Aggiornamento del 28 gennaio 2020: a una settimana dalla pubblicazione del richiamo delle uova biologiche dell’Azienda Agricola Olivero Claudio, il ministero della Salute ha reso noto che la contaminazione microbiologica era dovuta a Salmonella enteritidis
Aggiornamento del 21 gennaio 2020: anche NaturaSì ha pubblicato il richiamo delle uova bio a marchio Oliviero Claudio, specificando che riguarda solo le uova “lino e canapa” in confezione da quattro, con scadenza 11/02/2020.
Il ministero della Salute ha diffuso il richiamo di cinque lotti di uova biologiche dell’Azienda Agricola Olivero Claudio per la presenza di una contaminazione microbiologica. Il prodotto interessato è venduto sfuso e in confezioni da 4 e 6 uova con i numeri di lotto 1A130120, 2A130120 e 2C130120 con termine minimo di conservazione 10/02/2020 e 1A140120 e 2C140120 con termine minimo di conservazione 11/02/2020. Il ministero ha comunicato le scadenze solo il 22 gennaio, alcuni giorni dopo la pubblicazione del richiamo.
Le uova biologiche richiamate sono state prodotte dall’Azienda Agricola Olivero Claudio nello stabilimento di via Rigrasso 9, a Monasterolo di Savigliano, in provincia di Cuneo.
A scopo cautelativo, si raccomanda di non consumare le uova con i numeri di lotto indicati e restituire al punto vendita d’acquisto.
Dal 1° gennaio 2020, Il Fatto Alimentare ha segnalato 8 richiami, per un totale di 8 prodotti. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Buongiorno,
scrivere “contaminazione microbiologica” non mi sembra sufficiente per assolvere all’obbligo informativo (mi riferisco al produttore e al Ministero della salute, non a Il Fatto alimentare).
Come dice Simone, infatti: che vuol dire “contaminazione microbiologica”? Che il guscio e’ sporco? Che sul guscio ci sono batteri patogeni? Che baterri patogeni sono penetrati nelle uova? Boh
Andrea, contaminazione microbiologica significa che sono stati rilevati, attraverso opportuni controlli, dei batteri; I quali per altro sono stati trovati a livello di strutture dell’azienda e non direttamente sul prodotto.
Per questo motivo il prodotto è stato ritirato dal mercato , una POSSIBILE contaminazione microbiologica.
Nelle aziende biologiche, o comunque che allevano all’aperto, gli animali vivono a contatto con la natura e per questo possono essere maggiormente esposti ad agenti patogeni. Inoltre è da considerare che nelle aziende biologiche gli animali non sono sottoposti a trattamenti antibiotici.
La contaminazione non riguarda se un prodotto è pulito o meno, ci posso essere molti fattori da considerare.