono gli scienziati – Ma soprattutto, il Nutri-Score ha dimostrato in condizioni reali, la capacità di influenzare favorevolmente dal punto di vista nutrizionale le scelte alimentari dei consumatori.”
I firmatari ricordano anche che l’implementazione di qualsiasi logo nutrizionale deve essere accompagnata da campagne che spieghino come usarlo, qual è il significato e la complementarietà con altre misure di salute pubblica. “Una dieta sana e sostenibile – si legge nel manifesto – deve essere basata sul consumo prioritario di alimenti freschi o poco lavorati, stagionali e locali, evitando per quanto possibile il cibo confezionato. In questo senso, l’implementazione del Nutri-Score sugli imballaggi alimentari da solo non risolverà tutti i problemi nutrizionali”. Altre misure da valutare, secondo i firmatari, sono le politiche di riduzione degli zuccheri, sussidi e tasse su cibi e bevande.
“Solo la scienza dovrebbe guidare la decisione politica nel campo della salute pubblica. – concludono gli scienziati – Noi accogliamo con favore la scelta del Nutri-Score come logo nutrizionale ufficiale da parte del governo spagnolo, in risposta a quest’unica esigenza, nonostante la pressione esercitata per bloccarne l’implementazione in Spagna e in Europa. Incoraggiamo la sua rapida attuazione, la sua adozione da parte dell’industria alimentare e il suo utilizzo da parte dei consumatori.”
(*) Il Nutri-Score utilizza cinque lettere e cinque colori – dalla “A” verde scuro alla ‘E’ rossa – per dare un giudizio sulla qualità nutrizionale degli alimenti, prendendo in considerazione sia elementi positivi del prodotto, che le sostanze da limitare nella dieta.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Il Fatto Alimentare vedo stia facendo una bella campagna per convincere i propri lettori della bontà sull’etichetta a semaforo francese…
Nonostante abbia letto a più riprese anche qui parecchi commenti sfavorevoli.
Al momento io non ne sono affatto convinto della sua validità.
Molti sono contrari all etichetta semaforo rosso soprattutto in Italia per la difesa della bio diversità: pare che siano avvantaggiate le produzioni industriali e non le piccole attività agricole. Inoltre l etichettatura del vino prevede un bollino negativo per l alcool contenuto senza tener conto del dosaggio. Esempio: 1 bottiglia di vino a pasto non fa bene,, ma 1 bicchiere non fa certo male.