Patate verdi con germogli: non mangiatele! I consigli dell’Agenzia tedesca per la sicurezza alimentare per ridurre il rischio di intossicazione
Patate verdi con germogli: non mangiatele! I consigli dell’Agenzia tedesca per la sicurezza alimentare per ridurre il rischio di intossicazione
Giulia Crepaldi 17 Maggio 2018“Non mangiate patate verdi e con molti germogli”. Questo è il consiglio diffuso dall’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR), che ha recentemente riesaminato il rischio associato all’ingestione di glicoalcaloidi, in particolare della solanina che si forma nelle patate quando assumono la colorazione verde. Gli studi per rivedere il giudizio sulle componenti tossiche sono stati avviati nel 2015 scattata dopo che una famiglia intera è stata intossicata da un pietanza a base di patate.
Secondo BfR, la solanina non dovrebbe superare i 100 mg/ kg di patate fresche. Il valore è stato dimezzato rispetto alla precedente soglia di 200, riducendo la dose tollerabile a 0,5 mg per kg di peso corporeo. Il provvedimento è stato abbinato a una serie di precauzioni così elencate.
- Le patate vanno conservate al buio in un luogo fresco e asciutto;
- Quelle vecchie, disidratate, verdi o con molti germogli non sono adatte al consumo (evitare anche le bucce);
- Le parti verdi e i cosiddetti “occhi” vanno rimossi
- Chi vuole consumare anche le bucce, dovrebbe scegliere patate fresche e senza danni all’esterno
- Non consumare piatti a base di patate con un gusto amaro
- Evitare di dare ai bambini piccoli patate con la buccia
- Sostituire regolarmente l’olio per la frittura delle patate
I glicoalcaloidi sono un gruppo di sostanze presenti naturalmente in alcune piante per difendersi da parassiti e microorganismi dannosi. Si tratta però di composti tossici anche per l’uomo, ma solo se assunti in grandi quantità. L’ingestione di livelli elevati di solanina può provocare nausea, mal di stomaco, vomito, diarrea e a volte febbre. Raramente, in casi gravi, possono verificarsi perdite di conoscenza, alterazioni della funzioni cerebrali, respiratorie e cardiache.
Nell’ultimo secolo, sono stati riportati solo pochi casi di intossicazione da solanina, ma il numero reale, soprattutto di casi lievi, potrebbe essere molto più alto, vista la genericità dei sintomi.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Ma le patate comprate surgelate e mangiate con cottura al forno, vanno bene?
sì
Ma la solanina non viene disattivata con la cottura ?
Gentile Francesco,
per disattivare completamente la solanina bisogna raggiungere una temperatura di 243°C.
I metodi di cottura domestici non sono in grado di eliminarla, ma solo di ridurla leggermente: secondo uno studio, la bollitura per esempio riduce la solanina solo dell’1%, mentre una frittura a 210°C per 10 minuti può provocarne una riduzione del 40%.
Se il contenuto di solanina in partenza è molto alto il rischio di intossicazione rimane.