Fiorucci, revocato per scadenza il richiamo salame classico ‘Il Gusto d’Italia’ e salametto per la presenza di latte non dichiarato in etichetta (Aggiornamento)
Fiorucci, revocato per scadenza il richiamo salame classico ‘Il Gusto d’Italia’ e salametto per la presenza di latte non dichiarato in etichetta (Aggiornamento)
Giulia Crepaldi 7 Ottobre 2019Aggiornamento del 24 dicembre 2019: il ministero della Salute ha revocato il richiamo di salame classico ‘Il Gusto d’Italia’ e salametto Fiorucci per la scadenza dei prodotti
Aggiornamento dell’8 ottobre 2019: il ministero della Salute ha aggiunto un altro lotto al richiamo del salametto Fiorucci per presenza di latte non dichiarato in etichetta. Si tratta del numero 9050224001 con il termine minimo di conservazione 10/11/2019.
Il ministero della Salute ha diffuso il richiamo di numerosi lotti di salame classico ‘Il Gusto d’Italia’ e salametto Fiorucci per la presenza dell’allergene latte non dichiarato in etichetta. I salumi interessati sono stati prodotti da Cesare Fiorucci Spa, nello stabilimento di Santa Palomba (marchio di identificazione: CE IT 272 L). Entrambi i prodotti richiamati sono venduti interi, in confezioni da 150 grammi con i seguenti numeri di lotto e termini minimi di conservazione:
A scopo precauzionale, si raccomanda alle persone allergiche al latte o intolleranti al lattosio di non consumare i prodotti con i numeri di lotto segnalati e restituirli al punto vendita d’acquisto. I salami richiamati sono sicuri per i consumatori che non soffrono di allergie o intolleranze.
Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 116 richiami, per un totale di 172 prodotti, e 7 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.