Il Ministero della salute ha pubblicato il richiamo di un lotto di pancetta affumicata prodotta in Romania dall’azienda Lazar & Sohne, per la presenza di indicazioni incomplete in lingua italiana degli ingredienti e della dichiarazione nutrizionale. Inoltre l’indicazione degli allergeni è errata: nell’etichetta italiana si afferma che “il prodotto non contiene allergeni”, mentre nella versione in lingua rumena è indicato che “il prodotto può contenere tracce di sesamo e altre verdure che possono provocare reazioni allergiche”

Il prodotto richiamato è denominato “slanina afumata”, appartiene al lotto 18.12.2017/9871 con scadenza al 22/12/2017 ed è venduto in pezzi interi da circa 1kg. La pancetta è prodotta da SC Lazar & Sohne Srl nello stabilimento di Calea 6 Vanatori, 1-3 ad Arad in Romania ed è importato da Società Tavic Srl.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’azienda importatrice all’indirizzo tavicsrl@gmail.com

Dal 1 gennaio 2017Il Fatto Alimentare ha segnalato 105 richiamiper un totale di 147 prodotti e 11 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo  pubblicato in Italia che  rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

I lettori  interessati a ricevere l’e-book, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro  in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Valeria Invernizzi
Valeria Invernizzi
23 Novembre 2017 20:52

potete dirmi dove è l’errore nell’indicazione degli allergeni? non lo trovo..

Giulia Crepaldi
Reply to  Valeria Invernizzi
24 Novembre 2017 10:33

Gentile Valeria,
l’etichetta italiana afferma che “il prodotto non contiene allergeni” mentre quella in lingua rumena indica che “il prodotto può contenere tracce di sedano e altre verdure che possono provocare allergia”.

Giancarlo
Giancarlo
Reply to  Valeria Invernizzi
29 Novembre 2017 14:32

1) La prima “irregolarità” è nella dicitura: COLORANTE ALIMENTARE (questo può indurre il consumatore a pensare che gli altri coloranti usati in prodotti alimentari NON siano ALIMENTARI)
Infatti, il reg. 1169/2011, nell’allegato III parte C specifica:
…additivi….che appartengono a una delle categorie elen­cate nella presente parte sono designati obbligatoriamente mediante la denomi­nazione di tale categoria seguita dalla denominazione specifica o eventualmente dal numero E. (i tanto incriminati e famigerati E???, fra cui ironicamente annoveriamo: E300 ed E330, acido ascorbico e citrico, che se scritti nel secondo modo diventano delle sostanze ubiquitarie nel mondo vegetale ma, se scritte come E…”apriti cielo”: veleni!);
Vedrete a breve quanti prodotti “sani” si presenteranno sul mercato con la scritta esotica “E free” o più casareccia “privi di additivi”…..

La categoria è: COLORANTI e non COLORANTI ALIMENTARI.

2) Il citato regolamento, per gli “allergeni” indica solo i criteri con cui vanno evidenziati. In nessuna parte del regolamento vengono citate frasi derivanti meramente da “iniziative personali” quali PUO’ CONTENERE TRACCE ????

Cosa significa TRACCE? (1 mg, 1 µg, 1 ng?). Infatti l’USL 3 di Torino, in una splendica comunicazione aveva evidenziato gli intervalli entro cui determinate “concentrazioni di allergeni” sono o non sono un pericolo per la salute

Inoltre, molte USL sottolineano il fatto che frasi del tipo “può contenere…” sono solo imperfezioni del sistema di autocontrollo (metodo HACCP) e sono solo una specie di “paravento” dato che da nessuna parte (del regolamento e spesso dei cosiddetti manuali di autocontrollo) si dice poi in che modo questo rischio viene gestito.

Ecco un esempio di un’altra INVENZIONE dei produttori e della, in questo caso” poca chiarezza dei legislatori (ahimè infarciti di legulei ed avvocati!).

Se questo non fosse vero allora bidsognerebbe scrivere anche ATTENZIONE CONTIENE BULLONI se per caso la linea produttiva non fosse provvista di “metal detector” (quante aziende artigianali (?) hanno installato un metal detector?

Lo stesso regolamento vale anche per la ROMANIA…quindi in tutta Europa le fantasie dei produttori prevalgono sulle poche e semplici (e corrette) regola per indicare gli additivi. Forse pensano che aggiungendo ALIMENTARE il colorante si “ammanti” di un’aura di santità.