Aggiornamento 16 dicembre 2015
Il 16 dicembre 2015 la ASL di Reggio Emilia ha comunicato una nuova non conformità per la presenza di Sudan IV in confezioni di olio di palma “GHANA BEST, Olio di Palma (Zomi)” confezionato in una bottiglia di plastica trasparente da 1 litro, prodotto da ASANTA ENTERPRISE Accra. Il lotto ritirato dal mercato è il numero 014 con termine minimo di conservazione 08/2019. Il prodotto, campionato presso il punto vendita al dettaglio “Asia e Africa Market 2″ di Reggio Emilia è stato importato da ASANTE BELINDA via Don Tonino Bello 15, 42023 Cadelbosco di Sopra (Reggio Emilia). Si tratta del secondo ritiro effettuato dall’ASL di Reggio Emilia in pochi giorni.
Dopo l’appello del Ministero della salute del 12 novembre scorso ad aumentare i livelli di attenzione, anche in Italia sono scattati i primi ritiri di olio di palma vergine importato dal Ghana, additivato con il colorante cancerogeno Sudan IV. Le prime segnalazioni erano partite dal Belgio e dai Paesi Bassi e indicavano il coinvolgimento dell’Italia nella distribuzione del prodotto. Il Ministero aveva allertato gli Assessorati alla sanità delle Regioni e Province autonome per effettuare gli accertamenti e adottare i provvedimenti di competenza (ritiro/richiamo). Ieri c’è stato il primo ritiro a Reggio Emilia. L’Asl ha riscontrato il colorante Sudan IV nel prodotto: “ZOMI OLIO DI PALMA 100% OLIO VERGINE” confezionato in bottiglia di plastica trasparente da un litro, prodotto da CARGEF GHANA LTD di Accra. La data di produzione riportata sulla bottiglia indica 16/02/2015 e TMC 15/02/2019.
Il prodotto, campionato il 26 novembre 2015 presso il punto vendita “Asia e Africa Market 2 di Sun Xuzhen snc” è stato importato da CHARSAH TRADING con sede legale in via Vaciglio Nord 62/4 Modena. A seguito della non conformità rilevata la ASL ha provveduto al blocco del prodotto invenduto (23 confezioni) e ad attivare il richiamo al consumatore delle confezioni già vendute presso il dettagliante.
Il caso è stato immediatamente segnalato al sistema di allerta rapido europeo (Rasff) e codificato come “serio”. Con molta probabilità partite di olio di palma vergine contaminato con il colorante Suda IV (considerato cancerogeno e genotossico) sono state distribuite in una decina di Paesi europei dove sono in corso accertamenti.
Da tempo Il Fatto Alimentare segue la vicenda del colorante pericoloso, tanto da avere fatto una segnalazione al Ministero della salute, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione, evidenziando la presenza di diverse marche di olio di palma proveniente dal Ghana, acquistabili da siti internet in lingua italiana e in diversi punti vendita, chiedendo in via precauzionale la sospensione delle importazioni.
Durante l’anno c’erano già stati dei ritiri in Europa per lo stesso problema, ma la vicenda ha assunto proporzioni notevoli quando, il 21 ottobre 2015 la Food and Drugs Authority del Ghana ha invitato i consumatori a non utilizzare l’olio di palma, dopo che le analisi condotte dall’Autorità per la sicurezza alimentare su cinquanta campioni venduti in dieci dei maggiori mercati della regione della capitale Accra hanno rilevato la presenza, nel 98% dei casi, del pericoloso colorante genotossico e potenzialmente cancerogeno Sudan IV, di solito usato per dare una certa tonalità rossastra a solventi, cere, oli e lucido per scarpe.
© Riproduzione riservata
Sembra che alimentarsi in modo sano sia diventata una guerra, a colpi di pesticidi, conservanti, coloranti, aggreganti, esaltatori di sapidità, ecc.
ma su queste pagine non si disse che il palma con il sudan era venduto solo alle industrie e non lo avremmo
trovato in conf. da un litro nei supermercati????
io lo scrissi che sarebbe arrivato lo stesso sugli scaffali al dettaglio……….purtroppo non mi sbagliavo.
ma vietarlo per legge l’uso del palma no???
La stragrande maggioranza dell’olio di palma e venduta alle aziende ed è raffinato. Quello vergine di colore rosso di cui parliamo ha un mercato ristretto
Non si è capito se questo prodotto veniva comprato da laboratori e botteghe per produrre alimenti, come biscotti pasticceria e altro, oppure veniva commercializzato al pubblico in qualche negozio particolare. Nel primo caso potremmo averlo mangiato comprando in una panetteria o pasticceria, mentre nel secondo non credo che persone sensate comprino una schifezza del genere da usare in casa. Servono etichette chiare anche per tutto ciò che si compra di artigianale. Purtroppo è in vigore una legislazione folle che permette agli esercenti di non dichiarare su tanti prodotti tipo pane, pasta per pizza, focacce e quant’altro gli ingredienti ma la dicitura “vedi il libro degli ingredienti”. Come se un acquirente avesse il tempo di andarsi a sfogliare un elenco infinito di fogli ad ogni prodotto che prende in mano. Elenco che molto spesso non compare vicino agli alimenti, come la legge prevede, o non c’è proprio, o è un ammasso di fogli indecifrabile. Credo che le associazioni di consumatori debbano battersi contro questa norma assurda. Io non compre NULLA di quanto non riporta direttamente l’etichetta sul prodotto.
L’olio di palma vergine in bottiglia è regolarmente utilizzato da milioni di consumatori nel mondo. In questo caso è contaminato ma in genere non lo è